Capitolo 27

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Dopo 2 mesi

Perrie - 7.50am

"Vado a farmi la doccia, vieni con me?"
"No.. resto a riposarmi ancora un po'"
Lo sento sollevare le coperte e scendere dal letto, mentre su un fianco resto a guardare fuori dalla finestra il cielo farsi sempre più cupo, probabilmente pioverà e lei beh.. spero stia bene e al caldo.
Scendo dal letto, coprendo il mio corpo nudo con la vestaglia, per poi dirigermi in cucina.
Preparo la solita tazza di caffè, già.. Perché a lui fare colazione a casa con me non piace, preferisce scendere al bar e farla con gli amici.
"Hey io vado, ci si vede in centrale"
Mi viene vicino, posando un bacio tra i miei capelli, per poi uscire.
È da quando è scomparsa che gli angoli della mia bocca sembrano come esser diventati dieci volte più pesanti, così da essere dieci volte più difficile anche solo pensare di sorridere.
Per cercare un po' di sollievo riguardo le poche, troppo poche, foto che ho di lei, di quando pensavo che di tempo ne avrei avuto quanto ne volessi.

"Buongiorno capitano"
"Detective Thompson, sviluppi?"
"No ma.. continuo a cercare"
Dennis sembra l'unico che pare aver preso un po' più a cuore la scomparsa di Jade o almeno, è l'unico insieme a me a pensare, forse sperare che sia ancora viva là fuori, da qualche parte.
"Ti ringrazio"
"Nulla"
Entro nel mio ufficio, sembro averci fatto l'abitudine ma con tutte le pratiche da sbrigare temo di non concentrarmi abbastanza sulla questione che veramente mi interessa.
"Perrie abbiamo trovato un corpo, sto andando, vuoi venire?"
Sollevo lo sguardo, mentre il cuore balza in gola.
"No Perrie.. non è lei.."
"Oh.. bene.. no io.. ho tanto lavoro da terminare qui"
Torno sulle mie scartoffie, quando vedo due mani, le sue, appoggiarsi alla cattedra, così torno a prestargli attenzione.
"Perrie.. sono passati due mesi.. per quanto voglia anch'io rivederla.. in cuor mio so che lei non c'è più.."
"Finché non avrò il suo corpo sul tavolo nell'obitorio, io continuerò a cercarla e dovresti farlo anche te ma sembra non ti importi più ne di me ne tanto meno di lei"
"Non dire queste stronzate.."
"Stronzate? Richard io non ti riconosco più.."
"Anch'io tenevo a lei, tantissimo e lo sai quanto volessi bene a entrambe e non pensare che io non stia male al pensiero che lei sia morta"
"Non parlare di lei al passato.."
"Perrie devi guardare in faccia la realtà, perché Jade non tornerà più.. il messaggio era abbastanza chiaro"
Sbatte le mani sulla scrivania ed io non so più cosa dire o pensare, mentre lo sento sospirare.
"Anch'io vorrei riaverla qui.. vorrei chiederle scusa per quello che le ho detto quel giorno, vorrei poter tornare indietro Perrie.. ma non posso e l'unica cosa che mi salva dal non impazzire è credere che lei abbia veramente smesso di soffrire"
"Che giorno? Cosa le hai detto?"
"Non.. non importa"
"Importa a me, cosa le hai detto?"
"Perrie.. io non.. non avrei dovuto.. ero.. ero arrabbiato.. non lo so.."
"Richard cosa le hai detto?"
"La sera prima della sua scomparsa io sono.. sono andato da lei.. ero arrabbiato, volevo capisse che.."
"Sei andato da lei per dirle cosa?"
Chiude gli occhi, spostando la testa di lato, come lamentandosi.
"Che doveva starti lontana.. doveva lasciarti vivere la relazione con Matt.."
"Tu.. Richard.. va fuori, non ti voglio più vedere per il resto della giornata.. va via.. ho bisogno di stare sola"
Tira su col naso, mentre mi giro su me stessa, portando una mano alla mentre debolmente trema, gli occhi si inumidiscono e il respiro si fa pesante in petto.

Fermo l'auto sotto al palazzo.
Ci vengo tutti i giorni, non ne so neanche il motivo, forse per farmi trovare qui se dovesse tornare.
Scendo dall'auto, camminando fino all'entrata e raggiungendo gli ascensori.
Una volta arrivata, lentamente attraverso il corridoio fino alla sua porta.
Non avevo mai notato il silenzio di questo posto, sembra come rendersi conto che manca qualcosa, qualcuno.
Mi fermo ad osserla, come mai ho fatto prima, ripensando a tutte le volte che mi sono ritrovata qui davanti ad aspettare che mi aprisse, a sperarlo, quand'ero arrabbiata, quand'ero triste o felice, in qualche modo tornavo sempre qui a bussare alla sua porta.
Sento gli occhi bagnarsi, provando ad immaginarla proprio dove mi trovo ora mentre perde tempo non trovando mai la chiave giusta per aprire, vederla concentrata.
"Hanno trovato un acquirente"
Mi volto alla mia destra, cercando di nascondere le lacrime.
"Oh Mary.. sei te"
"Si tesoro.. vuoi.. vuoi entrare?"
"No io.. ero passata solo per.."
"Anche noi spesso ci fermiamo davanti la sua porta.."
Annuisco, asciugando le lacrime con l'indice della mano sinistra.
"Non so.. forse speriamo ci apra prima o poi"
"Oh Mary.."
"Dai entra, ci sono solo io"
Così un po' tra le lacrime, la raggiungo.
"Vuoi qualcosa da bere o mangiare?"
"No, non si preoccupi Mary"
Si siede sul divano avanti a me.
"Hai detto che hanno trovato un acquirente.. lo vendono?"
"Si, ormai credo abbiano firmato tutte le carte"
Annuisco, tirando un po' su col naso.
"Oh cara.. tieni"
Si alza, offrendomi poi un fazzoletto che gentilmente accetto.
"E.. le sue cose?"
"Sono tutte negli scatoloni in camera di nostro figlio, vuoi prendere qualcosa?"
Un po' incerta annuisco.
La seguo in quella che era la camera del figlio scomparso, vedendo quei scatoloni con le alette non ancora sigillate.
"Prenditi tutto il tempo che ti serve"
"Grazie"
Esce dalla stanza, accostando la porta.
Senza pensarci troppo mi avvicino, lascio scivolare il cappotto sul letto e lego i capelli così da non darmi fastidio.
Mi siedo a terra, inziando ad aprirne una.
Trovo diversi oggetti incartati, sembrano essere le sue tazze per il caffè. Ne scarto un paio, trovando quelle che usava ogni mattina per preparare la colazione a entrambe, quella che dopo la prima sera insieme stava comodamente tenendo in mano, spiegandomi come fossimo finite a letto.
Un sorriso nervoso attraversa il mio viso.
Queste credo di portarmele via, le metterò da parte e le terrò per me.
Guardo nella scatola ed intravedo quella che era la sua giacca a scacchi, nonché la mia preferita e lei lo sapeva benissimo, così ogni scusa era buona per indossarla.
La porto dietro la mia schiena, per poi legare le maniche sulla mia pancia, come era solita abbracciarmi lei, come era solita farmi sentire protetta. Mi sforzo di ricordarne il calore ma c'è poco da fare.. queste maniche sono vuote e la piacevole sensazione di serenità che sapeva trasmettermi è andata del tutto persa insieme a lei.
Scoppio a piangere, iniziando a tremare senza sosta, mentre prendo coscienza di quanto sia difficile respirare in queste condizioni.
Mi faccio forza, continuando a frugare nella scatola, finché non trovo una pila delle sue camicie. Hanno tutte ancora il suo odore, così stringendone una, chiudo gli occhi, lasciando che il suo profumo invada ogni mio senso e portando alla mente tutti i ricordi di quando l'avevo abbastanza vicina da sentirne l'odore.
La stringo al petto, come fosse lei, come se potessi farle sentire il mio dolore in questo inesistente abbraccio.
Vorrei aprire gli occhi e averla qui, non so come e non mi importerebbe, vorrei solo riaverla indietro.

Esco dalla stanza, con in braccio la giacca, un paio di camicie e le due tazze, tornando quindi in salotto.
"Hey tesoro"
Mary mi viene incontro, portando le mani sul mio viso, probabilmente avendo capito che ho pianto.
"È okay.. tranquilla, sto bene"
"Hm.. aspetta ti do qualcosa per sistemarti"
La vedo sparire in cucina, così appoggio le cose al tavolino in soggiorno, per poi sciogliermi i capelli e asciugare le ultime lacrime.
"Ecco, ti è colato un po' di trucco"
"Grazie Mary"
"Nulla.. vuoi portarti via queste cose?"
"Hm.. si, se non è un problema"
"No tranquilla, anzi se vuoi prenderti tutto va più che bene, due cuori vecchi come i nostri reggono poco a queste cose"
"Beh.. capisco e mi piacerebbe ma a casa Matt non credo sarebbe molto d'accordo.."
"Certo.. Matt"
Annuisco.
"Voi.. avete smesso di cercarla?"
"Si cara.. credo sia meglio per entrambi così, ci siamo già passati con John dopotutto"
Chiudo gli occhi, scuotendo il capo.
"Io non mollo, non lo avrebbe fatto neanche lei"
"Lo so.. e va bene così tesoro"
Saluto la signoraWilson e così torno presto in strada e dopo aver raggiunto l'auto, torno verso casa.

Arrivo davanti il portone e cercando di prendere le chiavi dalla tasca, noto un pezzetto di carta sotto lo zerbino.
Facendo attenzione, mi chino fino a raccoglierlo.
'Torneranno anche le belle giornate'
Ironico il destino.
Consegnano anche messaggi motivazionali ora?
Entro in casa, andando subito a posare le cose nel mio armadio.
"Hey eccoti"
Matt entra in stanza ed esordisce con un tono piuttosto allegro.
"Eccomi"
"Riesci a tenerti libera per domani sera? Vorrei portarti a cena"
"Suppongo di si"
"Grande e.. alle 8 pronta, mi raccomando"
"Si"
Esce dalla stanza, così finisco di sistemare il tutto, stendendomi poi a letto e riguardando il pezzetto di carta stampata trovato fuori.
"Torneranno anche le belle giornate.."
Sospiro, sperando abbia ragione e sentendo pian piano il sonno prendere il sopravvento.

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Ho pianto a scriverlo, scusate❤

Is it me? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora