Capitolo 42 - Ferie (Parte 3)

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Il cellulare nella sua tasca prese a vibrare. Cercò di ignorarlo, ma quello non smetteva.
Sbuffò, scuotendo la testa.

«Perdonami solo un istante. Potresti gentilmente fare silenzio?» disse, portandosi il dito indice davanti alla bocca, mentre guardava l'uomo di fronte a sé nei suoi scuri occhi a mandorla.

Tirò fuori il telefono dalla tasca e rispose con disinvoltura: «Ciao, Ray!»

«Eve?» Daniel rimase un istante interdetto, «Sei tu?» chiese poi perplesso, al di là della cornetta.

«Certo che sono io. Perché?»

«Hai una voce strana.»

«Oh, è vero... ho il casco, mi sto allenando.» 

«Credevo fossi in vacanza.»

«Sì, ma lo sai che mi piace tenermi in forma.» Sollevò gli occhi al cielo, avendo però cura di continuare a parlare con naturalezza.

L'asiatico che le sedeva di fronte si lasciò scappare un lamento.

Seccata, inclinò appena la testa e tirò con più forza la catena avvolta al collo di lui, che assunse una colorazione purpurea mentre iniziava ad ansimare.

Allontanò il telefono dall'orecchio solo per un istante, per fare nuovamente il segno del silenzio con la mano che lo reggeva, poi tornò ad ascoltare.

«... Eve, mi hai sentito? Cos'era quello? Un lamento? Non stai picchiando gente a caso, vero?»

«No! Certo che no! Ma per chi mi hai preso?» rispose disinvolta.

L'uomo annaspava alla disperata ricerca di ossigeno e si agitava sulla sedia su cui era immobilizzato.

L'assassina, seduta davanti a lui sulla scrivania in vetro scuro, scosse seccata la testa celata dal casco, «Scusa, Ray, non posso parlare ora. Posso richiamarti fra cinque minuti?»

«Ok, ma vedi di non fare cazzate!»

«Ma figurati! A prestissimo, allora!» concluse in tono innocente.

Chiuse la chiamata e ripose lo smartphone in tasca, mentre con l'altra mano allentava la tensione sulla catena.

«Perdonami, non avrei mai voluto ignorarti. Ma ora sono di nuovo qui, solo per te!» disse con falso entusiasmo in faccia all'uomo.

L'asiatico era paonazzo, il corpo attraversato da tremori incontrollabili. Il sudore aveva imprigionato su fronte e guance delle scomposte ciocche dei lunghi capelli neri, parzialmente usciti dall'elastico che li stringeva in una coda bassa.  Quel viso ormai non era altro che una maschera di lacrime e disperazione.

Il killer continuava a parlargli attraverso quello strano casco nero che ne distorceva la voce, rendendola ancora più surreale e spaventosa: «Amico, prima mi sembrava di averti gentilmente chiesto di fare silenzio!» urlò le ultime due parole, proprio mentre piantava la lama nello stomaco dell'uomo. Il suo grido di dolore riecheggio tra le pareti insonorizzate, diventando sempre più straziante man mano che il metallo veniva rigirato tra le sue membra.

Smise di strillare solo perché aveva esaurito l'aria nei polmoni, la sofferenza invece era tutt'altro che finita. Tentò di prendere fiato e di parlare tra spasmi e lacrime: «C-cosa vuoi d-da me? Soldi? Pos-so dartene q-quanti ne vuoi!»

Eve estrasse piano la lama dal ventre lacerato, provocandogli un altro lamento. Prese a pulirla sulla spalla della vittima, facendogliela scorrere pericolosamente vicino al collo.
«Nah, il denaro non mi interessa. Sai, ti ho visto sul notiziario l'altra settimana. Devo davvero fare i complimenti ai tuoi avvocati: non deve essere stato facile farti uscire pulito da un'accusa per contrabbando di droga e induzione alla prostituzione. Sei proprio bravo a sceglierti i collaboratori, sai.»
Guardò alle proprie spalle, verso la decina di corpi riversi a terra senza vita, e fece un ghigno.
«Certo non si può dire lo stesso delle tue guardie del corpo.»
Si lasciò scappare una mezza risata e si voltò di nuovo verso la faccia sconcertata di lui.
«Ho raccolto un po' di informazioni e in effetti droga e prostituzione sono solo la punta dell'iceberg, non è vero? Corruzione, riciclaggio, omicidio, traffico di esseri umani... Hai messo su davvero una bella attività, complimenti!»
Batté un paio di volte le mani in un sarcastico applauso, accompagnata dal tintinnio della catena.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora