Capitolo 6

298 20 3
                                    

Jade - 1.30am

Mi stendo accanto al suo corpo, avvicinandomi fino a farli combaciare.
Mi sento esausta e sporca, penso che la doccia sia servita a ben poco.
"Hey amore.."
"Hey.."
Si volta verso me, ha gli occhi socchiusi e il suo bellissimo sorriso sul volto.
"Tutto bene la serata?"
"Si amore"
"Ti sei divertita?"
"Si ma ora dormiamo che è tardi.."
Fa un giro su sé stessa, finendo col viso sul mio collo.
Lascio un bacio tra i suoi capelli, stringendola a me.
"Ti amo Jade"
"Ti amo Perrie"
Chiudo gli occhi e cerco di lasciarmi andare.

Perrie - ore 8.15

"Hey piccole pesti"
"Hey Rick"
Me lo ritrovo dietro, una mano sul fianco e l'altra mi porge una tazza di caffè, posando in fine un bacio sulla mia guancia.
"Grazie idiota, come mai tutto questo entusiasmo?"
"Sono stato promosso dai genitori di Melissa"
"Oh è vero la cena! Come sono?"
"Simpatici e gentili, il padre è un tipo un po' severo ma abbiamo qualche hobby in comune, mentre la madre mi adora"
"Sono davvero felice per te Rick!"
"Qualche dubbio sul mio lavoro, dopo quello che è successo.."
"Come l'hanno presa?"
"Diciamo bene"
"E te come stai?"
"Io? Bene, tutto bene"
"Ne sono felice.. Hai visto Jade?"
"Si.. credo sia in ufficio con Trevor"
"Ah capito"
"Tutto bene tra voi?"
"Si, si certo.. ieri sera è uscita con delle ex amiche del college.."
"E cosa non ti quadra?"
"Nulla.. È solo strano.."
"Cosa? Che abbia delle amiche?"
"No no.. è solo che quand'è tornata si è fatta una doccia e ha messo subito a lavare i vestiti nonostante li avesse presi puliti dell'armadio la sera stessa"
"E cosa c'è di strano?"
"Richard.. esce con le amiche e suda?"
"Può succedere, anch'io mi faccio la doccia dopo esser uscito"
"Si ma non è da Jade neanche mettere a lavare i vestiti con questa frequenza.. ci convivo da abbastanza tempo da conoscere le sue abitudini"
"Okay.. vai al punto, che stai pensando?"
Mi mordo il labbro, nervosa e spaventata dai miei stessi pensieri.
"Se mi stesse tradendo?"
"Scherzi vero?"
"Richard.. andiamo.. esce, suda, si fa la doccia e mette subito a lavare i vestiti.. che devo pensare?"
"Beh non credo possa tradirti.. ti ama da impazzire, non posso neanche immaginarmi possa fare qualcosa del genere"
"Non lo so.. è molto gelosa della sua privacy ultimamente"
"Come giusto che sia, no?"
"Non saprei.."
"Hey personcine, eccomi qua"
"Jade buongiorno anche a te"
"Di che parlate?"
"Il caso, nulla di che.."
"Beh a proposito.. questa mattina ve la dovete cavare senza di me, ho qualche commissione da sbrigare"
"E Trevor ti lascia andare?"
"Si certo, gli ho spiegato le motivazioni e mi ha concesso la mattinata libera"
"Capisco.."
I suoi occhi mi guardano un po' confusi, mentre la mia mente non si ferma dal produrre pensieri negativi su pensieri negativi.
"Tutto bene?"
Mi prende la mano da lungo il mio fianco, iniziando ad accarezzarla dolcemente tra le sue dita.
"Si.. è solo che.."
Si avvicina, una vicinanza non conforme al genere di rapporti che siamo tenuti ad avere tra colleghi.
"Si?"
"È solo che mi mancherai"
Accorcia ulteriormente le distanze e all'ultimo devia la traiettoria del suo viso sulla mia spalla, mentre le sue mani affondano tra i vestiti lungo la mia schiena.
"Vorrei baciarti.."
Chiudo gli occhi, sentendo fino in fondo quelle parole.
"Lo vorrei anch'io"
Posa una mano sulla mia guancia e presto le sue labbra premono tra i miei capelli, in un bacio lento e amorevole.
"A dopo piccola"
"A dopo"
Si separa e senza guardarsi indietro va verso l'uscita della centrale.
"Beh.."
"Sh.."
"No.. volevo solo dire che.. se ti sta veramente tradendo, finge maledettamente bene di amarti"
Continuo a guardare nella direzione dove fino a qualche attimo fa potevo vedere la mia ragazza allontanarsi di gran fretta.
"Lo so.."

Jade - 10am

"Si, tutto bene.. ho un paio di nomi, inizio da qui.. Jeremy Lashton e Dean Belotta.. si.. si ma ti ricordo di aver appena iniziato.. bene.. si a più tardi"
Chiudo la chiamata, sistemando il telefono prepagato nella tasca interna della giacca di pelle, sento che il freddo invernale newyorchese mi sta seriamente mettendo alla prova.
Devo solo entrare, fare le domande ed uscire. Roba da prima elementare.
Precedenti con rapina a mano armata, aggressione a pubblico ufficiale e ostacolo alla giustizia.
Niente di intrattabile insomma.
Decisa mi sollevo dal cofano della mia auto e attraversata la strada, vado verso la porta del malconcio mini camper.
Busso con forza in modo di avere la certezza di essermi fatta sentire.
"Polizia di New York, apra la porta"
Qualche istante di silenzio, rumore di passi svelti seguito da quello di cassetti che si aprono e chiudono.
Estraggo l'arma di servizio e senza troppo pensarci, irrompo nel mini camper.
"Ah ah.. te lo sconsiglio"
Miro alle spalle dell'uomo che trovandosi a non più di un paio di metri e avendo capito la situazione, si ferma dal prendere la pistola dal ripiano, sollevando così entrambe le braccia.
"Jeremy voglio solo parlare, chiaro?"
"Si certo.. mi crede così stupido da parlare con una poliziotta?"
C'è puzza di chiuso, di fumo e sicuramente qualcosa andato a male, per non parlare del disordine, le tendine abbassate e il lerciume generale.
"Se non hai nulla a che fare con questa storia, non vedo perché tu debba avere problemi a parlare"
Si volta, abbassando le mani e sorridendomi stupito.
"Crede che io abbia paura di lei?"
Corrugo la fronte, guardandolo in modo serio come a chiedergli di spiegarsi meglio.
"Ah certo.. lei non ha ancora capito con chi ha a che fare, vero? Farebbe meglio a lasciar perdere tutto questo schifo detective"
Sorrido divertita.
"Non prendo ordini da te"
"Non lo capisce? Sanno già tutto di lei.. dove vive, dove lavora, cosa fa nel tempo libero.."
"Non mi scoraggio per così poco"
"Sanno con chi condivide il letto, la sua 'famiglia', i suoi amici, dove abitano, i luoghi frequentati.. devo andare avanti?"
Qualche istante, giusto il tempo di smettere di ragionare con razionalità ed avventarmi su di lui, premendolo contro il ripiano della cucina, con la canna della pistola che affonda nella sua pelle appena sotto il mento.
"Di chi stai parlando? Chi sono queste persone?"
"Detective deve stare più attenta.. venendo qui oggi ha messo un grande bersaglio sulla mia schiena, come lo ha lei, la detective Edwards, il detective Benson, i suoi adorati vicini, senza contare che probabilmente chiunque le abbia dato il mio nome, ha già smesso di vivere tra noi.."
"Dimmi di cosa diamine stai parlando"
"Mi sono rimaste poche ore ormai, lasci stare detective.. farebbe meglio a dimenticare tutto e forse uccideranno solo lei"
Sento la rabbia e l'impotenza pervadere i miei tessuti, le ossa e la mente.
Premo con tutta la forza che ho il mio corpo sul suo, schiacciandolo allo spigolo del ripiano e sentendolo lamentarsi dal dolore.
Mollo la presa, capendo di non avere possibilità di farlo parlare.
"Immagino tu non conti per loro"
"Nessuno è tanto importante.. cadremo noi, gli emarginati e pian piano verrà tutto alla luce detective ma non si aspetti di non subire alcuna perdita.. non hanno scrupoli per nessuno, neanche per una poliziotta"
"Resti in città, tornerò quando avrà voglia di parlare"
Indietreggio di qualche passo, vedendo un sorriso beffardo spuntare sul suo viso.
"Ammiro la sua devozione"
Prendo un bel respiro.
"A presto Jeremy"
"Non si immagina neanche quanto"
Mordo l'interno della guancia, per poi aprirmi la porta ed uscire come nulla fosse.
Raggiungo l'auto, entro e prendo fiato.
Estraggo il telefono dalla tasca, digitando l'unico numero salvato nella rubrica.
Sento squillare quando un'esplosione improvvisa proveniente dall'esterno del veicolo mi toglie il fiato, pietrificandomi.
"Si detective?.. Detective è lì?.. Jade mi sente?.. C'è qualcuno?"

-----------------------------------------------------------

Scusate l'attesa, sono state settimane e giorni un po' difficili, non sapevo neanche se continuare o meno a scrivere ma eccomi qui.
Il capitolo è breve, lo so ma da qualcosa dovevo pur ricominciare..
Vi voglio bene e spero vi piaccia❤

Is it me? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora