Taehyung
Entrai felice in casa di mia zia Hyejin. Era passata più di una settimana da quando non andavo da lei.
Era pomeriggio e sarei stato lì finché non si fossero fatte almeno le dieci di sera.
Salutai tutti, compreso mio zio Joonwon, che quel giorno era riuscito a uscire presto dal lavoro per essere tutti e quattro insieme. Ci sedemmo sui divani, io e Eunhui su quello situato sulla parete destra, mentre i miei due zii presero posto su quello di fronte a noi.
"La prossima volta ci vedremo direttamente dopo il tuo esame, vero?" mi chiese zio Joonwon, e io annuii felice. Non vedevo l'ora di togliermi quel pensiero dalla testa.
"Quanto sei cresciuto, Tae, sembrava ieri che eri appena entrato in questa casa. Dieci anni sono volati." sorrise felice. Quel giorno si respirava un'aria tranquilla e io amavo stare in loro compagnia.
"Poi mi sono trasferito per l'Università." stavamo ripercorrendo la mia vita in quella casa e non potevo essere più felice, ma mancava qualcosa, era sempre mancato qualcosa.
"Lasciandomi da sola con loro." sbuffò Eunhui, facendo ridere tutti.
"Avevi nove anni quando sei arrivato, ricordi?" mi chiese Joonwon, facendomi mordere l'interno della guancia destra.
"Non ricordo niente di ciò che mi è successo al di sotto dei miei undici anni." ammisi tristemente. E, anche per colpa di quello, non ero a conoscenza del motivo per il quale abitassi con i miei zii e non con i miei genitori.
Avevo solo qualche frammento confuso di un uomo che avrebbe dovuto essere mio padre, poi basta. Non sapevo che viso avesse, conoscendo solo quello di tanti anni prima, mentre quello di mia madre lo avevo visto solo in foto, ma non avevo idea di come fosse diventata, poi sapevo di avere un solo fratello, grazie alle foto che mi mostrarono i miei zii, ma era comunque piccolo e, se lo avessi incontrato per strada, non sarei riuscito a riconoscerlo.
Vivevo da anni nell'ombra del mio passato e non capivo perché i miei zii non me ne avessero mai parlato. Ma, in quel momento, che mi avevano messo su un piatto d'argento qualche notizia, non avrei sprecato l'occasione per saperne di più.
"Non avete la minima intenzione di raccontarmi ciò che sapete, vero? Nemmeno ora che ho ventidue anni?" chiesi senza timore. Avevo il diritto di sapere.
Venimmo interrotti dal campanello che suonò, così sbuffai, sapendo che, se ci fosse stata un'altra persona, non avrebbero potuto dirmi niente.
"Sì, Taehyung, è arrivato il momento che tu sappia la verità." disse zia Hyejin, stupendomi. Si alzò e andò ad aprire la porta, situata nel corridoio affianco al salone in cui ero io.
A un certo punto rientrò nella stanza, seguita da un ragazzo che sembrava avere un paio di anni in più a me. Mi alzai, non capendo cosa stesse succedendo e chi fosse lui.
"Taehyung, lui è Namjoon, il bambino delle foto che ti abbiamo sempre mostrato." disse mia zia. Spalancai gli occhi e lo guardai, sbattendo, in seguito, le palpebre.
"Non è vero, state scherzando." sussurrai più a me stesso che a loro "Non è davvero mio fratello."
Jimin
Erano giorni che Taehyung non mi sembrava più lo stesso, ma avevo evitato di farglielo notare, pensando che fosse solo sotto stress per gli esami.
Anche quel giorno non rispose subito alle mie chiamate, ma ben presto mi ricordai che fosse a casa di sua zia, quindi non ci feci molto caso.
Presi gli auricolari dalla tasca dei jeans e li misi nelle orecchie, facendo partire la riproduzione casuale. Continuai a camminare scocciato per le strade di Seoul. Non sapevo nemmeno io perché fossi uscito.
Assottigliai gli occhi, quando vidi due figure familiari a qualche metro da me. Uno dei due mi notò prima che potessi anche solo pensare di girarmi e andarmene.
"Jimin!" esclamò Hoseok, facendomi sorridere e alzare la mano in segno di saluto, poi mi avvicinai, arrotolando le cuffiette della tasca.
"Ciao." li salutai, appena mi trovai di fronte a loro.
"Vi conoscete?" chiese il ragazzo affianco, quello che avevo incontrato al supermercato e che
ricordavo si chiamasse Yoongi."Sono il suo parrucchiere e siamo anche molto amici." annuì il rosso "Perché?" chiese poi, inclinando la testa verso destra.
"L'ho incontrato qualche giorno fa, quando io e Jungkook siamo andati al negozio." rispose l'altro, guardandomi male. Era come se non mi volesse lì. Feci un passo indietro, mordendomi il labbro nervosamente.
"Ho capito." Hoseok si girò verso di lui, notando il mio cambiamento, e guardò il suo amico "Noi dobbiamo andare, Jimin, è stato bello incontrarci." continuò, voltandosi di nuovo verso di me.
"Certo, ci vediamo." cercai di sorridere spontaneamente, aspettando che se ne andassero, cosa che successe qualche secondo dopo, senza che Yoongi mi salutasse o dicesse altro.
Quel ragazzo sembrava odiarmi, senza nemmeno che mi conoscesse. Scossi la testa, sentendo il telefono squillare. Lo presi e mi stupii quando lessi il nome di Taehyung, rispondendo quasi subito.
"Tae? Che succede?" domandai, pronto per tornare a casa.
Taehyung, quando era dai suoi zii, non si faceva sentire fino alla sera o, addirittura, al giorno dopo.
"Jimin, puoi venire da me?" rispose. Dalla sua voce si capiva che avesse bisogno di me, quindi iniziai a correre.
"Arrivo." gli dissi, staccando subito dopo per concentrarmi di più sulla strada che stavo percorrendo.
-
Appena bussai Taehyung aprì la porta e si fiondò tra le mie braccia. Lo strinsi immediatamente, non sapendo cosa fare, per poi trascinarlo sul divano del suo salotto, chiudendo la porta alle nostre spalle.
Non lo forzai a parlare, aspettai che fosse lui pronto a parlare.
"Ero da zia Hyejin e stavamo ricordando un po' i bei momenti in quella casa, da quando ero arrivato anche io, finché non è arrivato un ragazzo." iniziò, sospirando pesantemente, ma senza mai piangere.
Non risposi.
"Mio fratello, Jimin, si è presentato mio fratello, dopo ventidue anni."
Spalancai gli occhi, non aspettandomi una conversazione del genere.
"Tuo fratello?" balbettai, non sapendo cos'altro dire.
"Sì, e non puoi capire cosa mi ha detto." non vedevo Taehyung piangere da anni e, quando una lacrima scese dal suo occhio sinistro, lo abbracciai fortissimo, mettendo la sua testa sulla mia spalla "Adesso so tutta la mia storia." ammise, singhiozzando.
"Cosa sai, Tae?" gli chiesi dolcemente, accarezzandogli i capelli.
"So che fine hanno fatto mia madre e mio padre, so perché sono andato ad abitare con i miei zii. Ora conosco mio fratello, che non avevo mai visto prima. Assimilare tutto dopo così tanti anni non è stato facile." sussurrò, ma vista la nostra posizione sentii tutto alla perfezione.
"Si risolverà tutto, Tae, non abbatterti, supereremo anche questo, insieme." cercai di rassicurarlo, sentendolo stringere le braccia attorno alla mia vita.
Avremmo continuato quel discorso quando si sarebbe ripreso almeno un minimo, ma, fino a che avesse voluto, sarei rimasto con lui, senza esitare nemmeno un attimo.

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Any reason to stay || Taekook
Romance"«Io sono dalla tua parte.» dissi in modo sincero. Jungkook alzò entrambe le mani e le posò sulle mie guance, accarezzandole lentamente e incorniciandomi il viso. Mi guardò e sorrise, poi, finalmente, unì le nostre labbra." - Avrebbero potuto esser...