Capitolo 52 - La missione (Parte 8)

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La presa sul collo era estremamente dolorosa, le dita dell'uomo le stavano affondando nella carne.
Iniziava a mancarle il respiro.
Il volto dinanzi a lei sempre più sfocato.
La spinta del pugnale sull'addome diventava a ogni secondo più difficile da contrastare, la sua unica mano sana stava per soccombere, ormai senza forze.

Non aveva scelta, doveva mollare la presa sul coltello per impugnare un'arma e contrattaccare, sperando che il giubbotto antiproiettile bastasse a impedire alla lama di lacerarle il ventre.
Era l'unica soluzione.

Tentò di fare mente locale sulla posizione di tutte le armi dislocate sulla sua tuta, per scegliere la più pratica da afferrare e brandire contro l'avversario.
Era difficile pensare a mente lucida in quella situazione, ma era addestrata a farlo, era la sua specialità. Poi non aveva molta altra scelta.
Prese in fretta una decisione, sperando fosse quella giusta.
Strinse per un ultimo istante le dita sulla lama, poi la lasciò andare, guidando la mano alla cieca sulla tuta, mentre boccheggiava alla disperata ricerca di ossigeno.

D'un tratto, un lampo argenteo attraversò da parte a parte la sua visuale offuscata.

L'uomo si paralizzò e, dopo un singolo istante che parve durare un'eternità, la sua testa si staccò di netto dal collo, cadendo a terra con un tonfo sordo. 

La presa sulla gola di Eve si allentò e il corpo decapitato le ricadde addosso, per poi accasciarsi al suolo, aprendole la vista verso Daniel. Le spalle del giovane si alzavano e abbassavano ritmicamente, la katana ancora sollevata in aria con entrambe le mani.

Uno.

Eve rimase a guardare il suo salvatore, riprendendo fiato, poi con uno scatto improvviso allungò il braccio sano verso di lui, afferrandolo per il bavero per tirarlo con forza verso di sé.

Il fragore di uno sparo lacerò il silenzio e un proiettile schivò la schiena del giovane, andando a conficcarsi sulla parete.

La ragazza fece un passo in avanti, schiacciando il compagno tra le proprie spalle e il muro, come a fargli da scudo con il proprio corpo.
Con un gesto fulmineo estrasse la pistola dalla fondina sulla coscia sinistra e fece fuoco.

L'uomo dall'altra parte della stanza si accasciò a terra, con un foro in fronte e ancora l'arma fumante stretta nella mano.

Zero.

Eve rinfoderò la pistola e iniziò a far vorticare il capo sinistro della catena dinanzi a sé, continuando a tenere premuto il giovane contro la parete.

Quando la velocità della rotazione fu abbastanza elevata, poté rilassarsi e ricominciare a respirare.
Scrutò con attenzione nei paraggi, attraverso la barriera traslucida, finché non fu certa che non ci fossero più pericoli nella stanza.

Riprese fiato, con lunghi respiri dalla bocca spalancata.
Il cuore le batteva frenetico in gola, ancora dolente per la stretta dell'uomo.
Deglutì, tentando di ricacciare il muscolo al suo posto e di far rallentare quella sua folle corsa.
Erano circondati soltanto da inermi cadaveri riversi a terra in un bagno di sangue.
Erano ormai al sicuro.

Si girò verso Daniel, mantenendo sempre la barriera alzata dietro di loro.
Il giovane stringeva ancora la katana insanguinata nella mano destra, abbandonata al suo fianco. Non poteva vederlo attraverso il casco, ma il suo sguardo era di certo puntato sulla testa decapitata ai suoi piedi.

«Ray, sei ferito?»

Non ottenne risposta.

Passò rapidamente gli occhi su di lui. Individuò subito due buchi nella divisa all'altezza del ventre.
Il suo cuore perse un battito.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora