39

569 40 8
                                    

Taehyung

Appena sentii il campanello suonare aprii la porta, ritrovandomi davanti Jungkook. Ero tentato dal chiudergliela in faccia, ma decisi di non farlo, per dimostrargli che io valessi di più di quanto credeva.

"Perché sei qui?" chiesi in modo freddo, incrociando le braccia e guardandolo negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo.

"Io- non lo so." rispose, procurandomi una risata amara.

"Non dovevi venire, Jungkook." e in un solo secondo decisi che avrei detto tutte le cose che non pensavo minimamente, ma che sapevo gli avrebbero fatto provare almeno la metà delle emozioni negative che avevo provato io, e non solo una volta, per colpa sua "Io e te non stiamo insieme, la nostra è stata solo una notte di sesso e nient'altro, basta, Jungkook, lo hai dimostrato stesso tu, non fare come fosse niente."

Lo vidi dal suo sguardo che le mie parole gli fossero entrate nell'anima, ma, in quel preciso momento, non me ne pentii affatto, come lui non aveva pensato ai miei sentimenti io avevo fatto lo stesso con i suoi, e sapevo che, probabilmente, in seguito, guardandomi indietro, avrei capito le stronzate che stavo dicendo, ma, in quell'istante, l'unica cosa che volevo era che capisse come mi fossi sentito io.

"Cosa stai dicendo, Taehyung?" mi domandò incredulo e, se avessi guardato il suo viso, i suoi occhi e le sue labbra per qualche secondo in più, sapevo che mi sarei fiondato tra le sue braccia, sapevo che avrei pianto e che gli avrei sussurrato che tutte le mie precedenti parole fossero solo il frutto di tanta rabbia e, principalmente, delusione.

"Sto dicendo che, fino a ora, ho sempre avuto un qualsiasi motivo per restare, ma tu mi rendi le cose così difficili! Non sai nemmeno tu cosa vuoi e io ho bisogno di certezze, non di te che prima mi dici cose dolci e mi dai sentire il ragazzo più voluto del mondo e poi rinneghi tutto!" ammisi le cose che pensavo, senza tralasciare niente.

Lo vedevo che non sapesse cosa dire, sapevo che non avrebbe ammesso i suoi sentimenti per me, sempre se provasse effettivamente qualcosa nei miei confronti, ma mi ero stancato di camminare su un filo sospeso in aria, senza sapere mai cosa sarebbe successo l'attimo dopo, se sarei caduto nel vuoto o se avrei preso il volo.

"Taehyung." parve pregarmi con gli occhi di rimangiarmi ogni parola, ma dalla sua bocca non sentivo ancora nessuna frase che mi facesse pensare il contrario.

"Lo vedi? Non sai nemmeno tu cosa vuoi." sospirai e scossi la testa "Va a casa, Jungkook, perché non ho intenzione di aspettare altro tempo e di farmi distruggere ancora dalle tue parole." terminai il mio discorso, facendo un passo indietro e chiudendo la porta.

Appoggiai la fronte su di essa, aspettando una qualunque mossa da parte di Jungkook, ma l'unica cosa che sentii furono i suoi passi che si allontanavano dalla mia casa, da me e dal mio cuore.

-

Erano passate sicuramente delle ore da quando mi ero steso sul letto a guardare il mio soffitto. Volevo autoconvincere me stesso che di Jungkook non me ne fregasse niente, ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi ritornavano in mente i suoi.

In uno scatto mi alzai e andai verso la mia scrivania. Adagiai una mano sul legno freddo e la trascinai su tutta la superficie, lentamente.

"Perché devo essere sempre io quello che soffre?" chiesi a nessuno in particolare, sentendo le lacrime scorrere piano piano dai miei occhi "Perché quel ragazzo prima mi fa sentire in cima e poi mi fa crollare come fosse niente?" sussurrai "Come se io fossi niente!"

Mi sedetti sulla sedia e mi guardai intorno, finendo con gli occhi sulla finestra che dava la visione di un panorama che, in quel momento, non c'entrava nulla con il mio stato d'animo.

"Davvero mi merito questo?" sussurrai "No, Taehyung, non te lo meriti, Jungkook non ti merita." mi risposi, facendo un grosso respiro e asciugandomi le lacrime con un dito, mentendo per l'ennesima volta.

Presi tra le falangi il mio portapenne grigio, lo guardai per qualche secondo, e poi, con un gesto veloce della spalla e del braccio, lo tirai contro il muro.

"Perché tutte a me! Che ho fatto di male?" urlai al vuoto, tirando un pugno alla scrivania, senza romperla e senza provare dolore, o almeno, non fisico, perché il mio malessere era tutto concentrato nel mio cuore.

"Solo amici, Jungkook?" chiesi ironicamente "Ti odio, bastardo!" esclamai, e quelle parole forse riuscirono un po' a calmarmi, come se ammetterlo ad alta voce potesse farmi capire e accettare il fatto che io e Jungkook non saremmo mai potuti essere niente.

Eravamo così vicini al realizzare un qualcosa fra di noi, ma lui, per l'ennesima volta, aveva rovinato tutto. Con lui eravamo sempre a un passo dall'essere tutto, eppure, quando dovevamo compiere quest'ultimo movimento, Jungkook si tirava sempre indietro.

E io ero così stanco di rincorrerlo, avevo stretto la presa per tanto, troppo tempo, e avevo davvero sperato di poter essere ricambiato, anche in minima parte, ma i miei sforzi non erano bastati.

Pensai che non sempre le persone fossero destinate a stare insieme, che a volte solo l'amore non bastasse a tenere i rapporti uniti, soprattutto se questo sentimento fosse unilaterale.

Lottare non aveva portato a niente se non alla mia completa distruzione, ma non ero disposto a perdere altre forze.

Ammettere che mi piacesse era stato difficile, ma capire di non averlo mai avuto davvero fu peggio di tutto.

E fu solo in quel momento che, carico di angoscia e malessere, mi arresi completamente all'idea che Jungkook non sarebbe mai stato mio.

Any reason to stay || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora