XXXIX ~ Secondo anno

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Percy e Sally camminavano lungo i corridoi della scuola.

Avevano appena finito di parlare con Bill e Charlie, in biblioteca, ed ora si stavano dirigendo nella loro Sala Comune per fare una grandiosa proposta ad Oliver, il loro migliore amico che, come entrambi avevano ammesso, era giusto facesse parte del grande piano.

Durante il loro tragitto però, si erano imbattuti in alcuni ragazzi più grandi che stavano prendendo in giro Penelope Clearwater, un'amica di Percy che faceva il loro stesso anno ed era di Corvonero.

«Come mai hai difeso Penny da quei ragazzi?» domandò Percy ad un tratto: era sicuro che la Corvonero non avrebbe fatto altrettanto per Sally.

«Non lo so. Mi è venuto spontaneo...» rispose semplicemente lei, «e tu da quando la chiami Penny?»

«È colpa di Talbott: lui la chiama così, e mi ha attaccato questo soprannome.» si difese Percy, poiché Sally lo stava osservando col suo tipico sguardo malizioso; sguardo che di solito riservava per lui e Oliver, quando quest'ultimo lo abbracciava.

«Sarà...» rispose Sally, continuando a fissarlo in quel modo, e Percy distolse lo sguardo.

«Te l'ho già detto: è molto carina, una delle più carine del nostro anno, ma non c'è nulla tra di noi. Siamo amici.» parlò Percy, perché effettivamente non provava nulla per Penelope Clearwater.

«Ma sì, lo so, sto scherzando. E poi, si sa che tu sei solo un gay non dichiarato.» rise Sally, godendosi la reazione del suo migliore amico: Percy strabuzzò gli occhi, guardandola male.

«Perché dovrei essere gay?» le domandò, offeso: non aveva nulla contro gli omosessuali, ma sentire Sally dargli del gay non era comunque piacevole, perché... Perché non era piacevole e basta.

«Boh, così.» rispose Sally, lanciandogli l'ennesima occhiata divertita.

«No, adesso me lo spieghi...» continuò a farfugliare Percy, ma la ragazza lo ignorò; si piazzò davanti al quadro della Signora Grassa e pronunciò la parola d'ordine.

«Cor Leonis.» disse Sally, e la donna si spostò, facendoli entrare.

«Allora, perché dovrei essere gay?» ripeté Percy imperterrito, mentre Sally passava la Sala Comune con lo sguardo, alla ricerca di Oliver.

«Mi rispondi? Non puoi dire una cosa così se poi non mi...-»

«Calmati Perce, stavo scherzando.» lo bloccó Sally, sogghignando sotto i baffi.

«Sarà meglio... E non ridere.» il ragazzo le lanció un'occhiataccia dall'alto in basso, il che era semplice considerando che Sally gli arrivava circa al mento.

«Dov'è Oliver?» domandò Sally dopo un po'.

«Andiamo in camera mia,» parlò Percy, poi arrossì e si corresse, «cioè, nel senso, andiamo a vedere se Oliver si trova nella mia...-»

«Sì Perce, avevo capito. Tranquillo.» ridacchiò Sally, per poi imboccare le scale del dormitorio maschile; Percy la raggiunse in due secondi.

Ignorando le occhiate stranite degli altri Grifondoro, che osservarono Sally salire nel dormitorio sbagliato, i due ragazzi attesero sopra la scala a chiocciola, che saliva da sola aggrovigliandosi attorno alla grossa colonna di legno.

«È una fortuna che Bill e Charlie siano stati d'accordo... Sono così felice che Oliver preparerà il Veritaserum con noi!» sussurró Sally emozionata; lei e Percy erano appena stati dai due Weasley più grandi, per chiedere loro se anche Oliver poteva unirsi al piano.

Sally aveva insistito tanto, sostenendo che, siccome preparavano la pozione principalmente per lei, doveva essere lei a decidere chi potesse prendere parte del piano... E siccome Oliver era il suo migliore amico, assieme a Percy, non voleva farlo senza di lui.

LA BAMBINA DI NESSUNO - La Collana MaledettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora