Capitolo BONUS - La convivenza

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Attenzione: capitolo costituito al 80% da ironia e al restante 20% da linguaggio scurrile

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Eve si svegliò.
La stanza era immersa nel buio, rischiarato solo dalla flebile illuminazione esterna che filtrava appena dalla finestra.
Non capiva perché si fosse svegliata nel bel mezzo della notte, era certa di non aver fatto nessun incubo.
I suoi sensi assopiti si riattivarono e percepì un lieve e insolito rumore provenire dal letto inferiore.

«Ray, cosa stai facendo?» sussurrò confusa.

«Niente!» Il giovane rispose decisamente troppo in fretta e con tono quasi colpevole. La cosa la fece insospettire ancora di più.

«Come niente? Guarda che lo sento che fai rumori strani.»

Rimase interdetto e indugiò in silenzio per alcuni secondi, poi sospirò.
«Ok, mi sto facendo una sega, va bene?» rispose con voce seccata.

«Cosa? Ma sei scemo?»

Il ragazzo imprecò nella propria testa. «Scusa, Eve. Pensavo stessi dormendo.»

«Ma chi se ne frega se dormivo o no! Sei in camera mia! Non puoi!»

«Questa è anche camera mia e ci faccio quello che mi pare!» si difese con prontezza.

«Non credo proprio! E poi che cazzo, Ray, hai forse quattordici anni e gli ormoni in subbuglio?»

«Guarda che è una cosa normalissima a ogni età.»

«Ho capito, ma controllati un po'!»
Eve sbuffò seccata, mugugnando tra sé.

«Dovresti farlo un po' anche tu, sai, così magari diventi un po' meno acida!»

«Ma che cazzo dici?!» ruggì.

«Ecco, appunto... Comunque, Eve, io mi controllerei anche, ma tu mi sventoli il tuo culo in faccia tutto il giorno!»

«E io adesso cosa c'entro?» sbottò, poi la sua mente fu attraversata da un lampo, «Aspetta, non stavi mica pensando a me, vero?»

Lui si irrigidì, «No...» mentì imbarazzato, «ma figurati!»

«Comunque almeno vai in bagno, cazzo!»

Sbuffò, «Se mi chiudo in bagno, poi tu ti lamenti che lo tengo occupato per troppo tempo.»

«Quindi quando stai ore chiuso lì è perché stai facendo quello?» La voce di Eve era sempre più irritata.

«Beh, diciamo che se passassi una luce UV in bagno, brillerebbe come un albero di Natale!» rispose lui ridacchiando.

«Dai, che schifo!»

Danny scoppiò a ridere. «Scherzo! Non sono un animale... non così tanto, almeno!»

«Senti» irruppe seccata, «Facciamo che quando hai certe impellenze mi chiedi di uscire dalla camera, ok?»

«Oppure potresti darmi una mano» sussurrò malizioso.

«Cosa hai detto?»

Trasalì di colpo, «Niente! Ti avviserò, grazie!»

«Bene.» Eve si rigirò nel letto sbuffando. «E non pensare a me! Intesi?»

«No, no, figurati.»

La ragazza chiuse gli occhi stringendosi nelle coperte.
«Ray, ora non mi va di uscire. Vai in bagno!» aggiunse poi con voce seccata.

Daniel sbuffò, rigirandosi nel letto, «Tranquilla, mi è passata la voglia.»

«Meglio!»

«Buonanotte, Eve» sussurrò dolcemente.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora