XLVI ~ Secondo anno

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Durante il tragitto verso il Bagno dei Prefetti, nonostante Percy sapesse quanto fossero basse le possibilità che qualcuno li sgamasse, ebbe comunque un'angoscia assurda.

Bill gli aveva detto che gli avrebbe mostrato qualcosa che avrebbe risposto a molte delle sue domande: ovvero il motivo per cui Bill fosse così strano mentre parlava di Daniel, ed anche il motivo per cui ci tenesse tanto alla situazione di Sally.

Percy era ovviamente curioso, ma anche spaventato: suo fratello infatti aveva voluto andare nel Bagno dei Prefetti per mostrargli quel che doveva mostrargli... ed era mezzanotte inoltrata.

Percy aveva paura di essere scoperto: lui non era così, non era fatto per infrangere le regole, per girovagare per il castello di notte... Si sentiva quasi in colpa con se stesso, con la sua stessa coscienza.

Ma allo stesso tempo sapeva il motivo per cui lo faceva. Ne comprendeva l'importanza, e si autogiustificava.

Inoltre, Percy aveva sempre nutrito una profonda ammirazione per suo fratello Bill: lui era un Prefetto, un Caposcuola ed aveva ottimi voti, ovvero possedeva tutto quel che Percy desiderava da sempre. Si fidava ciecamente di suo fratello.

Quando raggiunsero il Bagno dei Prefetti, Bill pronunció la parola d'ordine; entrarono, si chiusero la porta a chiave e raggiunsero il cubicolo con la scritta "guasto".

Subito Bill iniziò a fare i suoi strani incantesimi per aprire il nascondiglio; Percy aguzzò la vista, per cercare di ricordare i movimenti che faceva suo fratello con la bacchetta, ed anche le orecchie, per tentare di sentire quali strani incantesimi stesse sussurando... Ma fu veramente impossibile.

Quando il perimetro azzurro comparve sul muro di marmo, Bill smise di eseguire l'incantesimo, e toccó il centro del quadrato; il muro si aprì, rivelando un nascondiglio a forma di cubo, incavato.

«Un giorno mi insegnerai come aprire questo nascondiglio, vero?» domandò Percy.

«Certo. Ha molti segreti, questo nascondiglio... Per esempio questo.» rispose Bill.

«Questo?» Percy era confuso; suo fratello allora liberó il nascondiglio da tutto quel che conteneva, ovvero la loro pozione appena incominciata e gli ingredienti.

Ripose tutto per terra e poi inserì l'intero braccio all'interno del nascondiglio.

«Cosa? Ma quanto è grande?» Percy spalancó gli occhi, e Bill sorrise, estraendo il braccio.

«All'apparenza sembra un semplice cubo, ma è scavato anche verso sinistra.» rispose il Caposcuola.

«Okay... Ora mi puoi far vedere quel che dovevi farmi vedere? E soprattutto, cosa significa far vedere? Cioè, cosa dovrei vedere?» Percy riprese con le sue logorroiche ma più che lecite domande, e suo fratello inserì nuovamente il braccio dentro al nascondiglio.

Quando lo tiró fuori, reggeva tra le mani una specie di bacinella: era larga e bassa, fatta di pietra e con degli strani segni incisi sul bordo.

Gli occhi di Percy gli uscirono quasi dalle orbite.

«Non è quello che penso che sia, vero?» domandò, e Bill sorrise.

«Sai già cos'è un Pensatoio?» chiese stupito.

«Sì, c'è scritto su Storia di Hogwarts: i quattro fondatori della nostra scuola trovarono un Pensatoio nel punto in cui volevano costruire Hogwarts... Non si sa a chi appartenesse quel Pensatoio, ma si sa che è diventato un bene della scuola: risiede nell'ufficio del Preside, che può utilizzarlo, e si racconta che ogni Preside lasci al suo interno almeno un ricordo della scuola. Poi il libro spiega anche com'è fatto un Pensatoio.» parlò Percy, e Bill annuì.

LA BAMBINA DI NESSUNO - La Collana MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora