Taehyung
Passò qualche altro giorno prima che io accettassi l'invito di Bogum, in cui mi chiedeva di andare in un bar per bere qualcosa insieme.
La mia risposta sarebbe stata un categorico no se non mi avesse detto di incontrarci nel locale di fronte casa di Jungkook, e sarebbe stata l'occasione migliore per dimostrargli, se caso voleva che ci incontrassimo, di essere già andato avanti.
Ovviamente non l'avevo ancora superato e forse non lo avrei fatto mai, ma quello Jungkook non doveva saperlo.
Finii di prepararmi alle quattro del pomeriggio, ero abbastanza in ritardo, ma me ne fregava poco e niente, quindi continuai a fare con comodo. Infine uscii di casa mezz'ora dopo, arrivando nel luogo d'incontro con quasi un'ora di ritardo.
Mi guardai intorno, quasi convinto che Bogum se ne fosse, giustamente, andato, eppure, qualche minuto dopo, lo vidi seduto a un tavolino all'esterno. Sorrisi, o meglio, provai a sorridere, e mi sedetti di fronte a lui.
"Scusami per il ritardo, Bogum."
"Tranquillo, sono qui da poco." mi rispose, sorridendo a sua volta e guardandomi "So che ti piace il the freddo alla pesca, quindi te ne ho preso uno."
E per quanto quel suo gesto fosse stato carino, mi venne in mente la prima volta in cui andai in un bar con Jungkook e in cui entrambi ordinammo il the freddo alla pesca.
"Grazie." sussurrai, non sapendo cos'altro dire. Mi ero già pentito di aver accettato di andare lì, ma ormai ero seduto davanti a lui e non potevo di certo scappare.
Poco dopo arrivò il cameriere che ci portò le nostre ordinazioni, ci augurò una buona serata e poi andò via.
I miei occhi finirono casualmente sul marciapiede di fronte al nostro tavolino, come se fossi stato richiamato da qualcosa, o da qualcuno. Le mie iridi si soffermarono su di lui. Pensai di avere le visioni, ormai lo vedevo da tutte le parti, anche quando non c'era davvero.
Ma quando vidi il corpo di Jungkook avvicinarsi spedito a me e Bogum capii che fosse reale, che lui fosse lì e che si stesse dirigendo verso di me.
"Chi cazzo sei?" chiese lui, appena fu di fianco a noi, ma non guardava me, bensì Bogum.
"Scusami? Ma chi sei tu?" ribatté il ragazzo di fronte a me, sottolineando l'ultima parola e guardandomi confuso, ma la mia attenzione era completamente su Jungkook, come sempre.
"Ti ho chiesto" Jungkook prese Bogum dal colletto della camicia e lo fece alzare in piedi "chi cazzo sei."
"Senti, calmati, mi chiamo Bogum." rispose evidentemente spaventato.
Intorno a noi si alzò un casino, la gente si alzava e andava via, altri invece urlavano a Jungkook di smetterla sennò avrebbero chiamato la polizia, e poi c'ero io, che non sapevo cosa fare.
Guardai il collo e le braccia di Jungkook, notando le sue vene che quasi scoppiavano, e quello mi dimostrò quanto fosse arrabbiato. Sentivo le voci attorno a me, ma non le ascoltavo davvero, mi risultava tutto sfocato e lontano, così feci l'unica cosa che ero in grado di fare, mi alzai e corsi via.
Corsi più che potevo, sentivo male alle gambe ma non mi fermai. Odiavo Jungkook, ma sapevo che quella fosse una grossa bugia, era solo una scusa per non ammettere che odiassi me stesso, perché, qualsiasi cosa avrebbe fatto quel ragazzo, non sarei stato in grado di odiarlo effettivamente.
Sapevo la verità, ma volevo autoconvincermi del contrario. Mi obbligavo a odiarlo, per i suoi comportamenti che mi mettevano in completa confusione, per le sue parole, per lui che non sapeva cosa volesse.
"Taehyung! Fermati!" sentii urlare proprio da Jungkook, alle mie spalle, ma non lo ascoltai, perché quello era uno dei motivi in più per odiarlo, perché continuava a cercarmi senza prendere una decisione.
Iniziai a piangere ininterrottamente, poi mi sentii crollare. Caddi sulle mie stesse gambe, facendo andare a contatto le mie ginocchia con il pavimento. Abbassai la testa e strinsi i pugni.
"Vattene via!" esclamai, senza fiato nei polmoni e forza di parlare.
Lo percepii arrivare alle mie spalle e fare le mie stesse mosse. Sentii le sue braccia avvolgermi il bacino e stringermi in un abbraccio. Mi lasciai cadere sul suo petto, dietro di me, unendolo alla mia schiena. Misi la nuca sulla sua spalla e continuai a piangere, ininterrottamente.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli, e in quel momento quello ero nell'unico posto in cui volessi essere, anche se provavo a dirmi di non ricascarci, che tanto le cose si sarebbero ripetute per l'ennesima volta, e io non volevo soffrire ancora.
"Mi dispiace, piccolo, mi dispiace." sussurrò al mio orecchio, lasciandoci qualche bacio a stampo sopra, ogni tanto.
"Ti odio, Jungkook, ti odio con tutto me stesso." mentii, eccome se mentii, e sapevo che anche lui fosse a conoscenza che quella fosse una bugia, ma dovevo almeno provare a dirglielo.
"Lo so, fai benissimo."
"Perché fai così? Perché non prendi una decisione, invece di continuare a illudermi?" chiesi fra le lacrime e i singhiozzi, ma dovevo avere una risposta, e volevo che fosse la più sincera possibile.
"Non è mai stata mia intenzione illuderti, Taehyung, io la mia decisione l'ho già presa da tanto, ma fidati, stare con me non è facile, e non lo è nemmeno avvicinarmi tanto a te e poi rovinare tutto." sussurrò "So che provo qualcosa per te, ormai è inutile negarlo anche a me stesso, ma io non so come ci si comporta."
Quelle sue parole mi fecero rabbrividire, sentire dalle sue labbra uscire una confessione che, soprattutto in quel momento, non mi aspettavo, mi fece tremare.
Mi voltai, rimanendo sempre tra le sue braccia, e feci scontrare leggermente i nostri petti, unendo i nostri sguardi.
"Non pensare solo a te, pensa anche a me, a come potrei starci."
"Proprio per questo ho paura di legarmi a te, perché so che ti farei soffrire il doppio di quanto soffri quando mi allontano, ma non riesco più a ignorare te e ciò che sento."
"Non devi, Jungkook, sono stato malissimo in questi giorni, ma sono disposto a mettere da parte il mio orgoglio e darti un'altra possibilità, l'ultima però, sta a te decidere cosa fare, ma se questa volta sbagli qualcosa, tra me e te finisce tutto." chiarii, e tutto ciò a cui pensai tre giorni prima sparii.
Ero consapevole di essere incoerente con me stesso, ma quando si parlava di Jungkook la mia sanità mentale scappava via, e io ero obbligato a pensare con il cuore, che mi riportava sempre da quel ragazzo dai capelli scuri che, in quell'istante, mi stringeva a sé, come se avesse paura che me ne andassi.
Non ero in grado di lasciarlo andare, perché soffrire mi andava bene se sapevo che lui sarebbe tornato, e preferivo stare un po' male per poi vedere il sole, che perderlo per sempre e finendo per vivere nell'oscurità.
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Any reason to stay || Taekook
Romance"«Io sono dalla tua parte.» dissi in modo sincero. Jungkook alzò entrambe le mani e le posò sulle mie guance, accarezzandole lentamente e incorniciandomi il viso. Mi guardò e sorrise, poi, finalmente, unì le nostre labbra." - Avrebbero potuto esser...