Capitolo Ventiquattro.

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Nota autrice.

Lo so, lo so.
In questo capitolo c'è una canzone, se volete rendere l'esperienza più, mh, depressiva, ascoltatela (Fatela partire quando vedete il titolo scritto).

Sono stati dei capitoli un po' lenti ma prometto che succederà qualcosa di importante tra poco!

Pace e amore, se commentate mi fate sempre piacere!








Quando tornai a casa mi ero preparato cosa dire.

Entrato nel vialetto sistemai i miei capelli, stringendomi nel cappotto.

Aprii la porta e trovai Niall e Zayn in salotto che non appena sentirono la porta aprirsi si girarono verso di me.

Zayn si alzò subito, mimando qualcosa con le mani, probabilmente era un: 'dove sei stato?'

'Ho fatto un giro e...' iniziai a dire prima che Niall mi interrompesse.

'Da questa mattina? cosa è successo?' chiese veloce, irritato e preoccupato.

Sbuffai, togliendomi il cappotto.

'Abbiamo visto la tua stanza, c'è del sangue sul cuscino e anche sul mario, cosa è successo?' stavolta Zayn fece sentire la sua voce, era impastata, segno che non parlava da tutto il giorno.

'È successa una cosa con Harry' sussurrai mostrando poi la mia mano 'Ho reagito come lui' continuai.

Zayn sapeva e probabilmente non era rimasto totalmente soddisfatto dalla mia risposta pensando che inevitabilmente, per il sangue che avevano visto, mi fossi fatto del male.

Nessuno dei due disse una parola, si limitarono ad osservarmi.

'Ora, se volete ascoltarmi, ho trovato un lavoro' dissi, fiero di tutto quello che era successo in quella giornata, Louis di qualche mese prima non avrebbe mai avuto il coraggio di porsi in quel modo.

Nessuno dei due sembrava convinto ma mi fecero parlare e raccontai loro della mia incredibile giornata.

Il pensiero di Harry era un chiodo fisso, avrei voluto chiedere loro se qualcuno lo avesse sentito, l'avesse visto, gli avesse parlate, ma la mia coscienza non faceva altro che ripetere che a lui non importava, che non voleva che io sapessi dove fosse e ogni volta il mio cuore batteva forte al pensiero di dove fosse, come potesse sentirsi.

Ogni volta che ricordavo ciò che avevo fatto, la sua reazione, il suo silenzio, il mio cuore sembrava rompersi di nuovo e le lacrime tornavano a formarsi nei miei occhi.

Ma insieme a queste brutte sensazioni la rabbia sembrava tornare a scaldarmi tutto il corpo e per orgoglio non chiesi, dove si trovasse, feci finta di niente.

Non spiegai cosa fosse successo, anche se era palese che i miei amici volessero saperlo e io avevo bisogno di parlarne con qualcuno.

Avevo in realtà pensato di chiamare Sam, di raccontargli tutto ma non volevo che lui mi rinfacciasse tutti quei giudizi che aveva avuto su di lui solo la prima volta che lo aveva visto.

Anche questa volta me la sarei cavata da solo, come avevo sempre fatto.

'Io salgo, ci vediamo domani' dissi ad un certo punto, nessuno stava più parlando e il silenzio aveva iniziato ad innervosirmi.

'Non ceni?' aveva chiesto Niall, con viso dolce e quell'invito, dopo una giornata passata a digiuno mi sembrò allettante.

'No, grazie, voglio solo riposare' dissi, non ammettendo repliche, mentre salivo già per le scale.
Potei sentirli borbottare qualcosa, mentre un gradino dopo l'altro mi avvicinavo alla mia stanza, allontanandomi dalle loro voci.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora