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Jungkook

Passarono sei giorni dall'ultima volta che vidi Taehyung, e quello era il lunedì in cui avrebbe sostenuto il suo ultimo esame.

Le parole dei miei amici mi fecero capire, dopo qualche giorno di troppo, che, effettivamente, Taehyung non c'entrasse niente con Namjoon, se non per il fatto che mi avesse mentito, ma, infondo, lo avevo fatto anche io, quando gli parlai dei miei ipotetici lavoretti.

Quindi, dopo averci pensato attentamente, presi la scelta di presentarmi fuori la sua Università. Non sapevo a che ora avrebbe iniziato o quando sarebbe uscito, ma non potevo cambiare idea proprio in quel momento, allora decisi che lo avrei aspettato, anche a costo di rimanere lì tutta la vita.

Mi sedetti su una panchina del cortile della sua Università, guardando davanti a me, pensando alle parole esatte da dirgli. Non ci avevo minimamente pensato al fatto che, giustamente, avrebbe voluto delle risposte che giustificassero il mio strano comportamento.

Non volevo mentire, non ancora, non a lui, rischiando di farlo allontanare davvero, ma non avrei potuto comunque dirgli che suo fratello avesse dei debiti con me.

Il tempo a mia disposizione non fu abbastanza da farmi pensare a qualcosa perché, con la coda dell'occhio, vidi Taehyung fermo a pochi passi dalla panchina.

Mi voltai e notai che i suoi occhi fossero già posati su di me, quindi incrociammo gli sguardi.

Non riuscivo a muovermi, rivederlo dopo quasi una settimana era come se mi avesse fatto tornare a respirare, facendomi capire che, in tutto quel tempo, avessi solo trattenuto il fiato.

Vidi il suo pomo d'Adamo andare su e giù, segno che stesse deglutendo, poi ritornò a guardare avanti, continuando a camminare, indisturbato, come se io non esistessi.

Quanto ci rimasi male non seppi dirlo nemmeno io, ma me lo meritavo. Mi alzai in piedi e lo raggiunsi, non avrei potuto sprecare un'opportunità del genere e, solo quando gli fui davanti, mi accorsi della presenza di un altro ragazzo, ma non ci feci caso, in quel momento volevo solo parlare con la persona che, in quasi una settimana, aveva occupato la mia mente costantemente.

"Taehyung." sospirai, guardandolo dolcemente. Non era da me, ma avrei potuto fare un'eccezione, solo quella volta, solo per lui.

"Che vuoi? Che ci fai qui?" mi chiese, incrociando le braccia.

"Io- volevo sapere come fosse andato l'esame." deglutii, facendo un passo indietro. La sua freddezza mi riportò all'inizio dei nostri incontri. Non poteva essere successo davvero, non poteva avermi dimenticato in qualche giorno.

"Davvero?" rise ironico "Ti importa? Ma non farmi ridere. Tornatene a casa, Jungkook." mi superò, dandomi una spallata.

Mi girai e guardai la sua schiena. Con un movimento veloce della spalla, allungai il braccio e allacciai la mia mano al suo gomito, facendolo voltare verso di me.

Si scansò e mise una mano sul suo braccio, come se lo avessi scottato, come se io fossi uno sconosciuto che gli avesse messo le mani addosso violentemente, cosa che non avrei mai osato fare.

Le persone attorno a noi ci guardavano, ma a me non fregava.

"Possiamo parlare?" domandai, facendo un passo avanti. Lui rimase bloccato nella stessa posizione, finché non lo vidi annuire.

"Jimin, torno a casa da solo." disse al suo amico.

"Sicuro?" chiese l'altro, guardando prima Taehyung, poi me "Non so chi tu sia, ma, se gli fai del male, me la paghi."

"Non mi sognerei mai di fargli del male." dissi sinceramente, troppo sinceramente, ma era quello che pensavo. Il ragazzo biondo mi squadrò dalla testa ai piedi, poi annuì, infine salutò Taehyung e andò via.

"Vieni." dissi, iniziando a camminare diretto verso qualche bar in cui ci saremmo potuti sedere per parlare, ma venni interrotto dalle sue parole.

"No, parliamo qui." si impuntò lui. Lo guardai e lo vidi sedersi sulla stessa panchina su cui ero io pochi minuti prima.

Sospirai e accettai, seguendolo. Nel cortile non c'era più nessuno. Taehyung guardava avanti, mentre io guardavo lui. Non riuscivo a fare altro.

"Mi dispiace di non essere venuto giovedì, di avere ignorato il tuo messaggio e te per tutti questi giorni." odiavo scusarmi, ma non vedevo altro modo per iniziare a parlare.

"Ti dispiace." rise, poi si voltò verso di me, guardandomi negli occhi "Ti dispiace? Ti rendi conto di come mi sia sentito io? No, non puoi saperlo!" esclamò, leccandosi le labbra nervosamente.

"Io non-" iniziai, ma lui alzò il suo indice, indicandomi di stare zitto.

"Non mi importano le tue scuse! Non voglio sapere che non avresti voluto farlo o altro, voglio sapere perché lo hai fatto!" esclamò, senza mai urlare troppo. Taehyung era una persona così fine ed educata che, anche quando avrebbe dovuto prendermi le guance a schiaffi, non lo faceva "Anzi," si alzò in piedi "non mi interessa niente, né di te, né del motivo per cui mi hai ignorato e né niente."

"Puoi calmarti e ascoltarmi?" mi alzai anche io, mettendomi di fronte a lui. Eravamo più o meno della stessa altezza e riuscivamo a fissarci senza alzare o abbassare il viso.

"Mi devo anche calmare." sbuffò, scuotendo la testa.

"Non posso dirti il motivo per il quale non ti ho parlato per tutti questi giorni, ma-" cercò di parlare, ma lo fermai "fammi finire." e, stranamente, mi ascoltò "Un giorno te lo dirò, ma adesso, ti prego, devi fidarti di me."

"Fidarmi di te? Sei serio? Sparisci per quasi una settimana, poi ritorni e mi dici che devo fidarmi di te, senza sapere niente. Questa conversazione sta diventando molto ironica." roteò gli occhi. Si capiva che volesse andare via, ma non lo faceva.

Capii che forse, in realtà, quella fosse solo una farsa, che lui stesse fingendo di fare il freddo solo per farmi sentire in colpa. E, se fosse stato così, ci stava riuscendo, eccome se ci stava riuscendo.

"Non avrei dovuto presentarmi qui." mi aggiustai i capelli con una mano, allontanandoli dalla fronte.

"Lo penso anche io." quelle furono le ultime parole che disse, prima di andare via. Mi accasciai sulla panchina, lasciando che la testa penzolasse all'indietro.

"Sono un coglione." sbuffai contro me stesso "E adesso che faccio?" chiesi al nulla più totale. Ero andato lì per chiarire e invece lo avevo fatto infuriare ancora di più.

Ero in alto mare, senza avere la minima idea di come riaggiustare le cose.

Any reason to stay || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora