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Taehyung

Erano passati due giorni dalla festa, e quel lunedì sarei dovuto andare all'Università. Ero al terzo anno di criminologia, e avrei avuto due settimane per prepararmi per sostenere il mio ultimo esame.

Erano le nove e mezza, e la mia prima lezione sarebbe iniziata alle dieci, quindi ero in perfetto orario. Misi il mio cappotto nero, abbinato ad un dolcevita del medesimo colore, un paio di pantaloni beige e delle scarpe nere. Avevo caldo, ma amavo troppo quell'abbinamento di abiti per privarmene.

Mi guardai per l'ultima volta allo specchio, sistemandomi leggermente i capelli, attualmente tinti di nero, poi uscii di casa, chiudendo la porta con le chiavi, che poi misi nella tasca destra, visto che in quella sinistra si trovava il mio telefono.

Arrivai alla mia macchina, la aprii e mi sedetti dal lato guida, mettendola in moto. Dopo circa dieci minuti arrivai all'Università, e spesi più di cinque minuti a trovare un posto dove potessi parcheggiare. Quando posizionai la macchina, scesi e la chiusi, poi, con la mia borsa universitaria, mi avviai verso la sede.

Sentii il telefono squillare in tasca e, sapendo fosse Jimin, non risposi, visto che lo avrei incontrato presto. Arrivai nel cortile dopo poco e cercai il mio amico con lo sguardo, finché non lo notai, mentre aveva il telefono tra le mani e sbatteva il piede destro sul pavimento. Mi avvicinai e, prima che lo raggiungessi, lui alzò lo sguardo, iniziando a camminare velocemente verso di me.

"Ce l'hai fatta! Perché non rispondevi alle mie chiamate?" mi chiese, guardandomi male ed inclinando la testa verso destra.

"Ero qui fuori e avevo il telefono in tasca." mi giustificai io, alzando le mani in segno di resa, provocandogli una risata.

"Andiamo, che sennò non troviamo posto." esclamò, prendendomi per un polso ed obbligandomi a seguirlo fin dentro alla classe del nostro corso.

Ci sedemmo vicini, verso la fine dell'aula, ma andava benissimo così, contando che una volta restammo entrambi in piedi per un'ora e mezza.

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Passarono tre ore prima che io potessi tornare a casa. Avevo auto due corsi, uno di due ore e un altro di un'ora. Jimin invece ne avrebbe auto anche un terzo, quel giorno, mentre io avevo finito. Lo salutai e, mentre lui si incamminava verso un'altra classe, io uscii dall'Università.

Camminavo per il cortile, da solo, guardando qualche volta le persone che mi circondavano. Ma non c'era nessuno di interessante.

"Ei!" sentii esclamare, quindi voltai lo sguardo in avanti, trovandomi faccia a faccia con un ragazzo che inizialmente mi parve uno sconosciuto, ma che dopo qualche secondo riconobbi come il ragazzo della festa. Spalancai gli occhi, provocandogli un  sorriso "Aspetta, sbaglio o sei il ragazzo che sabato mi fissava? Alla festa, intendo." mi chiese ridacchiando.

"Cosa?" capii eccome ciò che disse, ma glie lo chiesi comunque, deglutendo. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere.

"Sì, sei proprio tu!" affermò sicuro di sé.

"In realtà eri tu a fissare me." ribattei, mordendomi l'interno della guancia sinistra ed incrociando le braccia.

"Certo, certo." disse, continuando a ridacchiare "Senti," tornò serio "volevo chiederti se per caso sapessi dove potrei trovare Kim Namjoon?" mi domandò.

"No." risposi direttamente. Non conoscevo nessuno con quel nome. Lo vidi sospirare, poi mordersi il labbro inferiore, nervosamente, e poco ci mancava che iniziasse a sanguinare.

"Va bene, grazie comunque." disse, poi mi superò.

Combattei così tanto per fermare il mio impulso nel girarmi, ma non ci riuscii, quindi mi voltai per guardarlo, trovandolo già voltato a fissarmi. Mi maledii mentalmente per quella mia scelta, e sbattei un paio di volte le palpebre, stupito, dopo che lo vidi farmi un occhiolino.

Mi girai e iniziai a camminare a passo veloce verso la mia macchina, sentendo le mie guance andare a fuoco per l'imbarazzo, ancora e sempre per lo stesso ragazzo. Se lo avesse saputo Jimin mi avrebbe preso in giro fino alla morte, per quello non gli avrei detto niente.

Anche se, infondo, non c'era nemmeno qualcosa da dire.

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Appena entrai in casa mi tolsi subito il cappotto, appendendolo all'appendiabiti, poi levai le scarpe e indossai un paio di pantofole.

Mi faceva male lo stomaco, ed essendo ora di pranzo lo collegai alla fame, quindi decisi di scaldare del ramen che avevo nel frigo. Preparai tutto e mi sedetti al tavolo, di fronte alla televisione, e la accesi. Iniziai a mangiare, non curandomi del programma che stavano trasmettendo, finché ciò che disse il conduttore non attirò la mia attenzione.

"Oggi sono due anni dalla scomparsa di Kim Yongho, famosissimo imprenditore il cui caso che non è mai stato risolto. Non si sa ancora se sia vivo, ma, visto che non si hanno sue notizie da così tanto tempo, la polizia sta pensando di archiviare il caso."

Smisi di mangiare e nemmeno me ne resi conto, quella notizia mi aveva destabilizzato. Non sapevo chi fosse quell'imprenditore, non conoscevo la sua famiglia e né tantomeno dove lavorasse, ma il fatto che volessero chiudere il caso, nonostante fosse effettivamente irrisolto, mi aveva lasciato l'amaro in bocca.

Smisi di pensarci dopo qualche minuto. Infondo non era il mio lavoro e non mi sarei dovuto immischiare in qualcosa che non rientrava in ciò che sapessi fare.

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Appena finii di pranzare, lavai i piatti e sparecchiai. Appena sistemai tutto andai subito nella mia stanza e decisi di iniziare a studiare, così da passare il mio ultimo esame, senza avere la paura di doverlo ripetere. Speravo finalmente di laurearmi, smettendola così con la scuola.

Avrei potuto cambiare lavoro, iniziandone a fare uno che mi piacesse veramente, e che non mi servisse solo per pagare le rette universitarie o l'affitto della casa.

Mi sedetti sulla sedia della scrivania e presi il libro di diritto processuale civile. Odiavo quella materia, ma mi toccava farla.

Quando furono passate quasi tre ore decisi finalmente  di prendermi un po' di tempo per me. Misi il pigiama e andai sotto le coperte, rilassandomi dopo una giornata abbastanza pesante.

Appena chiusi gli occhi mi apparve davanti agli occhi l'immagine dello stesso ragazzo che vidi alla festa e che giusto qualche ora prima avevo incontrato fuori la mia Università. Ebbi unicamente il tempo di pensare che non conoscevo nemmeno il suo nome, perché poi mi addormentai in un attimo.

Any reason to stay || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora