XXX ~ Secondo anno

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Sally e Percy varcarono il buco del ritratto, e subito urla scatenate si levarono al loro ingresso.

Charlie e Oliver corsero da loro, ancora vestiti, come Sally, con le divise da Quidditch.

«Siamo stati formidabili!» esultò Charlie, piazzandosi davanti alla sua ragazza.

Oliver fece la stessa cosa con Percy, ripetendo la frase di Charlie: aveva vinto la sua primissima partita, sarebbe andato in finale... Non ci vedeva più dalla gioia, sembrava un sogno diventato magicamente realtà.

Sally e Charlie si unirono in un lungo bacio, e molti ragazzi li notarono e iniziarono ad applaudire e ad urlare ancora più forte, formando una specie di cerchio attorno a loro.

Percy e Oliver, finiti per caso nel cerchio, si sentivano a disagio; il primo osservava suo fratello e la sua migliore amica baciarsi con foga, mentre la creaturina all'interno del suo stomaco quasi piangeva; Oliver invece osservava Percy.

Perché il suo amico aveva sempre quell'espressione strana quando Sally e Charlie si baciavano?

Non ebbe il tempo di elaborare una risposta, però, perché i due finalmente si separarono, venendo accolti da altre urla.

Il resto della festa non permise a Oliver di soffermarsi a riflettere: partecipó al torneo di "Burrobirra pong" organizzato da due ragazzi del sesto anno, festeggió tutto il tempo con i suoi amici e non ebbe neanche un attimo di tempo per pensare.

E mentre Sally, i suoi amici e tutti gli altri Grifondoro festeggiavano, due Serpeverde, esattamente sei piani più sotto, confabulavano spaventati tra loro, in segreto.

Tess Fires non aveva mai notato a pieno quanto fosse bello Ryan Davis.

Erano amici, certo, eppure la ragazza non si era mai accorta di quanto fossero stupendi quei due occhi nerissimi, ora così terribilmente spaventati.

«...mi stai ascoltando??» domandò il Serpeverde a Tess.

«Eh? Mh no, ripeti.» disse lei, arrossendo leggermente.

«Tu non capisci la gravità della situazione, vero?» chiese Ryan, e Tess scosse la testa.

Il ragazzo sospiró, come per trovare la pazienza, e poi iniziò a misurare a grandi passi il bagno: avevano scelto un luogo che in pochi frequentavano, un gabinetto delle femmine in cui nessuno andava mai, poiché infestato dal fantasma di una lagnosissima ragazza.

«Il Padrone ha detto che non riesce più a risucchiare le emozioni della Fortesque. E pensa che la Collana sia stata rubata da qualcuno, e che questo qualcuno se la tenga ben vicino cosicché l'oggetto riesca ancora a perpecire una presenza umana.» parlò Ryan.

«Rubata? E da chi dovrebbe essere stata rubata?» domandò Tess, seguendo la traiettoria del cammino di Ryan.

Non lo aveva mai visto così agitato.

«È questo il problema. Non abbiamo la più pallida idea di chi potrebbe essere stato il ladro... O i ladri.» rispose il ragazzo, fermandosi e sedendosi per terra, distrutto.

«E quindi noi cosa dobbiamo fare?» Tess lo imitó, prendendo posto di fronte a lui.

«Scoprire l'identità del ladro.»

«Ma come facciamo? Potrebbe essere stato chiunque!»

«E questo è uno dei problemi. Ma, prima di scoprire l'identità del ladro, dobbiamo avere la conferma che la Collana sia stata rubata.»

«Cioè?»

«Il Padrone vuole che, prima di metterci a cercare il ladro, abbiamo la conferma che la collana sia stata veramente rubata. Ossia, dobbiamo controllare che la Fortesque non ce l'abbia ancora addosso, che ne so, magari sotto la divisa... Oppure nel suo dormitorio.» rispose Ryan, con un brivido di terrore.

LA BAMBINA DI NESSUNO - La Collana MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora