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Taehyung

Le stelle illuminavano il volto mio e quello di Jungkook, mentre non riuscivamo ad allontanare lo sguardo l'uno dall'altro, o almeno ero io che non riuscivo a cambiare la direzione dei miei occhi.

Non avrei mai pensato che mi sarei potuto trovare in una situazione del genere con qualcuno, e tantomeno con Jungkook. Proprio con lui che, all'inizio della nostra conoscenza, credevo di odiare, e non sapevo ancora come fosse cambiato tutto.

Solo in quel momento capii che, effettivamente, di Jungkook conoscessi poco e niente. Sospirai e corrucciai le sopracciglia, assottigliando i mei occhi per guardare meglio i suoi.

Lo vidi sorridere.

"Che c'è?" chiesi, rompendo quel silenzio calmo e dolce di quella sera che ci abbracciava come se fossimo gli unici esseri umani importanti su quella Terra, in quel momento, o forse per sempre.

Alzò l'indice e lo mise sulle mie labbra, zittendomi, e ci riuscì. Proprio mentre pensavo che stesse allontanando il dito, vidi che cambiò traiettoria, portando il pollice della stessa mano sul mio labbro inferiore.

Spalancai gli occhi, ma dubitavo lui se ne fosse accorto, poiché, mentre i miei erano fissi sul suo viso, i suoi erano poggiati sulle mie labbra.

Non sapevo cosa stesse per fare, o forse non volevo saperlo davvero. Presi il suo polso, ma senza fare alcun movimento. Ricambiò il mio sguardo e si allontanò di sua spontanea volontà.

"Non volevo." sussurrò. Se fossi stato anche due millimetri più lontano nemmeno lo avrei sentito, ma ero io a non volere quello, non volevo che si scusasse.

"Tranquillo," risposi "non hai fatto niente." sussurrai. Pensavo, proprio come lui, che, se avessi alzato la voce anche di un po', tutto attorno a noi si sarebbe sgretolato.

E forse sarebbe successo tra qualche minuto, qualche ora, oppure il giorno dopo, ma, in quel momento, niente poteva riuscirci, se non noi stessi.

"Amo le stelle." ammise, mentre io tornai a guardare il cielo scuro, perché, se fossi rimasto a guardare lui, avrei perso qualsiasi ragione.

"Non mi sono mai soffermato sulla loro bellezza, ma sono proprio fantastiche." dissi, mordendomi il labbro inferiore, sentendo ancora i suoi occhi bruciarmi la pelle.

"Hai proprio ragione." concordò con me, anche se dubitavo si riferisse alle stelle, ma era meglio non indagare oltre.

"Perché ti piacciono?" chiesi, rigirandomi a guardarlo, davvero curioso della risposta che avrebbe potuto darmi.

"In che senso?" mi domandò, facendomi sorridere divertito alla sua faccia confusa.

"Non si ama qualcosa solo per la bellezza." mi leccai le labbra "Io, per esempio, amo i tramonti perché li paragono alla mia infanzia, loro portano la fine di qualcosa, e il primo tramonto che ho nei ricordi è quello della sera in cui andai ad abitare dai miei zii, il giorno in cui finì la mia vita da bambino spensierato." aggiunsi. Volevo che Jungkook si confidasse con me, ma non lo avrebbe mai fatto se non avessi iniziato prima io.

"Non mi ero mai soffermato a pensarci, ma hai ragione, le stelle per me sono più che semplice bellezza, sono il mio punto di forza. Quando devo sbollire i nervi o la tristezza vado sempre in un luogo dove posso vederle, mi aiutano a pensare con il cuore." fece una pausa, in cui sospirò "Solo in quei momenti mi sento davvero me stesso e solo allora sono capace di confrontarmi con i miei pensieri sinceramente."

Non mi disse molte cose sulla sua vita, ma sapevo che, in ciò che aveva appena detto, ci fosse qualcosa che avrei dovuto cogliere, cosa che non riuscii a fare.

"Vedi? C'è sempre una ragione dietro, quando si ama qualcosa."

Ormai era un continuo guardarci e smettere di farlo, perché sapevamo entrambi che non saremmo mai riusciti a fare una sola delle due cose per troppo tempo.

"Non ho mai amato niente," ammise "e nessuno." aggiunse "Non ho mai visto qualcosa in qualcuno, oltre la bellezza esteriore. Anche se, in realtà, non ho mai visto nemmeno quella. Ho visto solo cose e persone oggettivamente belle, non che piacessero a me."

Mi lasciò di stucco, non sapevo bene cosa dire. Jungkook era sempre così imprevedibile.

"Siamo più simili di quanto avrei immaginato." sorrisi, seguito da lui.

"E sappiamo ancora poche cose." continuò lui al posto mio, come se mi leggesse nella mente.

"Avremo tempo." e sperai davvero che ne ce ne sarebbe stato. Era tutto così strano che faticavo a credere che fosse reale. Nella mia vita, quando qualcosa andava bene, veniva sempre rovinata, ma io e Jungkook avevamo già superato il nostro problema.

E volevo illudermi che sarebbe andato tutto per il meglio.

Non sapevo che ore fossero, avevo perso la condizione del tempo, e il giorno dopo sarei dovuto andare da Hyunki, suo fratello, per l'ultima ripetizione prima del suo esame.

"Domani vai a casa dei miei genitori, per Hyun, vero?" mi chiese, anticipando le parole che avrei voluto dire, un'altra volta. Mi soffermai sul fatto che non l'avesse chiamata casa sua, quindi capii che non abitasse più lì, e lo collegai anche alle parole che disse Hyunki la prima volta che Jungkook li andò a trovare quando c'ero anche io.

"Sì, sarà l'ultimo giorno." pensai lo sapesse già, essendo suo fratello, ma volevo portare avanti la conversazione, per non cadere in un silenzio.

"Già, gli ho sempre detto di studiare durante la scuola e non d'estate, per non avere debiti da recuperare." annuii, concordando con lui.

Spalancai gli occhi, collegando solo in quel momento che fosse davvero tardi e che il giorno dopo mi sarei, appunto, dovuto alzare presto.

"Adesso devo proprio andare." mi alzai, distruggendo la magia di qualche secondo prima, ma non potevo farci nulla. Mi pulii i pantaloni da qualche filo di erbetta che c'era sopra e feci lo stesso con la mia maglietta.

Jungkook si alzò dopo di me e mi si mise di fronte.

"Hai la macchina qui, vero?" chiese e io annuii, poi iniziammo a camminare uno affianco all'altro, senza fiatare nemmeno una volta.

Arrivammo vicino alla mia macchina. Aprii la portiera e, prima di entrare, mi voltai verso Jungkook.

"Tu hai la moto?" domandai, facendolo annuire, così mi morsi l'interno guancia "Va bene, allora ci vediamo." sussurrai.

"Ci vediamo." rispose.

Mi sedetti sul seggiolino e, dallo specchietto, lo vidi andare via.

Mi appoggiai allo schienale e strinsi il manubrio tra le mani. Misi in moto e stavo quasi per partire, quando sentii il cellulare squillare nella tasca dei pantaloni. Lo presi e non riuscii a fare altro che sorridere quando vidi il contenuto e il nome di chi mi avesse contattato.

"Quando arrivi a casa mandami un messaggio." lessi ad alta voce "Jungkook," sospirai "cosa mi stai facendo."

Any reason to stay || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora