Come due perfetti turisti, muniti di macchina fotografica e di una cartina, presa in un piccolo negozio di souvenir, girammo tutte le strade, i vicoli, fotografammo tutto quello che passava davanti ai nostri occhi, ogni monumento, ogni casa e palazzo. Quello che più mi lasciava confusa era farlo tenendolo per mano. Sentivo costantemente il calore delle sue dita. Verso le due iniziai ad accusare un leggero brontolio alla pancia.
“Senti Gael… non credi che dovremmo mangiare qualcosa? Il mio stomaco reclama del cibo!”
“Anche il mio…”
Entrammo in una piccola locanda e ordinammo due birre e due panini.
Continuammo a chiacchierare di tutto e di niente, divertiti da quello che avevamo appena visto, poi, senza un motivo apparente, calò un silenzio inaspettato.
Gael mi prese le mani, le strinse forte e mi disse: “Perché me sembra tutto così difficile? Non sono in grado de capire dove sto sbagliando… ma sembri sempre così distante… non capisco…”
IL sorriso che fino a pochi secondi prima campeggiava sul mio viso, scomparve di colpo, tradito da quella domanda.
Continuai a tenere salda la presa, per paura che potesse scomparire di colpo.
“Tu non stai sbagliando niente… anzi… è proprio per questo che ho paura… è tutto troppo bello, tutto troppo perfetto… sto aspettando che anche questo finisca… come tutte le cose che ti capitano d’improvviso. Sto aspettando la fine…scontata… così la mia vita ritornerà come prima”
“E’ questo che vuoi?”
“No… ma è sempre così che va… le cose belle non durano mai…”
Mentre guidavo, sentivo una tristezza improvvisa assalirmi senza possibilità di fuga, guardai il paesaggio intorno, che si stava lentamente rituffando dentro un prepotente mantello di nebbia. Entrammo in camera e sentii la serratura chiudersi di scatto, mi voltai e vidi Gael con la chiave in mano: “Adesso non usciremo da qui finché non me avrai detto tutto…”
Ormai non c’erano più occasioni di ritirata, niente avrebbe permesso che quella situazione cambiasse in qualche modo.
“Io non credo che…” Gael si avvicinò e mi abbracciò senza darmi il tempo di finire la frase.
“Voglio capire… voglio sapere cosa te impedisce di essere felice… e non me dire che non è vero…”
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UN TANGO CON GAEL
RomanceQuante volte ci si può mettere in gioco per amore? Quante volte ci è concesso sbagliare e ricominciare? Quante volte si può rischiare di perdere tutto in un attimo? Sono le domande che ritornano continuamente, con prepotenza, nella testa di Ale. Qua...