Capitolo 50

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Perrie

"Eccoci qua"
Parcheggia l'auto e attraverso il vetro del finestrino bagnaticcio dalla nebbia intravediamo quella che da oggi sarà la nostra casa.
Semplice, modesta e non troppo pretenziosa.
La solita villetta a schiera nei sobborghi di New York, il quartiere è tranquillo e soprattutto la casa piace a Jade e se piace a lei, sta benissimo anche a me.
"Mi sembra perfetta"
Mi volto nella sua direzione e la vedo sorridere.
"Si, quasi quanto te"
Mette una mano dietro al mio collo, posando le labbra sopra le mie, cercando un semplice bacio a stampo, per poi fermarsi qualche attimo.
Mi bagna le labbra con la lingua, tentando poi di schiuderle.
Mi accarezza il collo, mentre dolcemente mi lascia assaporare ogni angolo della sua bocca.
"Mh.. dovremmo andare.. prima che i nuovi vicini ci vedano limonare in macchina come due vent'enni"
Scoppia a ridere, uscendo poi dall'abitacolo.
Solo tre settimane dal verdetto e sembra passata un'altra vita.
Diego Sánchez, uno degli scagnozzi di Matt, si è sparato un colpo alla tempia dopo aver attentato alle nostre vite quel giorno fuori dal tribunale.
Ex detective corrotto. L'ultimo del gruppo, rimasto in libertà dopo la liberazione di Jade.
Voleva portar a termine il lavoro, forse era poco lucido o forse credeva veramente troppo negli ideali promossi da Matt.
In ogni caso, un'altra vita spezzata, piegata dalla corruzione.
Chissà.. forse troppa la vergogna, dopotutto tutti sanno l'inferno della prigione per un ex poliziotto.
Jade sembra star andando avanti, la stiamo elaborando entrambe.
Inutile mentire.
Il giorno stesso siamo crollate l'una tra le braccia dell'altra.
"Ci sei? Non vorrei far fare tutto il lavoro a me!"
Ma la stiamo superando.
"Arrivo!"
Insieme.

"Sistemo questo e poi ci siamo!"
"Dai muoviti, ti aspetto qui!"
La vedo entrare in casa con l'ultimo scatolone scaricato dall'auto.
Tra qualche giorno dovrebbe arrivare il resto dei mobili e finalmente possiamo concludere questo trasloco.
Continuo a guardare alla casa.
Alla fine mi piace veramente, Jade ha sempre avuto buon gusto per gli arredamenti e immobili.
"Signorina Edwards"
Mi volto e vedo un uomo in giacca e cravatta, coperto da un lungo cappotto in stoffa e un cappello stile anni novanta, avvicinarsi al vialetto di casa.
Il suo volto è appena scavato, contornato dalla corta, grigia e appena accennata barba.
Alza lo sguardo su di me, togliendo ora le mani dalle tasche, mostrando i pesanti guanti neri di pelle che inizia a sfilare.
"Ehm.. si, sono io.. lei è?"
Resto una frazione di secondo perplessa, senza ricevere risposta.
"Com'è che sa il mio nome?"
Abbassa lo sguardo estraendo dalla tasca un pacchetto di sigarette.
"Vuole?"
Resto muta, accennando poi un quasi impercettibile 'no' col capo.
Ne accende una, portandola alle labbra e aspirando.
"Mi può dire chi è lei?"
Abbassa il capo annuendo, per poi tornare su di me.
"Mi spiace Signorina Edwards.."
"Per.."
Uno sparo.
Uno sparo proveniente da dentro la casa.
Resto pietrificata, sentendo il cuore salire in gola.
L'uomo si volta, andandosene e io mi volto verso la porta lasciata ancora aperta da Jade.
Nelle mie orecchie posso solo sentire quanto pesanti siano diventati battito e respirazione.
Fisso la porta e le gambe sembrano macigni troppo pesanti da spostare.
Jade è lì dentro.
La distanza sembra accorciarsi e presto varco la soglia di casa, iniziando a chiamare il suo nome, chiamandolo incessantemente, senza ricevere alcuna risposta.
"Jade.. Jade! Ja.."
La trovo in cucina, a terra.
Mi sembra impossibile respirare.
Tiene una mano sull'addome, dalla quale scorre un sangue denso e scuro.
Il mio cuore corre o forse si è fermato, mi sento come fuori da questo mondo.
Mi precipito da lei, aiutandola a tamponare la ferita.
"Amore.. sono qui.. a-adesso sistemiamo tutto.. adesso lo sistemiamo.. andrà.. andrà tutto bene Jade"
Il suo respiro è irregolare, più del mio.
Dalle sue labbra tremolanti scorre una lacrima di sangue e i suoi occhi fissano un punto imprecisato della stanza.
"Non ti addormentare.. ri.. rimani sveglia, okay?"
La vista si annebbia e il cuore prende a fare male, un male che dal petto si estende a tutto il resto.
"Okay? Jade.. mi.. mi senti?"
La mia voce si rompe.
"Vado.. vado a.. chiamare i soccorsi.. torno subito amore.. t-torno.."
"P-Perrie.."
Un filo di voce.
Solo un filo di voce.
I suoi occhi guardano i miei ora e la sua mano prende a stringere la mia.
Tremo.
Tremo di una paura che non ho mai avvertito prima d'ora.
Mi sta chiedendo di restare.
"Jade.. devo.. devo chiamare qualcuno.."
Qualche lamento, sforzandosi ancora di parlare ma finisce con lo scuotere il viso, tenendomi ancora lì.
"Io.."
La aiuto a sollevarsi, prendendola tra le mie braccia e portandola più vicina a me.
"Sono qui.. resto qui con te.."
Le mie labbra socchiuse tremano, piegandosi verso il basso, avvertendo forte e chiaro ciò che non riesce a dirmi a parole.
Inizio a singhiozzare, sopraffatta da ogni sensazione.
"Mi dispiace Jade.. mi dispiace.."
Accarezzo i suoi lineamenti, spostandole qualche capello e tenendo il suo viso a qualche centimetro dal mio, guardando dentro i suoi occhi e sperando che tutto sia solo un brutto incubo.
"Ti prego.. Ti prego.. Ti prego.. Ti prego.. Ti.. Prego.. Jade.."
Sento il respiro venirmi meno, avvertendo l'inesorabilità e l'impotenza davanti a quello che accadrà da qui a poco.
"Non mi lasciare, ti prego.. Jade fa male senza te.. fa male.. cazzo, ti prego.."
La stringo forte a me, come se tra qualche secondo mi strappassero via anche il suo corpo.
"Perrie.."
Mi separo, guardando al suo volto.
Dai suoi occhi lucidi scendono ora lacrime che silenziose, accompagnano le mie.
"Mi.. di-di.. dispiace.."
Scuoto il capo, mentre l'espressione del mio viso si piega dal dolore.
"No.. no amore mio.. va.. va tutto bene.. va tutto.. tutto bene.."
Mi avvicino al suo viso e delicatamente bacio le sue labbra, bagnandole delle mie lacrime, rendendomi amaramente conto di quanto fredde siano.
Torno a guardarla ma sta volta i suoi occhi sono chiusi.
È immobile. Fredda. Di ghiaccio.
"Jade.."
Mordo il labbro, stringendola ancora tra le mie braccia e cercando di trattenere il respiro, nell'intento di scongiurare un po' di dolore.
"Ti amo amore mio.."

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It hurts like hell

Is it me? - Jerrie ThirlwardsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora