Capitolo 12 - L'ultima notte

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Quella sarebbe stata l'ultima notte passata insieme in cella. L'incontro con John G. era fissato per il mattino successivo.
Poche ore, e quell'assurda convivenza sarebbe giunta al termine.

Come sempre la ragazza era sulla branda, mentre l'altro stava sdraiato a terra. Si sarebbero scambiati a metà nottata.

Il poliziotto si rigirò per cercare una posizione comoda e le manette che gli tenevano un braccio bloccato alle sbarre tintinnarono. Anche se durante il giorno era sempre libero, per sicurezza di notte lei preferiva tenerlo incatenato.
Si era abituato in fretta a dormire con un polso ammanettato, non era un grosso problema; la cosa a cui non avrebbe mai fatto il callo, però, era passare tutte quelle ore con la schiena sul pavimento. Aveva solo un paio di vecchie coperte di lana infeltrita a proteggerlo dal freddo delle piastrelle.
Portò la mano libera dietro la testa e cercò di sistemare meglio la giacca che usava come cuscino.

Non era però la qualità del giaciglio a impedirgli di dormire. Era troppo eccitato per ciò che sarebbe accaduto all'acquario, e agitato, e preoccupato, e speranzoso, e... non lo sapeva bene nemmeno lui. L'unica certezza era che finalmente avrebbero incontrato John G. e la sua prigionia si sarebbe conclusa. Poteva già sentire sulla pelle l'aria fresca della libertà e l'abbraccio dei suoi cari.

Poche ore, e quell'avventura sarebbe diventata solo un brutto ricordo, dei giorni da dimenticare e a cui non avrebbe più dovuto dare peso; uno di quegli aneddoti su cui scherzare durante le cene con gli amici.
Eppure non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza e a come si fosse comportata per tutto quel tempo.

Non gli aveva permesso di farsi consegnare un materasso in più, temeva che la Polizia ci potesse nascondere dentro qualche arma, o dell'esplosivo. In effetti, all'idea che i colleghi potessero mettere nel suo giaciglio una bomba, anche a lui era passata la voglia di chiederlo.
Si erano però fatti portare un paio di spesse coperte di lana che aveva ripiegato alla bell'e meglio, nel tentativo di creare uno strato morbido più comodo possibile; con scarsi risultati, certo, ma sempre meglio che stare sdraiato sulle piastrelle.

Ciò che lo sorprendeva, però, era che prima dell'alba lei andava sempre a liberarlo e gli lasciava la branda, cosicché entrambi potessero dormire comodi per almeno mezza nottata.
I primi giorni l'aveva ammanettato alla struttura metallica del letto, per poi smettere di farlo. Diceva che quelle poche ore di sonno le bastavano per riposarsi e che preferiva sorvegliarlo a vista. Non che ne avesse bisogno, era ormai palese che lui non avrebbe mai tentato di ribellarsi, soprattutto da quando gli accordi con la CIA erano stati stipulati.

Dopo avergli lasciato il materasso, la ragazza andava a sedersi contro la parete di fronte, abbracciando le gambe ripiegate davanti al petto, e adagiava la guancia sulle ginocchia. Restava immobile in quella posizione per ore, fino al momento della colazione.

Era stato così fin dal primo giorno. Non aveva mai capito perché lei lo facesse, perché si era dimostrata così magnanima nei suoi confronti, proprio lei che avrebbe potuto tenerlo incatenato al muro ventiquattr'ore su ventiquattro. Invece si era sempre comportata in maniera molto "umana", più di quanto si sarebbe mai aspettato da un'assassina a sangue freddo. Anche se non l'aveva mai ammesso, ormai era certo che lo fosse davvero, per quanto assurdo.

Quando gli avevano comunicato che quella ragazza aveva chiesto lui come ostaggio, era entrato nel panico; se in quel momento non si fosse trovato nell'ufficio del Capitano, di certo sarebbe fuggito per sottrarsi a quel dovere.
Era sicuro che lei avrebbe voluto vendicarsi. Lo avrebbe torturato, forse ucciso.

La Polizia l'aveva messo nelle mani della killer senza farsi nemmeno uno scrupolo. Era stato mandato al macello con solo un giubbotto antiproiettile e un coltellino nascosto nelle mutande.
Cazzo.
Chiunque altro lo avrebbe massacrato beccandolo con quell'inutile coltello, invece lei non aveva fatto una piega.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio (Volume I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora