Rainy Autumn | Larry Stylinson

Capitolo Nove.

Da quel giorno mi sentii molto più legato ad Harry, stavamo spesso insieme a parlare del lavoro, della giornata, spesso ci sedevamo vicini.

Il tanto atteso sabato della festa era arrivato, io, Liam e Zayn eravamo rimasti a casa a sistemare e a modificare la disposizione dei divani in modo da creare un posto dove poter ballare.
Liam aveva descritto quelle feste come "particolari" e io non capii cosa intendesse con quella frase, mi disse solo che avevano l'abitudine di chiudere le camere a chiave, per evitare scene imbarazzanti.
Quando Harry e Niall arrivarono dalla spesa, uscimmo tutti a recuperare le numerose borsine della spesa e scatole con alcolici.
Non avevo mai partecipato alla creazione di una festa e quella quantità di alcol mi sembrava davvero esagerata tanto che dovetti chiedere quante persone fossero previste per quella sera.
'Forse una trentina' disse Niall scrollando le spalle.

Fortunatamente a causa delle ore in più che feci coprendo anche il turno della mia collega, Josh mi diede il permesso di stare a casa quel sabato.

'Come mi devo vestire?' chiesi in imbarazzo mentre consumavano il pranzo.
L'idea di essere il più piccolo della casa e di essere presentato a persone nuove mi metteva in ansia, decisamente.

'Normale Lou, non sarà nulla di speciale' mi disse Niall 'Solitmanete indossiamo camice che prima della fine della serata finiscono sul pavimento' disse e Zayn lo spinse con il gomito.
Non capii ma annuii comunque, avrei indossato una camicia.

La sera era arrivata velocemente quel giorno, mi sistemai alla perfezione, indossando una camicia a righe, azzurre e blu e sotto dei jeans scuri, particolarmente stretti.
Quando Harry passò per la mia camera rimasi senza parole, i suoi capelli erano sciolti sulle sue spalle, indossava una camicia bianca con qualche disegno slacciata fino alla metà della sua pancia, mettendo in risalto il tatuaggio sul suo stomaco.
Pantaloni strappati e stivaletti ai piedi.

Mi si avvicinò mentre finivo si tirare su le maniche della mia giacca e mi sentii inferiore a tutta quella bellezza.
Harry aveva un sorriso sulle labbra mentre si avvicinava al mio orecchio, più si avvicinava più l'odore di liquore al cocco entrava nelle mie narici.

'Toglierei questi Jeans' mi disse, mentre infilava le dita in uno dei pezzi di stoffa in cui passava la cintura.
'Perchè?' chiesi, mentre il suo sguardo vagava lungo la mia lunghezza.
'Perchè tutti guarderanno questo culo' disse facendomi squittire dato che la sua mano stava proprio stringendo il mio sedere.
Harry sorrise a quella mia reazione e poi parlò.

'I ragazzi ti richiedono giù, vogliono che bevi uno shot con noi' disse, mentre usciva dalla mia stanza.
Mi controllai un'ultima volta allo specchio e scesi le scale.
I ragazzi erano tutti bellissimi, contenti ed emozionati per quella festa, sul tavolo della cucina decine di bottiglie di superalcolici erano disposte in fila e 5 bicchierini erano disposti davanti a noi.
Liam prese una bottiglia qualunque e riempì i bicchierini di un liquido rossastro, tutti noi presimo lo shot in mano.

'Alla nostra festa, che sarà divertente come sempre' iniziò Niall alzando il suo bicchiere verso il cielo 'E al nostro nuovo coinquilino, non che amico, Louis' finì, i ragazzi si erano girati tutti verso di me e Harry mi fece l'occhiolino prima di bere il contenuto del suo bicchiere.
Feci lo stesso, il liquido era dolciastro e aromatizzato alla fragola.

In poche ore la casa si era riempita di gente, generalmente stavo vicino a Niall che alle 22.00 mi aveva già presentato decine e decine di persone.
Harry mi aveva portato un cocktail e lo avevo ringraziato gentilmente, la musica era alta e non permetteva di parlare normalmente così anche gente sconosciuta si avvicinava incredibilmente a me per dirmi il loro nome.

Quando il centro del nostro salotto divenne ricco di persone che si strusciavano dovetti allontanarmi per cercare un posto un po' più tranquillo.
Presi una sigaretta e uscii dalla porta finestra, fuori uno dei ragazzi che si era presentato con amico di tutti i miei coinquilini mi fece segno di avvicinarmi, il suo nome era Michael.
Dalla sua tasca prelevò una bustina e ridacchiò mentre con mani tremanti cercava di riversare il contenuto sul palmo della sua mano.