XC

679 30 1
                                    

"Come siete belle" rise Dean Thomas all'ingresso della Stanza delle Necessità, che indossava degli strani occhiali e un cappello decisamente unico nel suo genere.

Hermione e Ginny si scambiarono uno sguardo ridente, e raggiunsero gli altri amici alla festa.

"Ciao" salutò il gruppo con la mano, lisciandosi il vestito rosa che le arrivava appena sotto le ginocchia.

I ragazzi iniziarono a chiacchierare tranquillamente, ma Hermione si sentiva a disagio, osservata continuamente da Ronald, e sicuramente giudicata. Gli stava rovinando la serata con la sua presenza, lo sapeva, e si sentiva ancora tremendamente in colpa per ciò che era successo.

Si spostò leggermente, e con la scusa di andare in bagno, si rinchiuse a pensare. Non voleva più sentirsi in quel modo, almeno non con i suoi amici, quindi raccolse tutto il suo coraggio, e tornò dal gruppo.

"E poi mi ha detto che sono un ottimo..."

"Ron?" interruppe il racconto di Neville. Tutti tacquero, e si voltarono verso di lei. "Io, ehm..." deglutì: "Posso parlarti?".

Ron si guardò intorno, cercando lo sguardo degli amici: "Certo" alzò le spalle, senza mai lasciare che il suo viso si rilassasse in un'espressione meno arrabbiata.

Si spostarono leggermente, ed Hermione cercò il suo sguardo per qualche secondo. Non ottenendolo, decise di parlare comunque: "Mi dispiace davvero tanto per come sono andate le cose, sono stata orribile".

Il ragazzo rimase in silenzio di fronte a lei, che dunque continuò: "Dico sul serio, non so cosa mi sia preso. Vorrei tanto che potessi trovare il modo di perdonarmi."

"Ti sembro scemo? Credi di potermi incantare con un sorrisetto e due frasi fatte? Ti avrei perdonato tutto Hermione, qualsiasi cosa! Ma che tu ti mettessi con Malfoy... Hai idea di come possa essermi sentito?! Di cosa possano aver pensato tutti i nostri compagni vedendoti il giorno prima con me e quello dopo con lui?" 

"Hai ragione, io... Non so cosa mi sia preso, ma è tutto finito. È stato uno sbaglio, un terribile errore" tentò di giustificarsi. Ron distolse lo sguardo, voltandosi verso il gruppo dei loro amici.

"Tu come stai?" gli chiese Hermione, tentando di sviare.

"Bene, Hermione, non è successo nulla di interessante nella mia vita da quando... Mi hai lasciato" disse con tono nervoso.

"Mi dispiace" si scusò ancora.

"Lo so che ti dispiace. Ma non è stato facile per me."

"Nemmeno per me, credimi!"

"Non mi è sembrato francamente" commentò lui.

Hermione annuì, capendo che lui non poteva sapere. Abbassò lo sguardo sconsolata, e sospirò, arrendendosi all'idea di aver perduto per sempre il suo amico Ron.

"E tu... Tu come stai?" chiese poi con un filo di voce.

Un gran sorriso apparve sul suo viso, e rispose subito: "Meglio, adesso. Ultimamente, studiando per i M.A.G.O., pensavo che dovrei concentrarmi sulla questione elfica per la tesina... Magari potrei portare-"

"Oh, andiamo!" la interruppe lui lamentandosi, guardando la porta: "Che ci fai tu qui?" urlò avvicinandosi all'ospite indesiderato.

Hermione si voltò di scatto, e non potè quasi crederci quando vide Malfoy alla porta. Ginny le aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun Serpeverde, figuriamoci Draco Malfoy!

"Lascia stare Ron!" cercò di tirargli il braccio Hermione, per impedirgli di peggiorare la situazione.

"No! Fanculo! Sono stufo di questo stronzo che si presenta sempre al momento sbagliato!" si lamentò sbattendogli le mani sul petto.

"Hey! Non c'è bisogno di scaldarsi tanto" rise Malfoy alzando le mani.

"Vattene subito" lo avvertì Ronald.

"Altrimenti che farai? Chiamerai la preside?" chiese Draco inclinando la testa, curioso di scoprire la risposta.

"Altrimenti ti spacco la faccia, ecco cosa faccio!" urlò Ronald afferrandogli il colletto della camicia.

"Basta Ron. Se ne va subito, lo accompagno io" li divise Hermione, che non aveva voglia di un altro scandalo. Ormai tutti gli invitati alla festa si erano girati verso la scena, sperando di carpire qualche nuovo dettaglio sul triangolo amoroso che aveva fatto parlare l'intera scuola per mesi.

"Naturalmente!" rise nervosamente Ron, per poi voltarsi e tornare dai suoi amici.

"Ron, aspetta, non è come..." provò a fermarlo, ma senza successo.

Non appena si voltò, scoprì Draco a sorridere discretamente, probabilmente vittorioso per averli divisi ancora una volta. 

"Vattene" disse lei, alzando gli occhi al cielo.

"Non mi sembra che questo castello sia di tua proprietà..." disse pensierosamente, sfregandosi il mento in cerca della evidente risposta.

"Cosa ci fai qui? Chi ti ha invitato?"

"Dove hai lasciato le buone maniere Granger? Potrei farti la stessa domanda" rispose con la sua solita arroganza, avvicinandosi di più a lei.

"Io sono stata invitata da Ginny, che ti ricordo essere..."

"Oh, giusto, la migliore amica che hai tradito! Perché non ci ho pensato prima, che scemo!" la interruppe.

"Vai via, per favore" lo implorò lei, toccando quasi i limiti della disperazione.

"Senti Granger, non ho la minima voglia di litigare, né con te, né con Weasley. Mi ha invitato un'amica e sarò ben felice di andarmene il prima possibile in sua compagnia." 

"Un'amica?" chiese Hermione, passando a rassegna i nomi di tutte le ragazze che conosceva alla festa per scovare la responsabile.

"Non credo che sia più di tuo interesse, dal momento che tra noi le cose sono finite" le disse divertito, avvicinandosi ancora.

"Tra noi non sono neanche mai iniziate" disse lei a pochi centimetri dalle sue labbra, guardandolo dritto negli occhi, prima di voltarsi e tornarsene alla festa.

Draco rimase in piedi, guardandola camminare via da lui. Si aggiustò il colletto della camicia e si addentrò tra i compagni, in cerca della Grifondoro del quinto anno che lo aveva invitato.

(...)

"Bevine uno con me, per favore!!" urlava Ginny, ormai fuori di sé.

"Te l'ho già detto, non voglio bere più nulla!" rispondeva Hermione, che tentava di trascinarla fuori con sé.

"Daiiii!"

"Possiamo andarcene, per favore? È tardi" le spiegò, mettendosi una delle sue braccia intorno alle spalle per aiutarla a camminare.

"Ma se la festa è appena iniziata! No, no, voglio stare qui!" continuava l'amica imperterrita. In effetti era presto, ma i secondi le sembravano minuti ogni volta che gli occhi le cadevano sulle braccia di quella bionda maleducata attorno al collo di Malfoy. 

L'unico modo per non delirare era censurare l'accaduto. Fingere che non ci fosse mai stato niente, che non la infastidisse vederlo con un'altra, che non le importasse affatto di ciò che faceva.

Ma la vista dei due era talmente pesante sotto il sguardo, che non appena Ginny si voltò distratta, sgattaiolò fuori dalla Stanza delle Necessità. 

Prese un respiro molto profondo, cercando di calmarsi e di pensare lucidamente. 

Camminò silenziosamente tra i corridoi, senza nemmeno accorgersi che i suoi piedi prendevano una direzione ben precisa. Non sapeva nemmeno perché se ne stesse andando proprio lì, ma la sua mente sembrava non avere pace, e non fermò la sua mano che dentro all'umido passaggio colpiva la porta pregando che dietro di essa ci fosse davvero la persona di cui aveva bisogno.

"Granger?"

"Ciao Blaise" disse lei, indugiando alle porte della sua stanza.

Interminor // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora