LIX ~ Secondo anno

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Un dolore lancinante investì Penelope, che aveva appena sbattuto la schiena contro uno dei tanti alberi della Radura.

Lei e Sally erano riuscite ad uccidere Phobos conficcandogli la spada nel palato. Il mostro era morto, ma i due Ignis avevano fatto un qualche strano incantesimo, facendolo resuscitare.

Penelope era stata colpita dalla coda del serpente, che l'aveva scaraventata contro un albero. La spina dorsale della ragazza stava chiedendo pietà, mentre la sua vista annebbiata seguiva i movimenti di Sally, che combatteva da sola contro Phobos.

La Grifondoro saltava e correva per evitare di essere colpita, ed ogni tanto provava anche a menare un fendente, cosa piuttosto inutile dato che la pelle di Phobos era così resistente da essere impenetrabile per la lama.

Penelope osservò Sally: presto non sarebbe più riuscita a deviare il mostro.

I suoi capelli rossi erano terribilmente arruffati e disordinati, più del solito. La camicia da notte era sporca e zuppa di sangue di serpente, ed il viso mortalmente pallido era stremato dalla fatica.

Le piccole mani stringevano l'impugnatura della spada, e la lunga lama di quest'ultima si muoveva rapidamente, colpendo il muso di Phobos e riflettendo d'argento, e... gli occhi di Penelope si spalancarono.

La lama della spada di Sally era d'argento, ma mandava anche bagliori gialli e arancioni, perché rifletteva il colore degli occhi di Phobos.

Gli occhi di Phobos erano gialli e arancioni, e, realizzó Penelope, sembravano fatti della stessa sostanza, dello stesso fuoco, di cui erano fatti gli Ignis.

E la sostanza di cui erano fatti gli Ignis era la stessa sostanza che avvolgeva Bill Weasley, tenendolo sospeso a mezz'aria.

Il cervello di Penelope lavorava veloce, nonostante fosse stordito dalla botta.

Se gli occhi di Phobos erano del colore della sostanza che avvolgeva Bill, possibile che fosse proprio quest'ultimo ad alimentare la sua essenza vitale?

Infatti, realizzó Penelope, gli Ignis per far risorgere Phobos avevano utilizzato Bill, aprendogli gli occhi e rendendoli bianchi, svuotandoli.

Era come se Phobos fosse alimentato da Bill. Anzi, era così. Penelope ne era sicura.
Quindi doveva tirare giù Bill da lì, farlo uscire da quella sostanza, rimetterlo per terra.

A fatica, la Corvonero si alzò, e subito la sua schiena chiese pietà. Ma non aveva tempo... Inizió a camminare verso Bill, sperando di non essere notata dai due Ignis, che però sembravano troppo occupati a comandare Phobos e istigarlo contro Sally per accorgersi di lei.

Penelope raggiunse Bill: il Weasley fluttuava a mezz'aria, con i capelli bianchi che volteggiavano attorno al suo viso mortalmente pallido e tirato, apparentemente quasi privo di vita.

La Corvonero allungò la mano, con l'intenzione di tirare giù il ragazzo per la caviglia: peccato che, non appena fu vicina alla sostanza gialla e arancione, sentì un forte calore alla mano.

Ovviamente, la sostanza da cui era circondato Bill bruciava come se fosse del vero e proprio fuoco, con l'unica differenza che non lasciava ustioni.

Penelope fece un sospiro, prese coraggio e decise che avrebbe dovuto comunque provare.

Allungó una mano e la immerse nella sostanza, ma subito il dolore la infiammó del tutto, e la ragazza ritrasse istintivamente la sua mano, mordendosi la lingua per non urlare.

Era impossibile, realizzó: il dolore era troppo forte e l'istinto di sopravvivenza la costringeva a ritirare la mano.

E mentre quest'ultima ancora le faceva un male terribile, Penelope sforzó il cervello, cercando un incantesimo che avrebbe potuto aiutarla.

LA BAMBINA DI NESSUNO - La Collana MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora