Capitolo Cinquantuno.

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Io ed Harry ci spostammo a piedi e apprezzai che senza alcuna vergogna mi prese per mano, guidandomi in quella città sconosciuta.

'Come ti sei trovato? con loro dico' chiese pochi minuti dopo, riferendosi alla sua famiglia.

'Tua madre è una donna fantastica' iniziai 'e anche tua sorella, sono davvero carine' ammisi, sorridendo.

'Si, lo sono, un po' invadenti ma lo sono' sorrise a sua volta portandoci ad attraversare la strada.

Il cielo si era incupito, come se stesse per nevicare a minuti e sul terreno la brina ricopriva i fili d'erba.

'Cos'è il Rose park?' chiesi curioso, cambiamdo argomento.

Lui strinse involontariamente la mia mano, facendo un cenno con la testa.

'Quello è il Rose park, sono cresciuto qui, ci ho passato molto tempo' disse, mentre noi ci avvicinavamo a quel parco trasandato.

Un cancello in ferro battuto apriva l'ingresso al parco, esso era aperto ma sulla sua apertura era ancora visibile una catena spezzata.

Fin dall'ingresso erano visibili diversi gruppetti di persone, quel parco dava tutto tranne che l'impressione di esser un luogo accogliente e sicuro.

Camminammo nel viale tracciato dal cemento e subito qualche secondo dopo qualcuno si avvicinò a noi.

'Styles? porca troia quanti anni sono che non ti vedo?' disse questo ragazzo mulatto, totalmente esaltato, con gli occhi spalancati.

'Ciao, Ronny, come stai?' gli chiese gentile porgendogli la mano che l'altro ragazzo strinse in un saluto a me sconosciuto.

'Porca puttana alla grande, perchè sei tornato qui?' chiese mentre lasciava la sua mano ancora più esaltato di prima.

'Famiglia' rispose scrollando le spalle.

'Volete qualcosa per divertirvi?' chiese, in modo che sembrasse gentile e innocente ma sapevamo tutti, lo immaginavo anche io quello che ci stesse proponendo.

'No, grazie' rispose in modo autorevole Styles mentre l'altro ragazzo faceva un passo indietro alzando le mani.

'Ci si vede, Styles e ciao bel ragazzo' disse facendo un occhiolino mentre Harry bloccava il passo che stava facendo per girarsi velocemente nella direzione del mulatto.

Sembrava lottare contro se stesso per decidere se rincorrerlo o continuare nel nostro cammino, spostai il mio braccio sulla sua schiena, visto le sue spalle troppo lontane e lui senza dire nulla continuò a camminare.

Camminammo per circa cinque minuti, mentre quasi tutte le persone si fermavano per salutare Harry e ciò mi metteva in imbarazzo perchè non venivo minimamente calcolato, ma al terzo saluto lui sembrò capirlo e iniziò a salutare quegli uomini e quelle donne con fretta e indifferenza.

Quel parco era grande,  i giochi per bambini in esso erano mal messi, imbrattati di graffiti e parole volgari.

Camminando attraverso il parco arrivammo in una zona, con poche persone, poco davanti a noi vi era un tunnel in cemento.

Io mi irrigidii, all'idea di star chiuso in quel cerchio di cemento che poteva esser pieno di persone intente a drogarsi o far altro.

'Ci sono io con te, non succederà nulla' ammise, mentre riprendeva la mia mano incrociando le nostre dita.

Il tunnel in realtà aveva un neon, che illuminava l'ambiente riempito di scritte e fortunatamente era vuoto.

Harry lasciò la mia mano per guardarsi intorno e poi si avvicinò alla parete alla nostra destra, puntando qualcosa tra le migliaia di scritte e disegni.

Rainy Autumn | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora