Capitolo 11

481 21 0
                                    


Federica's P.O.V.

Mi libero velocemente, e cerco di colpire Derek, lui mi schiva agilmente, facendomi perdere l'equilibrio.
È come se vedessi tutto accelerato, scaglio colpi ,e lui fortunatamente li schiva, ad una velocità assurda.
Io non voglio realmente attaccarlo, ma non ho nessun controllo sul mio corpo, sembra quasi di essere in un sogno, sono una semplice spettatrice, non riesco a fare nulla se non guardare e continuare.
Si vede che sta cercando di non farmi troppo male, ma nonostante questo riesce a lanciarmi dall'altra parte della stanza.
Mi rialzo velocemente e prendo la rincorsa, così da far sbattere Derek contro il muro, sento i suoi artigli graffiarmi la schiena.
Il dolore mi distrae per qualche secondo, e lui non perde l'occasione di spingermi qualche metro più indietro.
So che Derek è troppo forte per me, devo trovare un modo per uscire da qui.
Ringhio e salto contro la finestra, sicura di poter frantumare il vetro, ma questo non si rompe, mi giro a guardare Derek, che se ne sta tranquillo dietro a me.
Derek: "Ho fatto proprio bene a comprare questi vetri anti-proiettile, resistenti come piacciono a me".
Non ci vedo più dalla rabbia e mi butto addosso a lui, intrappolandolo sotto di me.
Inizio a graffiargli le braccia, il petto e il viso.
Mentre lo faccio lo guardo nei suoi occhi rossi, quegli occhi che quando non si trasforma sono di un verde bellissimo, probabilmente sono la prima cosa che ho notato di lui quando l'ho conosciuto, e sono una delle cose che mi hanno fatto innamorare di lui, i suoi occhi che in alcune situazioni parlavano più di miliaia e miliaia di parole.
Mi fermo tornando lentamente in controllo delle mie azioni, mi alzo e lo aiuto a fare lo stesso.
Guardo fuori dalla finestra, la mezzanotte è passata da un po' ormai, anche se sembra essere successo tutto in pochi secondi.
Riporto lo sguardo sul corpo sporco di sangue di Derek.
Io: "Mi dispiace... io".
Derek: "Non è nulla, davvero".
Io: "No, non sono riuscita a controllarmi, e se non fosse stato per quelle finestre avrei potuto uccidere decine, se non centinaia di persone completamente innocenti".
Derek: "Ehi, era la tua prima trasformazione, nessuno è mai riuscito a controllarsi, nessuno".
Io: "E se non riuscissi mai a controllarmi? Passerei la vita ad aggredire persone innocenti".
Derek: "C'è la farai, riuscirai a controllarti, datti solo più tempo".
Io: "Spero che tu abbia ragione. Ora però devi disinfettarti quelle ferite, quindi siediti sul letto e togli questa maglia sporca".
Derek: "Non c'è bisogno".
Io: "Fallo" dico andando verso il bagno per prendere del cotone, il disinfettante e qualche benda.
Quando torno da lui lo trovo sdraiato a pancia in su sul letto, a torso nudo, i suoi addominali in bella mostra, e la V che scende pericolosamente al di sotto dei suoi pantaloni.
Non riesco a non pensare che sia stupendo, anche graffiato e sanguinante.
Resto a fissarlo qualche secondo, dopo essermi ripresa mi avvicino a lui e inizio a disinfettare alcuni piccoli graffietti, quando noto un graffio molto più profondo.
Derek: "Cazzo" dice quando passo il disinfettante sopra alla ferita.
Io: "Questa dovrei fasciarla".
Derek: "Fai quel che devi".
La bendo velocemente e mi alzo per buttare tutto il cotone sporco di sangue.
Tutto questo è colpa mia, delle lacrime mi offuscano leggermente la vista.
Derek: "Dai vieni qui".
Io: "In realtà sto andando a casa" dico asciugandomi le lacrime e infilandomi le scarpe e la mia giacca.
Derek: "Cosa?"
Non faccio in tempo a girarmi che vedo il suo corpo sbarrarmi la strada.
Io: "Fammi uscire dai".
Derek: "No".
Io: "Non iniziare a fare scenate, sto solo andando a casa, non sto facendo nulla di male".
Derek: "Stai scappando".
Io: "Da cosa?"
Derek: "Non ne sono ancora sicuro al cento percento, ma immagino abbia a che fare con stanotte".
Io: "Non è vero, sono solo stanca".
Vedo Derek avvicinarsi ancora di più a me, le sue labbra a un soffio dal mio orecchio, e con voce roca mi sussurra
Derek: "Oggi ti lascio andare, ma questo non vuol dire che potrai scapparmi per sempre" dice spostandosi e facendomi passare.
Senza esitare esco velocemente dal suo loft, e solo allora mi rendo conto che delle lacrime mi hanno bagnato nuovamente le guancie.
Non so nemmeno io il perché di queste lacrime, forse senza rendermene conto sto solo cercando di dire addio a Derek.
Ha ragione, sto scappando, sto scappando da lui, ho paura di non riuscire a controllarmi e di fargli del male, a lui e a tutte le persone che mi stanno accanto.
Devo allontanarmi, devo farlo, solo devo capire come fare.
Cammino per la città senza meta, sono ore che cammino pensando a tutto e a niente e senza rendermene conto alla fine arrivo difronte a casa mia.
La luce del soggiorno è spenta, e anche quella della camera di mia mamma, sicuramente è già andata a dormire, deve essere molto tardi.
Alzo lo sguardo e vedo che fortunatamente anche la luce della stanza di Scott è spenta.
Apro il più silenziosamente possibile la porta, salgo le scale, e mi chiudo a chiave in camera.
Mi sdraio sul letto e vedo dalla sveglia che ho affianco che sono ancora le 4.
Ovviamente con tutto ciò che ho per la testa non riesco ad addormentarmi, passo quasi quattro ore a fissare il soffitto mentre continuo a pensare a cosa è successo fino ad ora.
Alla fine la sveglia suona e io inizio a prepararmi per andare a scuola.
Quando sto per andare a fare una doccia sento bussare alla porta.
Io: "Entra".
Vedo mio fratello aprire la porta.
Io: "Oh ciao, pensavo fossi già uscito".
Scott: "Credo ti debba delle scuse..."
Io: "Per cosa?"
Scott: "Beh per ieri sai, non ho reagito bene e mi sono sfogato su di te, anche se tu non avevi nessuna colpa, è solo che non avevo mai pensato che nostro padre potesse essere morto per il morso di un lupo, ma ripensandoci non è poi così impossibile".
Io: "Scott è acqua passata, capisco quello che hai provato, ora se non ti dispiace dovrei farmi una doccia, o farò di nuovo tardi a scuola".
Scott: "Certo, solo un'ultima cosa..."
Io: "Oh si certo dimmi pure".
Scott: "So cosa è successo ieri al loft di Derek, so che ti sei trasformata e poi sei praticamente scappata, volevo solo farti sapere che ti capisco, che ti capiamo e che puoi parlare con me".
Io: "Non c'è nulla da dire riguardo ieri" dico entrando in bagno e buttandomi in doccia.
Mi lavo velocemente, e mi vesto con una felpa oversize rossa e un jeans skinny nero strappato sulle ginocchia, ai piedi metto le mie amate converse bianche alte e decido di optare per un giubbotto di pelle.
Mi accorgo di avere ancora quello che ho "rubato" a Derek, ma alla fine ne metto un altro.
Esco e fortunatamente non incontro Scott, ma solo mia madre che sta pulendo i piatti.
Mamma: "Allora hai trovato quello che ti serviva per il compito di chimica?"
Io: "Il compito di chimica? Ah si... il compito di chimica... lo devo consegnare proprio oggi" dico prendendo il mio zaino rigorosamente nero ed esco di casa.
Arrivata a scuola cerco di evitare sia Stiles che Lydia, ma alla prima ora ho la lezione di biologia, l'unico corso che ho insieme alla classe di quest'ultima.

Il destino c'è l'ha proprio con me oggi??

Mi siedo all'ultimo banco a destra, vicino alla finestra e subito dopo vedo entrare anche Lydia e Allison.

Faccio finta di non averle notate, fingendo interessata a leggere qualcosa sul mio cellulare, ma appena mi vedono si dirigono verso di me tutte sorridenti.
Allison: "Ciao Fede".
Io: "Ciao ragazze" dico stando ben attenta a non alzare gli occhi nella loro direzione.
Lydia: "Terra chiama Federica, Terra chiama Federica, noi siamo qui, potresti almeno guardarci".

Se le ignoro, se ne andranno.

Allison: "Emh... è successo qualcosa? Sei davvero strana oggi. C'entra Derek? Stiles? O Scott?"
Io: "Sta entrando il professore, se non vi dispiace vorrei seguire la lezione di biologia" dico prendendo il libro dallo zaino.
Si rivolgono uno sguardo un po' smarrito e poi si siedono davanti a me.
In ritardo come al solito, dieci minuti dopo l'inizio dell'ora, arriva Stiles.

L'unico posto libero è ovviamente affianco a me.
Grazie destino.

Mi giro verso la finestra e mi perdo a guardare fuori.
Allison: "Non la conosco da molto, ma di solito non si comporta così".
Stiles: "Io la conosco da sempre, ed è proprio per questo che ti dico che è successo sicuramente qualcosa".
Lydia: "Ma perché evitarci?"
Stiles: "Non lo so ancora".
Prof di Biologia: "Stilinski, Martin e Argent fate silenzio, o vi metto in punizione- fa una piccola pausa-  e tu McColl smetti di fare la depressa di turno e fammi l'onore di seguire la lezione"dice per poi ritornare alla spiegazione.
Ovviamente ho sentito loro parlare del mio strano comportamento ma continuo ad ignorarli.






~ANGOLO AUTRICE~
Heyyy🙃
Non so ancora quando pubblicherò la prossima parte, ma sto cercando di pubblicare sempre due capitoli a settimana (qualche volta ne ho pubblicato anche tre, ma dipende dalle idee che mi vengono).
Ci vediamo al prossimo capitolo come sempre🖖🏻
-Fede✨

La mia ancora || Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora