Capitolo 46

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3 settimane dopo - Ore 9.40pm

Perrie

Vedo Adrien entrare in modo nervoso nell'ufficio, mentre si allarga la cravatta e blatera parole a caso.
Si siede alla sua scrivania, mentre io in silenzio ma impaziente, aspetto di ascoltare cosa ha da dirmi, sperando siano buone notizie.
"Ho parlato con i legali della detective Thirlwall.."
Lo guardo, attendendo che completi la frase.
Scuote il capo, incredulo.
".. non ha intenzione di testimoniare, è.. è finita"
Abbasso lo sguardo.
"Fammi parlare con lei"
Prende a massaggiarsi le tempie.
"Adrien fammi parlare con Jade"
Torna a guardarmi.
"Sei seria?"
"Devo parlarle, devo capire cosa sta succedendo.."
"No Perrie.. non capisci che l'unica cosa che stanno aspettando è un passo falso di questo tipo? Ti vedono varcare la porta del palazzo della detective Thirlwall e domani il processo può anche non avere luogo"
Mi appoggio allo schienale, chiudendo gli occhi e cercando d'inspirare quanta più aria possibile.
"Cosa ci resta da fare?"
Lo guardo scuotere il viso, assottigliando le labbra.
"Patteggiare.. Trovare un accordo o.. o confessare, sperando in uno sconto di pena, se ti mostri collaborativa, saranno più clementi"
Mi alzo, sentendo un'improvvisa rabbia attraversarmi il corpo.
"Non esiste.. non mi dichiarerò colpevole di crimini che non ho commesso, chiaro?"
"Perrie hanno documenti, firme, registrazioni, impronte.. tutto porta a te"
"La metà di quelle persone erano poliziotti o ex poliziotti, chiunque di loro sarebbe stato in grado di alterare una prova o crearne di nuove"
"La giuria non vedrà questa parte della storia"
"Adrien.. io non c'entro nulla"
"Io lo so.. non è me che devi convincere"
Il suo sguardo si addolcisce e per un attimo mi son sentita sollevata, almeno lui mi crede.
"Non riesco a credere che Matt mi stia facendo tutto questo.."
"Siediti.. vuoi qualcosa da bere?"
"Grazie ma meglio di no.."
Annuisce.
"Alla fine hai capito perché il detective Benson stesse indagando su di te?"
"No"
"Gli hai dato motivi per cui dubitare di te?"
"Nulla di diverso dal solito, anzi.. quella sera Matt mi portò a dubitare del detective Benson e in effetti c'erano dei dettagli che non mi quadravano.."
"Potremmo fare leva su questo e inquinare tutte le prove apportate dal detective Benson, sarebbe togliersi circa la metà del lavoro.."
"No.. non farò incriminare Richard per qualcosa che non ha fatto.."
"Per quanto ne sappiamo, può essere coinvolto tanto quanto lo fosse Matt"
"Adrien.. sta per diventare padre.. non posso fargli questo.."
"Certo.. tutti ci scagliano pietre addosso e noi non vogliamo lanciare neanche un sassolino"
Abbasso lo sguardo.
"Doveva andar così probabilmente.."
"Hm.. vai a casa.. se trovo qualcosa ti faccio sapere"
"Resti qui?"
"Si, un po' di lavoro in più non nuoce"
"D'accordo ma non fare tardi per me, non ne vale più la pena"
Mi sorride, così una volta in piedi, mi allontano, raggiungendo gli ascensori del palazzo.

Porto le mani sulla serratura, controllando che nessuno passi nei paraggi.
Dopo qualche istante e un buon lavoro di forcina, la porta si apre.
Abbasso il capo e aperto uno spiraglio, sgattoiolo dentro.
Chiudo la porta cercando di non fare troppo rumore e così mi volto ma la prima cosa che vedo è un'arma puntata dritta sul mio volto.
"Che ci fai qui?"
Sollevo le braccia e lentamente abbasso il cappuccio della felpa, mentre la guardo dritta negli occhi.
È così seria e bella, mi è mancata tanto.
"Ti ho chiesto cosa ci fai qui"
"Abbassa la pistola"
Prende un bel respiro e rilassandosi, mette la sicura all'arma e la appoggia su una credenza.
"Allora?"
"Perchè non testimonierai? Lo sai che non c'entro nulla, lo sai Jade"
Si sposta in salotto.
"Non sei stupida Perrie eppure sei qui, sembra quasi ti piaccia l'idea di farti condannare"
La vedo sedersi sul divano, aiutandosi con le braccia e scendendo lentamente.
Il mio silenzio e il mio sguardo sul suo corpo mi tradiscono, sentendola sospirare.
"Piccoli regali che mi hanno lasciato, per fortuna niente di permanente e ci sto lavorando ma.. ci vorrà un po'"
Abbasso il capo, percependo quel dolore attraverso la sua voce, come se qualcosa si fosse rotto dentro lei.
"Sai Perrie.. non dovresti davvero essere qui"
"Volevo vederti"
Annuisce, prendendo un calice di quello che credo essere vino dal tavolino e portandolo alle labbra.
"Mentre mi condannano per reati che entrambe sappiamo che io non ho commesso, tu sarai qui a bere vino e a guardarmi dalla tv?"
Assottiglia le labbra.
"Non posso aiutarti io"
"Perché?"
Scuote il capo.
"Va via"
"Me lo devi dire"
"Non mi interessa, ti ho detto di andartene altrimenti chiamo la polizia"
La raggiungo ai piedi del divano.
"Perrie vattene.."
"Voglio.. voglio solo capire.. io.."
Porto una mano sul suo fianco, iniziando ad accarezzarla, mentre il mio sguardo cade sul pezzo di fasciatura che si intravede da sotto la sua maglietta, giusto un po' sollevata.
"Che ti hanno fatto..?"
Qualche istante, per poi sistemarsi la maglia e coprire il tutto.
"Te l'ho già detto.."
Il suo tono non è più intimidatorio, sembra più remissivo, come fosse arrendevole.
"Ti prego, vattene Perrie.."
Mordo il labbro inferiore, sentendo il petto pesante e gli occhi caricarsi di lacrime.
"Vorrei solo stare un po' con te.."
La mia voce si rompe, quasi sussurrata esce dalle mie labbra, sentendo come se non ci fosse più aria nei miei polmoni.
Appoggio il capo sulle sue gambe, portando le braccia attorno i suoi fianchi e lasciando che le lacrime bagnino il mio viso.
Con mio stupore, sento la sua mano iniziare ad accarezzarmi i capelli, accompagnando così un dolce senso di sollievo.
"So cosa stai passando Perrie.. non avrei mai voluto tutto questo.."
Sussurra quelle parole e il mio sguardo si perde nella penombra del salotto.
".. grazie per avermi salvata.."
Sollevo il capo, cercando subito i suoi occhi.
"Avrei fatto di tutto per te"
"Lo so.. proprio per questo ti chiedo ora di andartene"
"Jade.."
Mi alzo e lei si alza con me, arrivando così faccia a faccia.
Mi avvicino, cercando le sue labbra ma subito sento una stretta al braccio, mentre lei prende una certa distanza.
Abbassa lo sguardo e così mi evita.
Con cautela, raggiunge la cucina e preso un calice versa un po' di vino.
Sembra così stanca, così fragile.
"Vuoi?"
Mi avvicino al bancone e improvvisamente la situazione mi riporta alla prima sera che siamo finite a letto insieme.
Prendo il bicchiere e faccio un sorso, mandando giù più della metà.
"Stringi i denti domani, non sarà facile"
"Hm.. lo so"
Abbassa lo sguardo, incrociando le braccia.
"Te la caverai"
Scuoto il capo, sorridendo.
"Non è vero"
Sembra sul punto di rispondere ma tace, tornando sulle sue.
Assottiglia le labbra, aggirando la penisola per raggiungere il divano, passandomi giusto accanto.
Mi sento improvvisamente svuotata..
Appoggio il calice al bancone e voltandomi la trovo alle mie spalle.
Qualche frazione di secondo, il mio braccio avvolge la sua schiena e unisco le nostre labbra.
Un rumore di vetri che cadono sovrasta quello delle nostre labbra che si cercano.
Le sue mani provano a respingermi ma insisto, sentendo chiaramente quanto lo voglia.
Allenta la presa sul mio petto, man mano che approfondisco il bacio, man mano che si lascia andare.
La prendo quindi tra le braccia, sollevandola e accompagnandola sul divano.
Mi fa spazio tra le sue gambe, mentre scendo a baciarle il collo, sentendo come il respiro le si comprometta sempre più.
La guardo tenere gli occhi chiusi e le labbra giusto un po' aperte.
Torno su queste ultime, bagnandole e facendole mie, mordendole e accarezzandole un po', ricordando la piacevole sensazione di calore che mi hanno sempre dato.
Porto le mani sui bordi della sua maglietta, senza smettere di baciarla, iniziando così a sollevarla.
Geme sulle mie labbra e il suo viso si tinge di un'espressione di dolore.
Abbasso lo sguardo, vedendo la mia mano sulla fasciatura.
"Scusa.. scusami amore.."
La vedo mordersi il labbro inferiore e con fatica, si sforza di tornare seduta, mentre io turbata resto ferma immobile a guardarla.
"Perrie devi andartene.."
"Ma Jade.."
"Vattene!"
Non mi rivolge lo sguardo ma capisco.
Mi era mancato sentirla.
Serro la mascella e così mi alzo dal divano.
Faccio qualche passo indietro e la mia attenzione viene catturata dai pezzi di vetro del calice di Jade sparsi sul pavimento.
"Ti.. ti posso aiu.."
"Ci penso io"
Contrariata mi allontano, dandole prima un'ultima occhiata, vedendola con le mani tra i capelli e il capo chino.
Infilo nuovamente il cappuccio e voltandomi, esco dall'appartamento.

Jade - 00.15am

La mia gamba non smette di tremare, mentre i miei occhi fissano il pavimento e le dita scavano tra i capelli, come a voler strappar via i ricordi di questa serata.
Non riesco bene neanche a capire da quanto sono qui, da quanto non mi muovo da questo divano.
Cazzo..
Vengo riportata con i piedi a terra da un paio di rintocchi alla porta.
"Okay.."
Mi alzo, raggiungendo lo specchio nel corridoio e controllando che sia bene o male presentabile e che nulla di lei mi sia rimasto addosso, nulla di visibile almeno.
Bussano nuovamente ma presto, dopo un lungo respiro, vado ad aprire.
"Signorina Thirlwall.. finalmente"
Li lascio entrare.
"Mi scusi se l'ho fatta aspettare procuratore"
"Non si preoccupi"
Raggiungiamo il salotto, mentre la guardia del corpo resta all'ingresso.
Prendo il bicchiere dal bancone e mando giù un ultimo sorso.
"Vedo che non era sola.. qualcuno ha pensato di venirle a fare visita? Qualcuno come la detective Edwards?"
Il suo sguardo cade prima sui pezzi di bicchiere a terra e poi su quello che tengo tra le mani.
"Hm.. era più una visita di piacere diciamo, se sa cosa intendo.."
Il suo volto cambia in un'espressione più interdetta.
"Sa detective.. siamo capaci di fare cose molto sgradevoli a chi ci mente.."
"E io ne sono la prova vivente o sbaglio?"
"Hm.. certo ma lo sa.. era necessario e poi.. la vedo in gran forma ora"
Lo guardo, sentendo la repulsione verso quest'uomo trasparire da ogni mio poro.
"Me la cavo"
"Ottimo, quindi.. con chi era signorina Thirlwall?"
Mordo il labbro, senza smettere di guardarlo, cercando di pensare in fretta a qualcosa.
"Sa.. oltre alle ferite del corpo, ho bisogno di guarire quelle dell'anima, no?"
Solleva le sopracciglia, in segno di stupore.
"Ah beh.. comprensibile.. un po' di piacere carnale non guasta mai e per quanto ne so ha gusti alternativi lei, giusto?"
"Diciamo che gli uomini non mi hanno mai fatta impazzire"
Sorride.
"Sean"
Sento i passi della guardia avvicinarsi alle mie spalle.
"Raccogli i cocci di vetro a terra e imbustali.. conosce il detto detective 'fidarsi è bene, non fidarsi è meglio'? Beh.. verifichiamo solo di chi possiamo fidarci"
Guardo l'uomo raccogliere con cautela i pezzi di vetro, riponendoli quindi in una busta trasparente.
Sposto l'attenzione nuovamente sul procuratore McGregon.
"Beh.. la visita è finita detective, eravamo solo venuti a rinnovarle l'invito a stare dalla parte giusta"
"E come le ho già detto diverse volte, sto già dalla parte giusta, non avrete alcun problema domani"
"Ci fa piacere sentirlo"
"Ora se non vi dispiace.. sarei impegnata"
"Certamente, togliamo il disturbo"
Li accompagno alla porta.
Una volta usciti, il procuratore sorridente si gira a guardarmi.
"Domani sarà un gran giorno, la fine di tutte le sue sofferenze detective"
Mi guarda orgoglioso.
"Già.."
"Buona serata detective Thirlwall"
"Altrettanto"
Chiudo la porta e come prima cosa cerco di prendere più aria possibile, come se avessi trattenuto il fiato per tutto il tempo.

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Is it me? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora