Taehyung
Erano le nove del mattino e io stavo aspettando Jimin da dieci minuti. Appena ero arrivato al bar mi ero seduto subito, senza ordinare niente per aspettare il mio amico, che però sembrava essere sparito.
Lo avevo chiamato venti volte e gli avevo mandato minimo trenta messaggi, ma non aveva risposto a nessuno di essi.
Sbuffai scocciato, avrei aspettato altri due minuti e poi me ne sarei tornato a casa a dormire fino all'ora in cui avrei dovuto iniziare i corsi. Misi le mani nelle tasche, e mi stupii quando scoprii che nella sinistra ci fosse qualcosa.
Era un pezzo di carta. Lo tirai fuori e subito mi ricordai del foglio che mi aveva dato Jungkook il giorno prima e che avevo dimenticato di aprire, dato che la sera precedente ero stato impegnato a pensare proprio a lui.
Lo aprii e ci trovai un numero segnato, con sotto proprio il nome del ragazzo.
Alzai lo sguardo, non capendo il motivo del suo gesto, e spalancai gli occhi quando vidi Jimin entrare dalla porta di vetro, quindi riposai il biglietto in tasca.
Dopo avrei pensato a cosa fare.
Il mio migliore amico si sedette di fronte a me e iniziò a respirare affannosamente.
"Mi dispiace averti fatto aspettare, Tae! Ho fatto tardi!" si giustificò, facendomi ridacchiare.
"Ho notato, sii felice che non me ne sia andato." risposi scuotendo tragicamente la testa. Ovviamente ero ironico, infatti iniziò a ridere.
Poco tempo dopo arrivò un cameriere per prendere i nostri ordini: io presi un cornetto e un bicchiere d'acqua, mentre Jimin ordinò solo un succo di frutta alla pesca.
Quando arrivarono iniziai subito a mangiare, mentre il mio migliore amico mi guardava. Alzai gli occhi su di lui, con il cornetto tra le mani.
"Che c'è?" gli chiesi, pulendomi la bocca.
"Niente." disse semplicemente lui.
"Mi stavi fissando mentre mangiavo, quindi dimmi cosa vuoi prima che ti tiri addosso il tuo stesso succo." sbuffai, facendogli prendere la bottiglietta di vetro tra le mani, come per proteggerla.
"Sono serio, non è successo niente, solo che ti stanno crescendo i capelli, hai le radici marroni e il resto neri." sorrise dolcemente, mentre io ripresi a mangiare.
"Sì, lo so, devo andare a rifare il colore, ma penso di aspettare la fine degli esami, dopo la laurea, quando sarò libero." lo informai, ricevendo una sua occhiataccia.
"Sei impazzito? L'esame lo abbiamo il ventidue e oggi è l'undici! Tra due settimane avrai la ricrescita fino al mento! Andiamo questa settimana e non voglio sentire questioni." decise tutto da solo, senza interpellarmi nemmeno una volta, ma infondo era sempre stato così.
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Finimmo di fare colazione, parlando e ridendo, finché Jimin non prese il telefono, spalancando gli occhi qualche secondo dopo.
"Sono le dieci meno quindici!" esclamò alzandosi in piedi, seguito da me. Pagammo e iniziammo a correre verso l'Università. Quel giorno avevamo avuto la splendida idea di non prendere la macchina.
Appena arrivammo il cortile era vuoto, e quello non era affatto un buon segno. Camminammo a passo spedito tra i corridoi ed entrammo nella nostra aula. Guardammo le file dei posti ed erano tutte piene.
Mi ero ormai convinto all'idea che avremmo seguito la lezione in piedi, però poi il mio amico mi prese per un polso e mi trascinò verso due sedie libere. Ci sedemmo e tirammo un sospiro di sollievo, dandoci il pugno e sorridendoci.
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Dopo tre ore uscii dall'Università. Avevo avuto tre lezioni, mentre Jimin due, quindi ero di nuovo da solo. Arrivai quasi al cancello, quando qualcuno si posizionò davanti a me.
Quando incrociai gli occhi con quella persona, quasi non ci credetti. Ci eravamo incontrati per l'ennesima volta, in meno di ventiquattro ore.
"Se cerchi di nuovo Kim Namjoon-" ricordai la nostra prima conversazione "mi dispiace, ma nemmeno oggi so dove sia. Non lo conosco nemmeno, in realtà." lo informai, facendolo ridere.
"No, oggi non cercavo lui, ma te." alzò le spalle, come se ciò che avesse appena detto fosse qualcosa da poco.
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.
"Me? Perché io?" chiesi. Non ci stavo capendo più niente.
"Volevo vederti, ti ho dato il mio numero ma non mi hai né contattato né chiamato." rispose semplicemente.
"Non avevo aperto il biglietto ieri, e anche se lo avessi fatto non ti avrei contattato comunque." spiegai, fissandolo negli occhi.
"Addirittura." ridacchiò, incrociando le braccia e inarcando un sopracciglio.
"Esatto, io non ti conosco, tu non mi conosci, io e te non abbiamo niente a che fare." iniziai a sbattere il piede destro per terra, senza nemmeno accorgermene.
"Eppure sei nervoso, lo percepisco sai." indicò con la testa la mia gamba. Abbassai lo sguardo, puntandolo dov'era il suo. Sospirai pesantemente e, concentrandomi, fermai quel tremolio.
"Mi prendi anche in giro? Ho capito, me ne vado." sbuffai, superandolo, ma non riuscii nemmeno a fare un paio di passi che una sua mano mi bloccò un polso, facendomi girare di scatto.
"Non mi stavo prendendo gioco di te." disse, allontanando la sua mano appena mi vide sbattere gli occhi. Appena la tolse, tornammo a guardarci negli occhi.
"Non toccarmi più." feci un passo indietro "E dimmi cosa vuoi da me, sennò vado via davvero."
"Però, che caratterino che hai." scosse la testa, facendo un passo verso di me "Non voglio proprio niente da te, se vuoi andartene fai con comodo." alzò le spalle. Aveva un'espressione indifferente dipinta sul volto e quello mi fece corrucciare le sopracciglia.
"Tu mi hai cercato, tu sei venuto a parlarmi, tu mi hai fermato e non ti serve niente? Ma sei serio? Poi, sono sicuramente più grande di te, quindi rispettami." risposi subito, senza pensarci due volte, provocandogli un sorrisetto snervante sul viso.
"Rispetto chi mi rispetta. Ti ho già detto cosa voglio, cioè conoscerti, ma evidentemente tu non vuoi farlo, quindi chiudiamo qui tutto questo, infondo non mi interessavi più di tanto." mi superò e iniziò ad andare via.
Mi girai, sconvolto dalle sue parole. Sapevo che ci fossi rimasto un po' male, ma non lo avrei mai ammesso ad alta voce.
Non gli risposi, solo per fargli capire che non me ne fregasse niente di lui. Così, quando non lo vidi più nella mia traiettoria visiva, me ne tornai lentamente verso casa.
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Any reason to stay || Taekook
Roman d'amour"«Io sono dalla tua parte.» dissi in modo sincero. Jungkook alzò entrambe le mani e le posò sulle mie guance, accarezzandole lentamente e incorniciandomi il viso. Mi guardò e sorrise, poi, finalmente, unì le nostre labbra." - Avrebbero potuto esser...