Capitolo Otto.

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Avevo avvicinato le mie mani alle sue.

'Che hai fatto Harry' gli sussurrai, l'altezza del bancone non mi permetteva di vedere ancora quei segni.
Lui scosse la testa e fece vagare il suo sgaurdo sul mio viso.

'Mi piace il caffè alla nocciola' disse ad un certo punto, mi sentii preso in giro da quella frase.

'Ti ho chiesto che cazzo hai fatto alle mani' dissi, forse in modo più duro di quanto volessi e con un tono di voce più alto.

'Non sono cazzi tuoi' mi rispose malamente, sputando in modo cattivo quelle parole.
Gli diedi le spalle, arrabbiato.
Armeggiai con la macchina del caffè preparando un bicchiere d'asporto.
Una volta fatto gli appoggiai il bicchiere davanti al viso.

'Ecco il tuo caffè alla nocciola' dissi solamente.
La sua presenza mi aveva messo in agitazione, fui contento che il bancone non gli permettesse di vedere il mio piede che sbatteva nervosamente contro il pavimento.

'Ho preso a pugni il muro' disse mentre dalla tasca dei suoi pantaloni ne ricavava il portafoglio, lasciò molto più di quanto costasse il caffè sussurrando un 'mancia' prima di alzarsi e andarsene.

Fottuto Harry, non ti capirò mai.

Da quel momento la mia giornata peggiorò notevolmente, nel tratto per tornare a casa fumai circa 5 sigarette una dopo l'altra.
Quando tornai i ragazzi discutevano sulla spesa per la rinomata festa.
Nonostante il mio malumore avevo portato a casa dei Cinnamon per i miei coinquilini; e il largo sorriso di Niall mi fece sentire meglio, sembrava gli avessi portato la sua cosa preferita nel mondo.
Dopo aver salutato salii per cambiarmi, mentre mi toglievo la felpa, restando a torso nudo sentii uno sguardo sulla mia schiena.
Harry stava appoggiato alla porta mentre faceva vagare il suo sguardo per tutto il mio corpo.
Sbuffai a quella scena, non avevo proprio voglia di discutere con lui.

Mentre afferravo la maglietta da indossare, il ragazzo più alto chiuse la porta e mi raggiunse con solo due falcate.
Afferrò la mia maglietta e la lanciò sul letto, mi guardò fisso negli occhi.

Verde nel blu, blu nel verde come la prima volta.
Le sue mani erano ancora segnate, sporche di sangue ora più rappreso.

'Mi dispiace per prima' sussurrò, mentre si abbassava baciandomi la guancia.
Rimasi sconvolto da quella frase da lui pronunciata, lo stesso Harry che prima faceva lo sbruffone ora mi chiedeva scusa.
Feci un passo indietro e non risposi.
Ad Harry non sembrò piacere quella reazione, la sua mascella si tese nuovamente.
Appoggiò la sua grande mano sul mio stomaco e mi spinse contro alla parete della mia camera, la mia pelle nuda rabbrividì a contatto con il cemento freddo.
Mi morsi il labbro, mentre lo affrontavo guardandolo negli occhi.

'Ti ho chiesto scusa' ringhiò quasi nel mio orecchio, mi teneva ancora contro la parete.
'Va bene' sussurrai, sperando che mi lasciasse.

Harry sospirò rumorosamente e in seguito abbassò lo sgaurdo sul mio corpo semi nudo.
Inchiodò i suoi occhi nei miei e smise di tenermi fermo contro la parete fredda.
Le sue labbra si avvicinarono pericolosamente alla mia spalla e vi si appoggiarono, gemetti riluttante a quel contatto.
Harry ringhiò mentre le sue labbra si spostavano sul mio petto, trascinò i sui denti sulla mia pelle e subito li sostituì con le sue labbra.
Con la lingua segnò la linea che divideva i miei addominali.

'Harry..' lo richiamai con urgenza.
Ormai era inginocchiato davanti a me e odiai me stesso per l'erezione nei miei pantaloni.

Un bacio, sopra al mio ombelico.

Un bacio, sotto al mio ombelico.

Un ultimo bacio, sulla peluria leggera che portava al mio pube.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora