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Taehyung

Essere abbracciato a qualcuno in un vicolo cieco di notte e su un pavimento sporco non era proprio il mio ideale di romanticismo, ma farlo con Jungkook cambiava completamente valore.

Ogni cosa fatta con lui aveva un significato diverso, e allontanarmi da lui non era qualcosa che avrei fatto a breve.

"Taehyung, sai che ore sono?" mi chiese Jungkook, rompendo il silenzio in cui eravamo avvolti da più di un paio di minuti.

"Penso siano le otto." risposi semplicemente, poi lo sentii alzarsi di scatto.

Lo guardai dal basso, confuso e ancora seduto per terra.

"Devi andartene." disse, guardando l'entrata di quella stradina. Mi alzai e lo guardai male.

"Mi stai cacciando? Jungkook, sei stato tu che mi hai preso un braccio e mi hai tirato per farmi entrare qui." sbuffai e incrociai le braccia.

"Si lo so, ma devo incontrarmi con una persona e tu non puoi stare qui." ammise, tornando con lo sguardo su di me. Inarcai un sopracciglio e iniziai a ridere.

"Devi vederti con qualcuno? Stai scherzando?" sperai che mi stesse prendendo in giro, che non mi stesse chiedendo di andarmene per un'altra persona, e ci rimasi estremamente male quando, dal suo sguardo, capii che fosse più che serio.

"Taehyung, ascoltami e vattene."

All'improvviso sentii dei passi, così ignorai le parole di Jungkook e mi voltai.

"Ma chi abbiamo qui." dalla sua voce capii che fosse Namjoon, cosa che, per colpa del buio, non avevo compreso prima.

"Parliamo appena lui se ne va." si intromise Jungkook, mettendosi al mio fianco e guardandomi.

"Può stare qui, magari gli raccontiamo anche la vera storia, insieme, no?" propose Namjoon, avvicinandosi sempre di più a noi due.

"Non siamo qui per quello, Kim." sbuffò Jungkook, arrendendosi all'idea che non me ne sarei andato.

"Lo so, ma cogliamo il momento e facciamo due cose in una." sorrise verso di lui, poi tornò con lo sguardo su di me.

Sapevo già come stava la situazione e mi fidavo di Jungkook, ma ero troppo curioso di sapere cosa si sarebbe inventato Namjoon e volevo vedere se la sua storia avrebbe retto.

"Taehyung non-" iniziò a dire Jungkook, ma io lo bloccai velocemente.

"In realtà vorrei proprio saperlo, Namjoon." sentivo lo sguardo del ragazzo al mio fianco su di me, ma dovetti lottare contro me stesso per non voltarmi. Sperai solo che Jungkook non pensasse che non mi fidassi di lui.

"Sono felice che tu voglia ascoltarmi, Taehyung." mi sorrise "Dopo la morte di nostra madre, nostro padre venne considerato poco affidabile per avere due figli, ma io, avendo già dodici anni, fui considerato abbastanza grande, ma tu ne avevi dieci, così decisero di togliere solo te dalla sua custodia, portandoti dalla persona più vicina a noi, cioè zia Hyejin, poi, circa due anni fa, nostro padre scappò via, lasciandomi da solo, senza un lavoro o dei soldi, e chiesi un prestito a Jeon." finì di spiegarmi, e la sua storia sembrava troppo coerente con ciò che avevo sentito in giro sulla vita di mio padre.

"Namjoon, il prestito, qualunque fossero le tue ragioni, me lo devi pagare comunque." disse Jungkook, e sembrava fin troppo innervosito da quel discorso, cosa che mi fece spaventare ancora di più.

Volevo credere a lui, ma non sapevo se sarei stato in grado di farlo.

"Lo so, ma ho bisogno di altro tempo!" urlò il ragazzo di fronte a noi "Taehyung prova a convincerlo tu, per favore." fece qualche passo verso di me.

In un secondo mi ritrovai il corpo di Jungkook davanti al mio.

"Lui tienilo fuori da tutto questo, sceglierà da solo a quale delle due versioni credere, se la mia o la tua, ma non avvicinarti troppo che ti spezzo un braccio."

Misi una mano sulla spalla di Jungkook e la feci scendere, accarezzandogli tutto il braccio e incrociando le nostre mani, provando a calmarlo. Vidi le vene del suo collo, che precedentemente sembravano scoppiare, tornare normali.

"Namjoon, io mi fido di Jungkook e non credo alle tue parole." tornai al fianco di Jungkook, senza dividere le nostre dita unite, e mi parve quasi di sentire la sua mano stringere di più la mia.

"Te ne pentirai, Taehyung." disse lui, poi si girò per andarsene, ma Jungkook gli bloccò un polso, facendolo rigirare.

"Prendi la decisione migliore, Kim, che se fai anche una sola mossa sbagliata ti faccio saltare una gamba." disse lui, poi lo lasciò andare.

Namjoon non rispose e prese a camminare, finché non lo vedemmo più. Subito dopo Jungkook si girò verso di me, tenendo le nostre mani unite.

"Io sono dalla tua parte." dissi in modo sincero. Jungkook alzò entrambe le mani e le posò sulle mie guance, accarezzandole lentamente e incorniciandomi il viso.

Mi guardò e sorrise, poi, finalmente, unì le nostre labbra.  Era il nostro terzo bacio, ma le sensazioni che provai furono sempre le stesse. Sorrisi e gli misi le mani sulle spalle, mentre le sue andavano a posarsi sulla mia schiena, facendomi avvicinare al suo corpo.

Il primo a staccarsi fu lui. Appoggiò la fronte alla mia e mi guardò negli occhi. Ricambiai lo sguardo, senza allontanarmi.

"Vuoi venire a una festa con me, sabato?" mi chiese lui "Siamo pochi, giusto un gruppetto di amici."

Quella richiesta mi sorprese, ma ero felice che me lo avesse chiesto, così annuii lentamente.

"Ci sarà della droga?" domandai ironicamente, ridendo e contagiando anche lui.

"Chissà." rimase sul vago "Può darsi, ma non penso la mettano nelle bevande, e se lo dovessero fare un po' di droga non farà male."

"Scemo." gli diedi uno schiaffo sulla testa "Non diventerò un drogato con te."

"Intanto le tue labbra hanno toccato quelle di questo drogato-" mi diede un altro bacio a stampo "ben quattro volte." dopo la sua frase arrossii, ma grazie al buio sperai non lo avesse notato, malgrado la nostra vicinanza che non giovava a mio favore.

"Ma stai zitto." sbuffai e mi allontanai "Devo andare a casa." aggiunsi, tristemente. Non volevo andarmene, ma era tardi.

"Ti accompagno, ho la moto."

-

Arrivammo fuori casa mia qualche minuto dopo, e il tempo sembrava essere volato, infatti, appena sentii la moto frenare, non ci volli credere.

Scesi e tolsi il casco, stessa cosa che fece lui, mettendosi di fronte a me.

"Grazie per il passaggio." sorrisi, avvicinandomi e, nonostante l'imbarazzo, gli lasciai un leggero e veloce bacio sulle labbra. Stavo quasi per staccarmi, quando una sua mano, poggiata sulla mia nuca, mi tenne incollato a lui.

Appena riuscii ad allontanarmi gli sorrisi e gli diedi il casco.

"Ci vediamo sabato, quindi?" mi chiese lui, facendomi annuire.

"Mandami un messaggio quando sei a casa." gli dissi e vidi crescere un sorriso ancora più grande sul suo viso.

Alla fine mi girai e arrivai davanti al mio portone, voltandomi un'ultima volta verso di lui e alzando una mano per salutarlo. Lui fece lo stesso e poi tornò a sedersi sulla moto, partendo subito dopo.

Appena entrai in casa chiusi la porta e mi lanciai sul divano, sprofondando la testa nel cuscinetto e sorridendo come non avevo mai fatto prima di quel momento.

Any reason to stay || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora