Capitolo 33 - L'esame (Parte 2)

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-- Tre giorni prima --

«Eve, credi davvero che ieri notte mi volessero violentare?» chiese Daniel, immerso nel buio della tenda da campo.

«È questo che non hai avuto il coraggio di chiedermi per tutto il giorno?»

«Scusa?»

«Dai, Ray, non fare il finto tonto. È tutto il giorno che hai quella faccia da "glielo dico o non glielo dico?". Era per questo?»

Il giovane sorrise. Eve sembrava continuamente farsi i fatti suoi, invece era sempre attenta a ciò che le succedeva intorno.
«Già» rispose.

«Ne sono convinta, sì.»

«E cosa te lo fa pensare?»

«Quel tipo aveva già il pisello di fuori, fai un po' tu.»

«E perché avrebbero dovuto prendersela con me, scusa?»

«Ray, non sottovalutarti così: sei un buon partito, quel tuo bel faccino deve aver fatto colpo!» scherzò lei ridacchiando.

«Che scema! Non ti è mai passato per la testa che avessero immobilizzato me per potersi accanire su di te senza impedimenti?»

Eve si rigirò nel sacco a pelo. «Possibile, ma lo escluderei.»

«Perché? Certo non avrai un bel faccino come il mio...» Anche Daniel sfoggiò un po' del suo sarcasmo, «ma almeno sei una ragazza.»

«Hai mai sentito parlare di nonnismo, Ray? Sono quegli scherzi, riti e sevizie che si riservano di solito alle matricole-»

«Lo so cos'è il nonnismo!»

«Credo che quel militare non avesse semplicemente voglia di...» Tossicchiò, «coccole. Sicuramente riservano lo stesso trattamento a ogni nuovo arrivato e tempo fa deve averlo subito lui stesso. Oppure era solo un modo per spaventarci e farci andare male all'esame. Io propenderei per una fusione di entrambe le ipotesi.»

«Ok, ammetto che è verosimile. Ma allora perché non unire l'utile al dilettevole e sfogarsi su una bella ragazza?» Daniel fece una brevissima pausa, per poi continuare con voce sarcastica: «Anche se non sexy e appetibile quanto il sottoscritto!» Scoppiò in una risata.

«Ah, quindi lo ammetti di essere una calamita per Marines arrapati, eh, puttanella!»
Ridacchiarono per un po', poi Eve si fece seria.
«Non fraintendermi, con questo non intendo dire che siano omosessuali, cioè, possono anche esserlo, non c'è niente di male, ma questa cosa non ha nulla a che fare con la sessualità. Qui si tratta di riti e tradizioni, per quanto possano essere schifosamente sbagliati.»
Scosse la testa con disapprovazione.
«In più credo che per loro violentare una ragazza sia molto più pericoloso. Bada bene, è una merda in ogni caso e a prescindere loro sono delle merde, ma sai, se lo fai a una ragazza è stupro, invece a un ragazzo puoi farlo passare per bullismo, uno "scherzo". Poi una ragazza non si farebbe scrupoli a denunciarti e così rischi di finire nei casini. Invece un ragazzo, un commilitone tra l'altro... quanti ragazzi pensi che denuncerebbero il fatto? Soprattutto sapendo che è una cosa "normale" e che anche tutti gli altri ci sono passati e loro sarebbero gli unici coglioni a fare la spia.»

«Beh...»

Non lo lasciò ribattere e proseguì il suo discorso: «Tra l'altro, Ray, quanti ragazzi ammetterebbero pubblicamente di essersi fatti sodomizzare, eh? In questi casi devi tenere conto soprattutto del fattore "orgoglio maschile". E hai visto il Sergente Maggiore come li ha difesi? Ha fatto finta di nulla: "nella registrazione non si vede niente di tutto ciò", tsz, idiota! Sai che casino verrebbe fuori se si sapesse in giro che qui si attuano certe pratiche così poco "ortodosse" tra i militari, i salvatori della patria?»

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora