35 - Una foto

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E fu così che mi ritrovai in quel grande atrio, completamente bagnata, disorientata e confusa.

Attraversai il corridoio e andai in bagno per riparare come meglio potevo al danno.

Mi sedetti davanti ad uno specchio, presi un fazzoletto da una scatola dorata, appoggiata vicino al lavandino e cercai di levarmi quell'orrenda maschera nera, che mi faceva sembrare un panda.

Tirai fuori dalla borsetta la cipria e il rimmel. Sistemai il trucco e poi mi occupai anche dei capelli.

"Non posso presentarmi così... che disastro! Ok... adesso stai calma... a tutto c'è rimedio... per fortuna il vestito non si è rovinato"

Le scarpe cominciarono ad asciugarsi, e il danno iniziale sembrò arginarsi miracolosamente "... per fortuna...".

Controllai che la foto non si fosse bagnata, mi alzai, restai un attimo a fissarmi in quello specchio enorme, poi tornai nel grande atrio e domandai ad uno degli addetti se poteva consegnare la busta al tavolo del signor Bernal.

Nel frattempo l'ingresso si era svuotato, tutti ormai avevano preso porto in sala e io restai immobile ad aspettare.

Non so se sentii prima il profumo o la voce, ma quando mi voltai era lì, davanti a me, con la foto in mano e un'espressione a dir poco sbalordita.

"Te l'ho già detto... tu non finirai mai de stupirmi".

Ecco, ormai solo pochi metri ci dividevano, ma sentivo distintamente una forza spingermi verso di lui. Era di una bellezza disarmante in quel vestito, era bello da far male. Mollai la presa e lo scialle scivolò lungo la mia schiena, ma non riuscii a piegarmi per raccoglierlo, restai immobile a fissarlo senza parlare, inebetita. Fu lui a venirmi incontro, posò la foto su un tavolino e mi afferrò i fianchi appena in tempo per sorreggermi. Così, sostenuta da quel caldo abbraccio, continuai a fissarlo senza dire una parola.

"Cosa ci fai qui?"

"Io... ecco..."

Riuscivo solo a distinguere i suoi occhi verdi, la sua bocca.

"Tamara... è stata lei..."

"Mia sorella? Ma come? Non importa... devo ricordarmi de darle un bacio quando la vedo..."

La stretta si fece più forte, poi sentii il calore del suo respiro.

"E così hai preso un aereo? Ma non avevi paura?"

"Si... ma credo ne sia valsa la pena"

"Quando me hanno dato la busta non riuscivo a capire... poi ho visto la foto... è stupenda... l'ha fatta Marcello vero? Perché non me l'hai mai fatta vedere?"

"Volevo farti una sorpresa... sono mesi che la conservo... volevo..."

"Sei bellissima"

"Anche tu sei..."

Un bacio improvviso interruppe la frase. Chiusi gli occhi e lo abbracciai, mi aggrappai a lui e respirai il suo profumo.

Poi mi prese la mano e mi condusse nel grande salone.

Come aveva detto Tamara, mi ritrovai catapultata in mezzo alle celebrità di mezzo mondo. Abbassai lo sguardo, imbarazzata, e continuando a stringere la sua mano, mi lasciai condurre fino al tavolo.

Ma le sorprese non erano finite.

"Ale... e tu cosa ci fai qui?"

Non so dire con precisione quale fu la sensazione che mi invase la mente, ma fu talmente violenta da lasciarmi ammutolita.

Barbara e Diego si alzarono e mi vennero incontro, mi abbracciarono e iniziarono a sommergermi di domande.

"Ma tu sei matta? Oddio... non ci posso credere... sei qui... ma quando sei arrivata? Perché non hai chiamato? Ma come facevi a sapere...?"

"Diciamo che ho avuto fortuna..."

Vedevo i loro volti raggianti, sentivo la mano di Gael stringere la mia e cominciai a raccontare quello che era successo.

Gli spiegai della vacanza forzata, della decisione di partire e del mio arrivo a Guadalajara.

"Cosa? Sei andata in Messico? E come cazzo hai fatto ad arrivare fino a qui?"

"Merito di Tamara... è stata lei a convincermi... mi ha dato il suo biglietto... ed eccomi qui!"

Barbara sembrava pazza dalla gioia. "Non ci posso credere... non ci posso credere... scusate io devo andare in bagno, sento che sto per mettermi a piangere..."

Gael mi lasciò la mano e mi disse di andare con lei.

"Non stare via troppo ok?"

In quel momento avrei voluto buttarmi tra le sue braccia, baciarlo, stringerlo e ringraziarlo, sentivo un'infinità di sensazioni accavallarsi dentro di me, ma mi alzai e seguii Barbara, cercando di mantenere un contegno, per lo meno decente.

Appena entrammo in bagno, Barbara mi abbracciò così forte da impedirmi di respirare.

"Tu non hai idea Ale... Dio Santo... tu non ti rendi conto della sorpresa! Come sono felice di vederti... ma dimmi... adesso che siamo sole... cosa ti ha convinto a venire fin qui?"

Le raccontai del mio incontro con Federico e quando ebbi finito, vidi scendere dal suo viso, una cascata di lacrime incontrollabili.

"Lo sapevo... cazzo... lo sapevo... tutto questo tempo a punirti... tutti questi anni a soffrire per colpe che non erano tue..."

"Adesso smettila di piangere però... ok? Dai... sistemati e torniamo di la... questa sera deve essere perfetta... me la voglio godere fino in fondo... ne ho bisogno"

"Ok... ok... solo un attimo"

Si sistemò il trucco e poi tornammo al tavolo.

UN TANGO CON GAELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora