Capitolo Trentotto.

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Harry sembrò spalancare appena gli occhi prima di avvicinarsi ancora di più a me, stava tastando piano le mie reazioni e io non potevo far altro che perdermi nei suoi occhi verdi ora spenti e tristi.

'S-sei tornato' sussurrò mentre lentamente allungava una mano verso il mio viso e io chiudevo gli occhi e mi lasciavo accarezzare.

'I tuoi occhi...' mormorò facendo risuonare la sua voce roca nella stanza silenziosa.

'Di qualcosa' sussurrò le labbra vicino alle mie e io ci provai ma solo un piccolo gemito ricco di sconforto uscì dalle labbra.

Lo vidi, lo sentii, era deluso.
In un secondo ripercorsi la scena di poche ore prima, Harry piangeva.
Non l'avevo mai visto piangere e le lacrime solcavano le sue guance per colpa mia.

Sembrava stanco, triste, frustrato e io non riuscivo a non sentirmi in colpa.

Poi una voce interruppe i miei pensieri e il nostro scambio di sguardi.

'Vai a mangiare, Har, rimango qui io' disse Liam entrando nella stanza, fermandosi a pochi passi da noi e osservando la nostra vicinanza.

Non avevo bisogno della guardia, non ero un bambino così sbuffai.

'No, va bene Liam, rimango qui' disse Harry scuotendo la testa.
Ma Liam obiettò nuovamente.

'Hai preso delle medicine, devi mangiare anche tu' disse premuroso, come se fosse una mamma.

Harry aveva preso delle medicine? lui non le prendeva, che tipo di medicine?
Il riccio sembrò pensarci su per poi arrendersi e alzarsi dal letto.

Avrei voluto chiedergli di restare con me, ma forse non era la cosa migliore per lui, vedermi in quel modo.

'Come va, lou?' chiese Liam sfoggiando un dolce sorriso e avvicinandosi al mio letto, non risposi, incapace di utilizzare la mia voce.

Chissà se Zayn si sentiva cosi, chissà se alle volte voleva parlare senza riuscirci.
L'unica cosa che provavo in quel momento era paura, paura perché anche con qualche sforzo non riuscivo ad esprimermi, paura perchè temevo di aver spaventato i miei migliori amici, paura di averli fatti soffrire.

Il mio cuore batteva forte nel petto e guardai Liam in cerca d'aiuto.
Lui mi guardò confuso, poi appoggiai la mia mano sul petto e presi la sua spingendola contro alla mia pelle e tirandolo verso di me.

'Abbiamo delle medicine che possono aiutarti, ma ti butteranno giù fisicamente' mormorò preoccupato e io sentii il bisogno di vomitare.
Come se il mio corpo stesse cercando di reagire, di sfogarsi, così scavalcai la figura possente di Liam, che si alzò immediatamente dopo di me, sostenendo il mio corpo tenendomi per il tessuto nel mio maglione e di corsa arrivammo nel bagno dove il mio stomaco si riversò completamente.

Sentivo delle voci indistinte fuori dalla porta, troppo impegnato a liberarmi.
Una volta finito mi sentii meglio anche se fisicamente sapevo di essere altamente compatibile con uno straccio.
Sentivo le guance rosse e gli occhi bruciare.

'Va meglio?' mi chiese, afferrando di nuovo il tessuto in lana aiutandomi ad alzarmi.

Io annuii mentre mi fiondavo a sciacquarmi la bocca e il viso.
Dopo essermi lavato i denti, Liam cercò di sostenermi di nuovo per i vestiti ma quel contatto mi stava terribilmente irritando, così mi girai prendendolo per il polso e allontando la sua mano da me.

'Lo faccio solo per aiutarti, sei debole' affermò sempre con un'aria di dolcezza e in cuore mio lo ringraziai per la pazienza che stava avendo.
Quando uscimmo dal bagno, Niall stava trasportando la televisione del salotto, seguito da Zayn che teneva dei cavi in mano.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora