capitolo 35

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tw: violenza


Appena sono sola nella stanza sento le emozioni sopraffarmi e senza che me ne possa rendere conto, le lacrime iniziano a rigarmi il viso.

Mi appoggio alla porta della mia camera e faccio dei respiri profondi, non posso perdere tempo adesso.

velocemente, mi alzo di nuovo in piedi, asciugando le lacrime sulle guance.

Prendo il telefono e comincio a comporre il numero di Louis, da fuori sento il passo di mio padre avvicinarsi e subito dopo dei colpi alla porta, sobbalzo e avvicino il telefono all'orecchio.

Louis non ci mette tanto a rispondere

'hei, tutto bene?' chiede appena inizia la chiamata

'è molto arrabbiato, dobbiamo fare in fretta' dico mentre i colpi alla porta aumentano sempre di più

'sei al sicuro adesso?' dice allarmato

'si, sbrigatevi' rispondo per poi chiudere la chiamata.

"apri la porta Beatrice" dice mio padre da fuori la stanza, mi costringo ad ignorarlo  e apro l'armadio.

Afferro tutte le valige che ho e comincio a metterci dentro i vestiti alla rinfusa, devo fare in fretta.

Quando ho svuotato l'armadio, mi sposto in bagno, prendendo tutto quello che mi serve, sono sicuramente costretta a lasciare qualcosa, ma ora non mi importa.

Dopo mezz'ora ho finito, ho riempito tre valige e lasciato altrettanta roba.

Mi prendo un attimo di tempo per osservare la mia stanza, adesso spoglia dopo che ho rimosso tutti i quadri e i disegni attaccati al muro.

Ho dormito in questa camera da quando sono nata, non credevo che la avrei dovuta abbandonare così presto.

Esco per l'ultima volta in terrazzo e mi siedo al tavolino, guardando il paesaggio che ho osservato per così tanti anni.

ancora non ho metabolizzato quello che è successo, sento la mente completamente annebbiata.

In tutta la mia vita non è mai stato violento con me né con la mamma e vederlo così mi ha spaventata tantissimo, evidentemente non conosco mio padre.

Con un po' di coraggio, mi decido ad uscire dalla stanza.

Per fortuna il corridoio è vuoto, si sarà stancato di bussare furiosamente.

Con le mie tre valige, riesco in qualche modo a scendere di sotto, dove però trovo i miei genitori.

Quando mia madre vede le valige scoppia a piangere.

Vorrei tanto andarla a consolare, ma lei avrebbe potuto fermare mio padre in qualsiasi momento, e invece ha lasciato che accadesse.

"credi veramente di potertene andare così? Ti immagini cosa diranno i media se sanno che mia figlia è scappata di casa?"

"sono sempre i media il problema vero?" dico fra i denti

"non capisci quanto sia importante per me il mio lavoro"

"più importante della tua stessa figlia evidentemente"

"non cominciare a fare storie, non ti ho cresciuta in questo modo"

"tu non mi hai cresciuta affatto papà, non sei mai stato presente per me, ho sempre provato in tutti i modi di attirare la tua attenzione, mi sono anche fatta fare un tatuaggio per te e tu mi ringrazi così? Vaffanculo" sputo arrabbiata

"ti ho detto di non rivolgerti a me così cazzo" dice avanzando verso di me, infuriato.

Cerco di proteggermi alzando il braccio ma lui lo afferra con una mano

"ringrazia che ti ho fatto vivere una vita agiata"

Rimango in silenzio

"ti ho sempre dato tutto, non hai il diritto di lamentarti"

La presa sul polso aumenta ancora

"non me ne frega un cazzo dei soldi"

Non faccio in tempo a rendermene conto e la mano di mio padre incontra di nuovo la mia faccia, questa volta ancora più forte

"Simon!" sento dire mia madre prima di sentire di nuovo la mano sulla mia faccia.

Chiudo gli occhi stringendoli forte e mi ritraggo, cercando di stare il più lontana possibile da mio padre.

In quel momento si apre la porta d'ingresso.

Louis e Zayn sono sulla porta e guardano la scena, l'espressione leggermente scioccata.

Zayn fa un passo avanti e mio padre libera subito la presa sul mio braccio.

Appena sono libera, mi sposto velocemente e raggiungo Louis, che si affretta a mettersi davanti a me, proteggendomi con il corpo.

Intanto Zayn prende le valige che sono ancora infondo alle scale e le porta all'ingresso.

"non potete portarla via così" ringhia mio padre che alla presenza dei due sta cercando di contenersi

"non mi stanno portando via, me ne sto andando"

"tesoro, ti prego cerca di ragionare" mia madre parla finalmente

"mamma hai visto come si sta comportando, non voglio e non posso più vivere con lui" dico con tono fermo.

Il silenzio cala nella stanza

Con le valige, Zayn torna alla porta di ingresso

"sei pronta?" chiede

Guardo un'altra volta i miei genitori

"Beatrice se esci da quella porta-"comincia a dire mio padre come avvertimento, ma io non lo voglio più ascoltare.

Senza aggiungere altro, do le spalle ai miei ed esco dal portone, seguita dai due ragazzi che rimangono in silenzio.

Sento mia madre ricominciare a piangere, ma mi costringo a non girarmi

"non provare mai più a tornare allora!" urla mio padre, per poi sbattere la porta di casa chiudendola.

Stringo forte gli occhi, sforzandomi di continuare a camminare, fino a quando non arrivo alla macchina.

daughter of the devilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora