30 - Coraggio

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La sensazione di disagio iniziale, lasciò posto ad un imbarazzo improvviso, che mi rese difficoltoso ogni tentativo di dialogo.

“Ho cercato di arrivare prima possibile… mi sembravi strana al telefono…”

Vedevo chiaramente, quanto fosse difficile anche per lui parlare.

“Scusa se ti ho telefonato così…”

“Non importa. Certo… non me l’aspettavo… è passato così tanto tempo che…”

“Tre anni…”

“Già…”

Sapevamo entrambi, che saremmo usciti dal nostro incontro diversi, con qualcosa in meno o con qualcosa in più, ma sicuramente diversi.

“Forse non ho il diritto di chiedertelo… ma devo cercare di capire cos’è successo, dove ho sbagliato…”

“Ho sperato di non dover mai affrontare questo discorso… ho sempre creduto, in tutto questo tempo, che non ti avrei più rivista… e che così non mi sarei più dovuto giustificare… non avrei più dovuto preoccuparmi di darti delle spiegazioni…”

Quella frase aprì di colpo un’infinità di interpretazioni diverse. Ma non capivo quale fosse il punto esatto da cui partire. Mi ero costruita nella testa, una quantità imprecisata di motivazioni che l’avevano spinto ad andarsene, ma non avevo mai preso in considerazione il fatto che potessero esserci delle giustificazioni da parte sua. Delle giustificazioni che comportassero una colpa, delle giustificazioni che implicassero una distribuzione equa degli errori. Mi ero convinta, di essere stata io la causa scatenante di quella disfatta e della sua fuga.

“Quali spiegazioni?”

“Come quali? Ma tu davvero hai pensato… in tutti questi anni… di essere stata la sola ad aver sbagliato?”

“Io…”

“Ale… davvero hai pensato questo?”

Non riuscivo a mettere nella giusta sequenza le parole, mi sentivo frastornata. Non ero in grado di capacitarmi, di quanto dolore mi ero obbligata a provare, per espiare le colpe di cui mi ero accusata.

“Io ho passato uno dei periodi più belli della mia vita con te… forse il più bello… ma ho avuto paura”

Ascoltavo le sue parole senza replicare.

“Tu ti sei buttata nella nostra relazione senza riserve… con un coraggio che io… forse… non avrò mai. Mi hai dato tutto quello che un uomo più desiderare dalla donna che ama… hai rischiato ogni cosa… hai messo in gioco tutto quello che di più bello avevi e io mi sono sentito schiacciare, dal peso delle mie debolezze. Ho creduto che la fuga fosse l’unica soluzione, per sottrarmi ad un dovere che non ero in grado di sostenere… amarti come tu amavi me… mi sembrava impossibile riuscirci… credevo di non esserne in grado”

Un dolore che mai avevo provato prima, mi assalì, mi colpì la ragione poi mi lasciò stordita.

“Quando scoprii della gravidanza… mi assalì una paura tremenda… e così, la mia reazione fu quella di scappare… lo so… sono una persona schifosa… ma di tutto quello che è successo… ho solo un bel ricordo… e sei tu”

Ancora una volta avevo sbagliato tutto. Ancora una volta, mi resi conto di essermi punita troppo duramente, senza fermarmi a ragionare, senza difendermi.

Iniziai a piangere, e sentii le lacrime lavarmi via il dolore che avevo accumulato in quei tre anni.

Era come se il peso di tutte quelle sofferenze, avesse finalmente trovato il modo di uscire da me, di abbandonare il mio corpo e la mia testa.

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