Capitolo Sessantasette.

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Io ed Harry eravamo partiti per la Francia, avevamo acquistato dei biglietti aerei low cost direttamente per il giorno a seguire.

Eravamo tornati a casa, avvisando gli altri che saremmo andati a prendere i miei vestiti e che poi saremmo tornati, entrambi, per restare.

Zayn credeva che io non fossi ancora pronto, ancora con gli ultimi strascichi di dipendenza e che andare in un'altra nazione non fosse una buona idea, ma io, mi sentivo bene ed ero pronto a voltare una nuova pagina del libro che era la mia vita.

Così dopo qualche discussione, preparammo le nostre cose, pochi vestiti in una sola valigia perchè ci saremmo fermati solo per poco, tempo di raccogliere le mie cose, far conoscere ad Harry mia madre e mia sorella e fargli fare un piccolo giro della città.

Ero tranquillo, ero emozionato di far vedere ad Harry quelle strade in cui in parte ero cresciuto, fargli provare delle nuove pietanze, fargli vedere dei nuovi posti.

Quella mattina, poco prima dell'imbarco avevo scoperto che Harry odiava volare, si era infatti impallidito tutto d'un colpo e aveva stretto la mia mano, respirando a fondo quando l'aereo era decollato.

Le sue dita erano rimaste strette alle mie per tutto il tempo e le stringeva insieme durante le piccole turbolenze.

All'atterraggio, dopo il messaggio vocale del capitano, Harry aveva chiuso gli occhi e stretto la mia mano fino a farmi gemere dal dolore.

'Questa è la parte peggiore' aveva sussurrato sofferente e guardando il suo collo, potevo vedere il battito del suo cuore accelerato.

'Da questa parte, Lou?' chiese il riccio, ora molto più tranquillo, risvegliandomi dai miei pensieri.

Mi guardai un secondo attorno per poi annuire e compiere quei pochi passi che ci separavano.

Avevamo preso un taxi per farci accompagnare da mia madre ma eravamo scesi qualche kilometro prima per osservare la splendida cittadina in cui ero in parte cresciuto.

'Wow, la Francia è davvero carina' mi sorrise e io per qualche secondo mi persi in quel sorriso, nel suo viso illuminato dal sole, dagli occhiali che lo proteggevano dai raggi solari ma che non nascondevano completamente i suoi occhi.

'Sono contento che tu sia qui' dissi, sorridendo spontaneamente a mia volta.

'Lo sono anche io, amore' rispose, prendendo la mia mano senza alcun timore e rincominciando a camminare.

Imboccammo velocemente la via che portava al modesto appartamento di mia madre e una leggera tachicardia prese il sopravvento.
Non mi ero comportato bene con la mia famiglia, ero tornato dopo anni ed ero restato solo per qualche mese, in cui la droga era stata il mio unico pensiero.

La droga, merda, dei brividi percorsero la mia spina dorsale.

'Cosa c'è che non va?' Harry appoggiò le sue mani sulle mie spalle, girandomi verso di lui e guardandomi negli occhi

'Sono tornato dopo anni in quella casa e i mesi che ci ho passato, li ho passati drogandomi' dissi, abbassando lo sguardo, sentendomi in colpa per le mie azioni e per la debolezza che stavo nuovamente mostrando.

'Ci sono io con te adesso' sussurrò il più grande attirandomi a se e circondandomi con le sue braccia.

'Andrà bene, amore, sono qui con te' sussurrò, portando la sua mano ad accarezzarmi i capelli.

Annuii, sentendomi subito più leggero e al sicuro.
Sospirai leggermente prima di dare le spalle ad Harry e premere il campanello sulla porta.

La porta si aprì poco dopo, mia madre non aveva il vizio di chiedere chi ci fosse dietro alla porta prima di aprirla.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora