LXV ~ Secondo anno

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Sally deglutì, mentre tutta la felicità che aveva guadagnato nelle ultime ore parve svanirle da sotto il naso.

Silente le aveva appena chiesto – o meglio, gentilmente imposto, – di seguirlo nel suo ufficio.

Sia Charlie che Talbott che Oliver si erano voltati indietro non appena il Preside aveva pronunciato quelle parole, ma Sally aveva scosso leggermente la testa.

«Andate. Ci vediamo dopo, in Sala Comune.» disse ai tre, poi si ricordó un piccolissimo dettaglio, ovvero che Talbott era Corvonero.

«E... Grazie mille, Tal. A domani.» aggiunse, poi si voltò e seguì il vecchio preside.

L'ufficio di Silente era raggiungibile tramite una scala a chiocciola, protetta da un Gargoyle di pietra. Era una stanza grande e spaziosa, all'intero della quale vi erano tantissimi oggetti argentari, strani e dalle funzioni misteriose: a Sally venne l'impulso di toccarli e sperimentarli tutti, ma si trattenne.

La paura ribolliva dentro di lei; era arrivata con i suoi amici all'alba, imbrattata di sangue e con una spada, trasportando un ragazzo mezzo morto e svariati feriti... Che scusa avrebbe potuto inventare?

Senza contare tutte le regole della scuola che aveva violato in una sola notte... Sarebbe stata espulsa, come minimo.

E i suoi amici? Anche loro sarebbero stati puniti... Oliver poteva dire addio alla sua carriera nel Quidditch, così come Charlie poteva salutare i suoi draghi e Percy il suo amato Ministero...

Sally si distrasse dai suoi pensieri, sentendosi un tantino osservata: non si era accorta che, appesi alle pareti dell'ufficio, c'erano tantissimi quadri ritraenti uomini di svariate epoche.

La ragazza sapeva che questi erano i ritratti dei vecchi Presidi di Hogwarts, ma non si aspettava tutto quello stupore nel vederla, da parte loro; in particolar modo, un uomo la stava fissando.

Era un signore imponente, con la faccia arrossata e i capelli biondo ramato, e la scrutava con gli occhi spalancati.

«Emh... Buongiorno?» parlò Sally incerta, mentre Silente prendeva posto dietro la sua scrivania.

Il quadro le sorrise, e i suoi occhi scuri si addolcirono.

«Elizabeth... Quanto tempo.» parlò, e Sally alzò le sopracciglia.

«Io non...» tentò di rispondere Sally, ma Silente la interruppe.

«Lei non è Elizabeth, Dexter.»

«Oh... Okay.» rispose il quadro, «Le assomigliava così tanto... Sei di Serpeverde, cara?»

«No, io... Sono Grifondoro.» rispose Sally, e l'uomo rise.

«Bella questa, Elizabeth a Grifondoro... Vabbè, è chiaro che io abbia sbagliato persona. Buonanotte.»

«Buonanotte, Dexter.» rispose Silente, mentre il quadro chiuse gli occhi, scivolando nel sonno come la maggior parte dei dipinti presenti nella stanza.

Confusa, Sally spostò lo sguardo su Silente.

«Siediti.» la invitò quest'ultimo, e la ragazzina obbedì, prendendo posto di fronte a lui.

«Ah, i vecchi presidi di questa scuola... Ognuno con le sue stranezze e particolarità.» rise Silente dopo alcuni secondi, «Anche se, devo dire, Dexter ha proprio ragione.»

«Cioè?» Sally aggrottò le sopracciglia, senza capire.

«Assomigli davvero tanto a tua madre, Sally.» Silente sorrise, mentre la ragazza si stupì nel sentirsi chiamare per nome.

LA BAMBINA DI NESSUNO - La Collana MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora