Capitolo Sessantuno.

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Louis's pov

Le prime parole che riuscii a formulare e a dire la mattina sucessiva, furono 'porca troia'.

Aprii stancamente le palpebre per guardare l'orario del mio telefono, segnava le 12.30 e che nessuno fosse venuto a chiamarmi per il pranzo era segno che Harry avesse detto agli altri che non riuscivo a dormire, sapevo che non avrebbe detto altro, era troppo riservato.

Lasciai uscire qualche imprecazione dalle mie labbra, quando girandomi nel letto sentii i miei muscoli molto più pesanti di quanto lo erano di solito.

Chiusi nuovamente gli occhi mentre l'angoscia data dalla dose della notte precedente,si faceva spazio nel mio corpo, aprendo una voragine che andava via via allargandosi, inglobando ogni mio organo, muscolo, vaso sanguigno.

La notte precedente avevo deciso di farmi una piccola dose, giusto per allentare la tensione e così feci, rimanendo sveglio le ore successive, troppo carico per stare sdraito a letto.
In quei due giorni avevo anche diminuito l'utilizzo della polvere, riuscivo a limitarmi ad un paio di volte al giorno che erano però fondamentali per affrontare la giornata o forse la vita.

L'astitnenza data dalla diminuzione non era nemmeno così pesante, perchè alla fin fine non ero un tossico, giusto?
O forse perchè ogni volta che i sintomi si facevano sentire coincidevano, casualmente con la dose successiva che li teneva a bada.

Era un dannato circolo vizioso che mi stava rovinando, ma ne sentivo il bisogno.
Mi sentivo sicuro, quando la polvere spegneva la mia timidezza e il mio controllo.

Mormorai qualcosa di incomprensibile anche a me stesso, strofinandomi il viso quando la scena della notte precedente tornò alla mia mente.

Cosa credevo di fare?

Avrei adorato ricevere un bacio, un solo bacio da Harry, perchè da quando lo avevo rivisto, nella mia mente c'era solo lui e questo mi aveva fatto acquisire la consapevolezza che nella mia testa, nel mio cuore, non ci fosse spazio per nessun altro.

Ma era come se la polvere cambiasse completamente la mia personalità, il mio modo di essere e ieri notte mi ero spinto troppo oltre con lui.
Non era stato corretto toccarlo, come se il suo corpo mi appartenesse, come se non potesse resistermi.
Non era stato corretto muovermi in quel modo quando in quei due giorni ci eravamo scambiati poche parole, prevalentemente di cortesia.

Sbuffai, di nuovo, cercando di tirarmi in piedi.
Guardai fisso per qualche minuto l'armadio dove vi era la mia valigia e le bustine trasparenti nascoste.

'Non ora Louis, puoi resistere' parlò la mia coscienza.

La verità è che sentivo il bisogno di mostrarmi una persona nuova, senza insicurezze e timidezza e la polvere me lo permetteva; anche se in fondo al mio cuore sapevo che ai migliori amici, ad Harry, non importassero le mie insicurezze, queste non mi rendevano brutto ai loro occhi o strano.

'Perché sono veri amici' parlò di nuovo una voce immaginaria e io annuii.

Ci misi un'altra ora a riuscire a scendere dal letto, lavarmi, indossare una nuova canottiera e scendere lentamente le scale.

Il cane mi venne incontro, scodinzolando appena ma non sembrava particolarmente felice di vedermi.

'Hey dormiglione, vuoi che ti prepari qualcosa?' chiese Niall sorridendo, mentre io sorpassavo quella figura pelosa per andare a sedermi vicino alla penisola.

'No, grazie biondo' sorrisi debolmente 'solo caffè' dissi e come se fossi al bar, l'irlandese mi servì una tazza fumante di caffè.

'Hei Lou' Zayn arrivò alle mie spalle, appoggiando le sue mani su esse, iniziando a massaggiarle delicatamente.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora