Capitolo Quaranta.

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Louis Pov.

Harry sembrava talmente diverso che mi preoccupai, ricordò me solo il giorno precedente mentre assorto non rispondeva.
La vena del suo collo si era gonfiata e sembravano molto più evidenti anche quelle sulle braccia.

Non sapevo cosa fare, non sapevo se avvicinarmi, se abbracciarlo, se parlargli.
Mi sentii il Louis di prima in quel momento, mentre pensavo a come agire.

Feci un passo avanti e lui passo i suoi occhi arrabbiati sulla mia figura, uno scintillio di paura li attraversò appena.

'Non avvicinarti' mi intimò e forse sobbalzai per il suo tono, ma cercai di non farmi intimorire, sapevo che non mi avrebbe fatto del male o in qualche modo lo speravo.

Mi trovai davanti a lui, completamente ancorato sul divano e come se potessi controllare tutta quella situazione mi sedetti su di lui, sulle sue gambe.

'Ti. ho. detto. di. non.' non terminò la frase perchè le mie labbra si appoggiarono sulle sue, coinvolgendo subito la nostra lingua.

Rimasi sorpreso quando Harry ricambiò il nostro bacio, avrebbe potuto benissimo spingermi via senza sforzo.
Invece alzò le mani, come se fosse un segno di resa ma in realtà lo stava facendo per non toccarmi.

'Non voglio farti del male' aggiunse infatti mentre staccava le sue labbra dalle mie, quella voce premurosa era un'enorme contrasto con la sua espressione cupa.

Un'idea balenò nella mia testa, un modo per far sfogare Harry lo conoscevo, esso comprendeva tanto contatto fisico e lingua e gemiti.
Avevo voglia di sentirmi bene con lui, sapevo che avrebbe aiutato entrambi sentirci vicini, sentirci una cosa unica.

Così spalmai le mie mani sul suo petto, ignorando le ferite che tirarono quando mi strusciai contro il cavallo dei suoi jeans.

'Cosa stai facendo' disse mentre spostava le mie mani dal suo petto tenendomi per i polsi e io mi sentii uno stupido per il suo tono inquisitore.

'N-non vuoi sfogarti con me? ho causato io questo e posso aiutarti a risolverlo' cercai di dire, mentre infilavo le mie mani lasciate libere nei suoi capelli.

'Louis' sussurrò mentre i suoi occhi si chiudevano solo per un secondo.
'Non posso farlo' disse poi, riaprendoli, l'oscurità che vidi mi spaventò.

Era davvero possibile che i suoi occhi sembrassero così diversi?

'Tu non mi farai del male' dissi prendendo le sue mani e portandole sui miei fianchi, lui mi strinse appena, insicuro.

'Invece potrei farlo, e non voglio che accada.' mormorò abbandonandosi solo leggermente al contatto delle mia mani tra i suoi capelli

'Tu. non. mi. farai. del. male' dissi scandendo ogni singola parola come era solito lui fare.

'Non credo sia il caso Louis, con quello che è successo in questi giorni, posso sfogarla in altri modi questa rabbia.' Disse ancora con tono duro e per un secondo lo vidi cercare di spostare il mio peso dalle sue gambe, eppure io non mi sentivo di troppo volevo raggiungere il mio obiettivo.

'Lascia che ti aiuti' dissi torturando il suo collo con i denti e con le labbra, Harry mi aveva raccontato come il sesso spinto potesse essere una valvola di sfogo per lui ed io ero ancora convinto che stare in intimità avrebbe fatto sentire bene entrambi, allo stesso tempo ero combattuto dall'imbarazzo che avrei provato visto che Harry avrebbe visto il mio corpo che ora era segnato.

'Rilassati' gli sussurrai all'orecchio prima di leccare il suo lobo e un gemito grottuale lasciarono le sue labbra, lui alzò appena i fianchi e mi fu possibile sentire la sua eccitazione.
In risposta Harry afferrò di nuovo i miei fianchi nel tentativo di spostarmi ma io presi le sue mani e le bloccai contro lo schienale del divano.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora