05 - In macchina

34 2 0
                                    

“Hai una vaga idea di quanta gente ci sarà questa sera?” Barbara non mi rispose nemmeno, allora mi concentrai sulla strada sperando che tutti, intorno a noi, sparissero in un istante.

Il traffico è sempre stato un mistero indecifrabile per me. Quando hai fretta, improvvisamente, compaiono macchine da ogni direzione, guidate da esseri sottosviluppati, con un’andatura da “crociera”… persone talmente imbranate, che ti domandi come possano avergli dato la patente… da dove vengono… e soprattutto perché vanno dove stai andando tu!

“Sai Ale, devo ammettere d’essere un po’ agitata! Infondo era da tanto che aspettavamo questo momento… ma ora… non so se sono pronta… parlare davanti a tutte quelle persone… e non sono persone qualunque… io si… balbetterò… oddio… mi vedo già, mentre faccio una figura di merda!”

“Baby, stai tranquilla… non credere che io sia messa meglio… ma ci hanno scelto loro, potremo finalmente dimostrare quanto siamo brave… se sputacchi un po’ nel parlare non fa niente!”

“Già… e poi tu potresti finalmente conoscere qualcuno che non miagoli per comunicare. Credo che sia arrivato il momento per te di uscire dal guscio! No dico… ma ti sei vista? Se fossi un uomo direi che… va bè lasciamo stare, per fortuna sono una donna e ti dico solo una cosa… ti voglio molto bene Ale, lo sai, ma è ora che abbassi il muro che ti sei costruita intorno”

“Non ho nessun muro intorno… semplicemente non m’interessano le persone che danno per scontato di piacere solo perché hanno una bella macchina, una parlantina ricca di sinonimi e un conto in banca che li fa sentire onnipotenti”

“Il muro c’è Ale… eccome, ma ormai sono passati tre anni, tu hai già fatto il giro di boa dei trenta ed è ora che ricominci a vivere… non esiste solo il lavoro”.

“Lo so. Ma adesso concentriamoci su questa serata… su quello che dovremo dire e sul lavoro che ci aspetterà dopo!”

“E’ vero… il nostro progetto comporterà un impegno e dei sacrifici non indifferenti… ma vuoi mettere la soddisfazione di comparire su tutti i manifesti della città? I nostri nomi!”

“Ascolta Barbara… ti prometto che farò del mio meglio per cambiare questa situazione di catatonia in cui mi trovo. Ma prima finiamo di realizzare il nostro sogno ok?”

“Va bene”

Arrivammo davanti all’ingresso principale del teatro e mentre il parcheggiatore si allontanava con la macchina, noi due ci guardammo, ci sistemammo il vestito e iniziammo a salire le scale.

UN TANGO CON GAELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora