Capitolo 18

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Jade - 7.40am

Prendo un bel respiro, sentendo l'odore di pioggia nell'aria.
Non ha mai smesso di piovere, il tempo è come scandito da lunghi e prepotenti tuoni.
Apro e chiudo gli occhi più volte, per abituarmi alla luce grigia che entra dalle vetrate.
Beh.. Buogiorno New York.
Mi giro sull'altro lato, trovando il letto perfettamente vuoto e freddo.
Me lo aspettavo infondo.
Mi sollevo sui gomiti, stropicciando gli occhi per poi posare lo sguardo sulla sveglia sul comodino.
Già è tardi.. tanto vale prendersela comoda.
Mi giro su me stessa, mettendomi seduta e portando una mano tra i capelli e così mi alzo.
Raggiungo prima il salotto e poi la cucina.
Nulla.

Do un'ultima occhiata all'appartamento una volta finito di sistemare quello che abbiamo disfatto la sera prima ed ora è come se nulla fosse successo, come se non avessimo fatto l'amore o dormito insieme, sembra solo un semplice appartamento come un altro.

Ore 8.45am - In centrale

"Jade.. Hey Jade"
Mi volto, prima ancora di riuscire a sistemare il cappotto sull'appendiabiti.
"Hey Richard.. è bello vederti"
"Anche per me"
"Che volevi dirmi?"
"In realtà niente di che, solo chiederti come andassero le cose per te"
Assottiglio le labbra, non del tutto certa che quella domanda nasca proprio dal nulla.
"Spero bene, per te?"
"Speri?"
"Beh si.. vediamo oggi come va"
"Certo e.. hai qualcosa da dirmi?"
"Dove vuoi arrivare Rick?"
"Bah.. è solo che indossi quasi gli stessi abiti di ieri, tranne che per la giacca e Perrie oggi non sembra di buonumore.."
"Perrie.. d-dove Perrie?"
"Credo a prendersi un caffè in sala relax.."
Mi volto subito in quella direzione, scorgendo una coda bionda, di spalle.
".. Perché?"
"Oh suvvia Richard.. quando sei diventato così pettegolo?"
"Lo sai che mi preoccupo solo di due personcine"
Lo guardo sospirando.
"Non credo sia il caso di parlarne, se vuole lo farà lei"
La vedo uscire dalla sala relax e venire nella nostra direzione.
"Hey piccola Perrie"
"Smettila Richard"
"Te l'avevo detto.."
Si rivolge a me, con un'espressione di chi vuole sentirsi dire che aveva ragione.
"Oh mio dio.."
Guarda in direzione delle nostre spalle, così Rick ed io ci voltiamo, vedendo un Trevor dal volto malconcio, fare il suo ingresso in centrale seguito da tutti gli sguardi.
"Allora? Che c'è da guardare? Tutti a lavoro!"
Per una frazione di secondo i suoi occhi incrociano i miei, per poi interrompere il contatto una volta entrato nel suo ufficio, sbattendosi la porta alle spalle.
"Ma che diamine avrà combinato?"
Torniamo su Perrie che però sposta lo sguardo tra me e le mie mani, che con noncuranza copro.
"Jade c'entra l'indagine che state svolgendo?"
"Hm.. no, non riguarda l'indagine"
Guardo Perrie che con espressione accusatoria continua a fissarmi.
"Sai cosa gli è successo?"
"Non ne ho idea"
"Hm.. beh.. io devo andare, vi saluto ragazze"
Mi prende dal fianco, baciandomi la guancia e facendo lo stesso con lei.
"A dopo!"
Tengo lo sguardo basso, so cosa sta pensando ma tanto non vorrà sentir ragioni.
"Jade.. sei stata tu?"
Incrocio il suo sguardo.
"Perrie.. c'è una spiegazione.."
"No.. non voglio sentire nulla, è già abbastanza così.."
"Perrie ascoltami, per favore.."
"No Jade.. ti ricordo solo che quell'uomo mi ha salvato la vita, si è preso una pallottola per me.. non c'è scusa che tenga"
Mi sorpassa, come immaginavo.
"E stanotte?!"
Si blocca dov'è ma la vedo stringere i pugni e poco dopo continuare a camminare.
Sbatto un pugno sulla cattedra, sentendo dolore alle feriti precedenti.
"Hey partner, brutta giornata?"
Sento qualcosa battermi sulla gamba, così mi volto subito, trovando Dennis giocherellare con le stampelle.
"No.. no, tutto okay.. Tu non ti sei preso la giornata libera?"
"No, ti sarei mancato"
"Idiota"
Sollevo lo sguardo al cielo.
"E poi ho saputo che qualcuno ha pestato il capitano.. ne sai qualcosa?"
"No, dovrei?"
"No no.."
"Bene, mi aiuti a riguardare tutte le cartelle di Dean?"
"Beh.. non ti offendere ma salto volentieri e vado a prendermi qualcosa alle macchinette"
"Scansafatiche"
"A dopo detective!"
Sorrido per la sua sfacciataggine.
Finito di sistemare tutto il malloppo sulla cattedra, sollevo lo sguardo, trovando Trevor seduto alla sua scrivania, mentre parla nervosamente al telefono.
Credo di dovergli andare a dire qualcosa.. non so.. forse delle scuse.. non possiamo di certo restare così, durante un'indagine come questa.
Vengo interrotta dallo squillo del telefono nella tasca interna, così prima di allontanarmi rispondo.
"Detective Thirlwall, con chi parlo?"
"Salve signorina Thirlwall la chiamo dal Brookdale Medical Hospital, teniamo in cura la signora Mary Wilson, il marito Roger ci ha detto di chiamarla ma lei non risulta essere la figlia della coppia, vado errata?"
"No, non lo sono.. ma.. in che senso la tenete in cura? Cos'è successo?"
"Ci raggiunga quanto prima e le forniremo tutti i chiarimenti"
"Si.. si.. A-Arrivo subito"
Chiude la chiamata ed io resto qualche secondo pietrificata, stringendo il telefono al petto.
Abbasso la cornetta e inizio ad accatastare tutti i fogli nel cassetto, cercando di fare il più veloce possibile, non curandomi del disordine che sto creando.
"Hey.. che succede?"
Sollevo lo sguardo e Trevor mi osserva come se stesse osservando un'isterica.
Mi fermo, portando una mano alla fronte e rendendomi conto del macello di fogli che ho fatto.
"I.. i miei vicini.."
"I signori Wilson"
"Hm.. si.. la signora è in ospedale e.. e mi hanno chiesto di raggiungerli.."
"E cosa fai ancora qui?"
Abbasso lo sguardo, mentre mordo con forza l'interno della guancia.
"Non lo so.. non voglio arrivare lì e scoprire che la starò per perdere.. non so.. non so se ha senso.."
"Facciamo così, io ti accompagno dato che non mi sembri nelle condizioni per guidare, d'accordo?"
"Ehm.. si, credo di si"
"Bene, qui lascia pure così, Dennis si preoccuperà che nessuno si avvicini ed ora andiamo"

Is it me? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora