Allungai la mano per prendere la sveglia; erano le nove. Rimasi qualche secondo a fissare il soffitto. Una luce debole, penetrando dalle fessure delle ante, si rifletteva sul lampadario. Mi alzai, aprii le finestre e lasciai che l’aria fredda del mattino mi schiarisse i pensieri; respirai profondamente e poi andai in cucina.
“Ciao Lola. Sì, lo so che hai fame! Aspetta…”
La cosa bella del sabato mattina, è che fai le stesse cose degli altri giorni, ma ad un ritmo diverso, più lento. Ti puoi permettere di girare per la casa senza sapere dove appoggiarti… poi trovi un angolino sul divano, lo guardi e ti ci rannicchi, aspettando che ti venga voglia di fare colazione.
Nonostante il cervello intorpidito mi allungai fino allo stereo e lo accesi… c’era ancora il cd della sera prima.
It was me on that road
But you couldn't see me
Too many lights out, but nowhere near here
It was me on that road
Still you couldn't see me
And then flashlights and explosions
Roads end getting nearer
We cover distance but not together
I am the storm I am the wonder
And the flashlights nightmares
And sudden explosions
I don't know what more to ask for
I was given just one wish
It's about you and the sun
A morning run
The story of my maker
What I have and what I ache for
I've got a golden ear
I cut and I spear
And what else is there
Mentre stavo bevendo il mio thè caldo, suonò il campanello.
“Ale sono io… aprimi”
“Ok”
Andai in camera a richiudere la finestra e sistemai i vestiti che avevo appoggiato sulla poltrona.
“Dove sei?”
“Sono qui Baby… in camera… arrivo… se vuoi c’è del thè appena fatto in cucina, il latte sai dov’è…”
“Grazie tesoro… fuori fa un freddo cane… una tazza la bevo volentieri…”
Tornai in cucina e Barbara era affacciata alla finestra, con la tazza in mano.
“A volte mi chiedo se anche tu dormi come tutte le altre persone… o se sei un replicante… si può sapere cosa ci sei venuta a fare a casa mai a quest’ora?”
Lei si voltò e mi fissò un attimo, aveva un sorriso idiota stampato sulla faccia.
“Ma piccola… ti ricordi cos’abbiamo fatto ieri sera? Come facevo a dormire secondo te!?
Ho pensato tutta la notte… ho già pianificato le prossime due settimane di lavoro. Ieri sera ho preso un appuntamento con l’architetto Ferrari per martedì… ma prima di tutto, lunedì mattina, dobbiamo andare dal direttor Cordelli, a teatro… c’è da fare un sopralluogo per le misure… le luci…”
“Ok… Ok… tutto quello che vuoi Baby… ma respira… hanno già detto a me che parlo troppo veloce… salvati almeno tu…”
“Chi te l’ha detto? Chi ha osato offenderti?”
Mi scappò un sorriso. Mi resi conto che quella, era la prima volta che ripensavo al mio misterioso interlocutore e la cosa mi faceva stranamente piacere.
“No Barbara… non preoccuparti… è una storia lunga… anzi a dire il vero non è poi così lunga… ma non importa… abbiamo altro a cui pensare…”
“No Ale… adesso sono curiosa… quel sorriso era da tanto che non lo vedevo più… cos’è successo?”
“Ma niente… sai quando sono andata in terrazza, ieri sera? Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria… troppa vita sociale tutta insieme… mi sentivo soffocare. Beh… ero li che mi gelavo le cornee quando è andata via la luce… ricordi? Mentre cercavo di rientrare ho urtato contro una persona… urtato… diciamo che l’ho sfigurato… non vedevo niente. Ho chiesto scusa… ma non era italiano, parlava spagnolo… così ho abbozzato due frasi che mi ricordavo, per sapere come stava… ma mi ha risposto in italiano, dicendo che stava bene… sicuramente meglio del mio spagnolo ha aggiunto. Mi ha chiamato Signora… oddio, per un attimo mi era venuta la tentazione di picchiarlo… Signora! Ma ti rendi conto? Poi mi ha detto di aver riconosciuto la mia voce… e si ricordava il mio nome… ad essere sincera la cosa mi ha fatto piacere… poi mi ha detto di aver seguito la mia presentazione, ma di aver fatto fatica perché andavo muy veloce!”
“Vai avanti… arriva al dunque…”
“Ma non c’è nessun dunque… mi ha detto il suo nome… e poi si è offerto di accompagnarmi fuori… anzi dentro… insomma via da lì… ma ho rifiutato”
“Cos’hai fatto? Ma tu sei matta!”
“Ma scusa… non sapevo nemmeno chi fosse… non lo vedevo neanche in faccia… così gli ho detto di no, che non doveva disturbarsi… che non lo conoscevo… dai Barbara, avresti fatto lo stesso anche tu…”
“Pensa per te… poi… cos’è successo?”
“Gli ho detto che non ero sola… e lui ha creduto fossi li con qualcuno, si è addirittura scusato… così gli ho detto che non avevo nessun accompagnatore… che ero li con te…e lui ha detto…beh… adesso che ci penso… insomma…”
“Cos’ha detto?”
“Ha detto che era fortunato, perché oltre ad aver trovato una ragazza bella e divertente non correva il rischio di venir picchiato da un fidanzato geloso…”
“Oh mamma… da non crederci… fantastico… va avanti”
“Ha insistito ancora per accompagnarmi, ma ho rifiutato! Gli ho spiegato che non sapevo nemmeno chi fosse, che faccia avesse… allora mi ha preso le mani e le ha appoggiate sul suo viso dicendomi che non era un mostro ma un ragazzo normale… muy normale!”
Barbara mi fissò negli occhi.
“Ale, vai avanti… ti picchio dopo… adesso vai avanti”
“Basta. L’ho ringraziato, l’ho salutato… mi ha detto che sperava di rivedermi e poi sono rientrata. A pensarci, che sfortuna…proprio in quel momento, è tornata la luce… così mi sono voltata… ero curiosa… ma non l’ho visto, c’era troppa gente… e poi sei arrivata tu! Basta… tutto qui”
“Adesso dimmi di che morte preferisci morire…”
“Smettila… te l’ho detto, non l’ho neanche visto in faccia… potrebbe essere chiunque! Comunque non lo rivedrò mai più… questo è certo”
“Lui sa chi sei tu… giusto? Bisogna solo sperare che sia meno deficiente di te…”
“Tu stai fantasticando per niente”
“Come si chiama? Te lo ricordi?”
“Credo… Gael… si… si chiama Gael”
“Ok… è più che sufficiente… al resto ci pensa la sottoscritta. Ora andrò a casa, tirerò fuori il mio impermeabile del tenente Colombo e mi metterò all’opera…”
“No! No… tu non farai proprio niente…”
“Oh si tesoro… fosse anche l’ultima cosa che faccio… tu Gael lo rincontrerai… te lo prometto”
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UN TANGO CON GAEL
Roman d'amourQuante volte ci si può mettere in gioco per amore? Quante volte ci è concesso sbagliare e ricominciare? Quante volte si può rischiare di perdere tutto in un attimo? Sono le domande che ritornano continuamente, con prepotenza, nella testa di Ale. Qua...