Capitolo 34 - L'esame (Parte 3)

434 77 137
                                    

Giunsero al punto d'arrivo con un quarto d'ora d'anticipo.
Come previsto, non ci volle molto ai due ragazzi per raggiungere e superare i cadetti che erano partiti correndo: li trovarono sfiniti e ansimanti mentre si trascinavano lungo i solchi lasciati nell'erba dal fuoristrada.
Il percorso era stato tranquillo, avevano proceduto a passo moderato ma costante, senza mai fermarsi.
All'inizio, gli istruttori di tanto in tanto li affiancavano, urlando loro insulti allo scopo di incentivarli, ma dopo aver ricevuto diverse minacce da parte di Eve, quelli avevano deciso di ignorarli, sfogandosi sugli altri marines mano a mano che li vedevano rallentare o vacillare.

In attesa dello scadere dell'ora e mezza, i presenti erano liberi di riposarsi.
Si trovavano al limitare del bosco immerso nell'oscurità, solo le loro torce rischiaravano il buio.

Eve lasciò cadere con disprezzo il suo zaino a terra. Si sedette su una pietra con le braccia incrociate sulle ginocchia, appoggiandoci sopra la fronte, e rimase lì immobile.

«Ehi, Eve, stai male?» chiese Daniel, notandola, come paralizzata, ripiegata su se stessa.

«No» si limitò a rispondere lei senza muoversi.

«Sicura? Perché sei in quella posizione strana.»

«Sto solo cercando di dormire» tagliò corto.

«Dormire? Ma tra dieci minuti ricomincia la prova.»

«Lo so! Grazie comunque della preziosissima informazione» ribadì lei con sarcasmo.

«E pensi davvero di dormire?»

«Sì, lo pensavo...» Sospirò, «ma a quanto pare non avevo tenuto conto di te!» rispose seccata, senza mai sollevare la testa dalle proprie braccia.

«Vabbè, ma come cazzo fai a dormire per soli dieci minuti, scusa?»

Sbuffò sonoramente, «Hai mai sentito parlare di "inemuri"? Sei mezzo giapponese, dovresti conoscerlo.»

«"Inemuri"? L'abitudine dei nipponici di addormentarsi nei luoghi pubblici?»

«Esattamente!»

«E che c'entra? Non siamo mica in metropolitana!»

«Il concetto è lo stesso, Ray: se dormi bene, anche se solo per pochi minuti, riesci comunque a riposarti. Se fai tanti brevi sonnellini di qualità durante il giorno, poi la notte non ti serve dormire troppo. In poche parole: se non puoi dormire, dormi quando puoi!»
Danny la guardava con occhi straniti.
«Dovresti provarci anche tu... Ora, se vuoi scusarmi, mi sono rimasti ben sette minuti per riposare» concluse lei, ammutolendosi e rilassando la schiena.

«Mi stai dicendo che ora tu riusciresti ad addormentarti all'istante?» Purtroppo per lei, il giovane non era intenzionato a chiudere lì il discorso.

Sbuffò e rispose seccata: «Sì!»

«No, spiegami: tu riesci a dire al tuo corpo: "ok, ora spegniti!"?»

«Sì, ma solo se non c'è qualche rompicoglioni che continua a urlarmi nelle orecchie!»

«Dai, è impossibile! Come fai?»

«Allenamento, Ray, allenamento!»
Sollevò un secondo la testa per guardare l'orologio.
«Solo cinque minuti! Ma che cazzo!»
Sbuffò, nascondendo di nuovo il viso tra le braccia.

«Scusami, eh! Certo che potevi anche spiegarmelo prima! Sembra una tecnica interessante.»

«Esatto! Per questo ora vorrei metterla in pratica!»

«E come posso imparare ad addormentarmi a comando?»

«Non lo so... perché non provi con un proiettile dritto in fronte? Ho sentito dire che così ti spegni all'istante!» sentenziò lei con sarcasmo e un velo di malvagità.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora