Capitolo 19

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Sono ormai 10 minuti che siamo in macchina, mentre lui guida ha una mano poggiata sul mio ginocchio, l'aria all'interno della macchina è abbastanza pesante.
Mi è capitato di guardare verso la sua direzione e notare che boccheggiava come se volesse chiedermi qualcosa ma avesse paura di farlo.
Io: "C'è qualcosa che vuoi?"
Derek: "Cosa?"
Io: "Si vede lontano un miglio che vorresti farmi un domanda ma per qualche motivo sembra tu abbia quasi paura di farmela".
Derek: "È che riguarda prima, non credo ci sia bisogno che io ti ricordi che essendo un lupo mannaro avresti potuto levarti di torno quel coglioncello in pochi istanti, eppure non lo hai fatto, perché?"
Io: "Non lo so, è.... è che mi sono bloccata".
Derek: "Sento che non mi stai dicendo tutto".

*INIZIO FLASHBACK *

~10 anni prima~

Avevano appena finito di cenare quella sera, io e Scott stavamo guardando i cartoni in salotto, matte i miei discutevano come sempre in cucina.
Le voci ad un tratto si stoppano, solo un rumore di vetri infranti aleggia nella stanza.
Un istante dopo nostra madre si affaccia sull'uscio della porta e con voce tremante dice
Mamma: "Dai ragazzi è ora di andare di sopra".
Scott: "Dai vieni Fede" dice mio fratello che aveva capito si stesse mettendo male
Ma io ero stanca, ogni giorno la stessa storia.
Mia madre che subisce le violenze di mio padre.
Ancora e ancora.
Prosciuga ogni suo spazzo di gioia e spensieratezza.
Non è amore questo.
Io: "No".
Papà: "Come hai detto?" dice mio padre avvicinandosi all'improvviso a me.
Io: "Ho detto NO, sono stufa di sapere che lui torna qui ubriaco e alza le mani sulla mamma".
Mamma: "Federica torna in camera tua avanti" i suoi occhi sono imploranti.
Io: "No basta fare finta di nulla".
Papà: "Signorina chi ti ha insegnato a parlare così ai tuoi genitori?"
Io: "Io non ti considero più mio padre".
Papà: "COSA HAI DETTO? RIPETILO SE NE HAI IL CORAGGIO!"
Io: "Dico che non ti comporti come un padre, e non sto dicendo niente che tu non sappia".
Scott: "Fede per favore ascoltino la mamma, credo sia ora forse di andare nelle nostre camere, vieni su!"
Io: "No io non vado proprio da nessuna parte, non voglio che mamma debba sopportare ancora una volta le sue violen" non riesco neppure a finire la frase che mi arriva uno schiaffo da parte di mio "padre".
Il primo di tanti.
Il più inaspettato, dopo un po' ci fai l'abitudine.
Ma il primo è duro da digerire.
È come una stilettata in pieno petto.
Scott: "Lasciala stare" dice con le lacrime agli occhi.
Mio fratello fin da piccolo è sempre stato molto coraggioso, e vederlo in queste condizioni mi fa un'idea trano effetto.
Ma mio padre non gli da retta.
Papà: "Vai di sopra, tua sorella deve imparare cosa significa prendersi le responsabilità delle cose che dice" dice in tono duro che non ammette repliche, continuando a lasciare innumerevoli segni rossi sulla mia pelle.
Papà: "Siete sordi percaso? Melissa porta Scott in camera e rimanete lì".
Nessuno dei due osa muoversi, cosa che fa imbestialire mio padre ancora di più.
Papà: "Melissa ho detto andate di sopra" dice quasi urlando, la sua voce più avuto e stridula del solito mi fa accapponare la pelle.
Io: "Scott andate non dovete vedere questo"
Papà: "Ora non parli più come prima, come mai?"
Io: "Quello che ti dovevo dire ormai l'ho detto, puoi picchiarmi fino a domani, lasciarmi stesa priva di sensi su questo pavimento ma questo non mi farà cambiare idea su di te, anzi".
Papà: "Forse hai ragione, probabilmente hai ragione da vendere ma sai non credevo di trovare una tale soddisfazione ad alzarti le mani.. è quasi appagante".
Io: "E allora continua, io sono qui, continua a farlo, tanto non sai fare di meglio".
Quella notte mi tenne più di tre ore in soggiorno mentre continuava ad abusare del mio corpo, in modo che non riesco nemmeno a descrivere.
E quella non fu l'ultima volta, ne la più brutta.
Continuo per mesi e mesi finché poi semplicemente si stufò.
Mi iniziò ad ignorare come si fa con vecchio giocattolo rotto.
*FINE FLASHBACK *

Derek: "C'è qualcosa che non va me lo sento".
Un silenzio piuttosto imbarazzante precede la mia risposta.
Io: "È solo che... mi è tornato in mente un episodio non molto allegro di un po' di anni fa. Per niente allegro ecco".
Derek: "Sai che se vuoi, puoi parlare con me di qualsiasi cosa passi per la tua bella testolina".
Io: "E solo che...non voglio rovinare l'atmosfera visto che è un ricordo per niente leggero, anzi..."
Derek: "Io voglio davvero aiutarti, permettimi di farlo però" dice poggiandomi una mano sul ginocchio.
Non la stringe, la lascia semplicemente lì, il
palmo propaga il suo calore in tutto il mio corpo.
Io: "Sono passati circa 14 anni, 14 anni dalla prima volta in cui mio padre abusò del mio corpo, non ricordo molto in realtà, ricordo di aver alzato la voce contro di lui, ricordo che era la prima volta che lo facevo.
Poi devo averci litigato per un po' fino a quando non ha iniziato a menarmi, ricordo gli schiaffi, il dolore, le lacrime di Scott nell'assistere a quello "spettacolo".
Quello è stato davvero orrendo.
Eppure l'odio che provai per mio padre quella notte, quello, quello lo ricordo ancora benissimo".
Dopo alcuni attimi di silenzio incontro il suo sguardo attraverso lo specchietto centrale dell'automobile.
Sono puri e sinceramente dispiaciuto, non ci leggo superficiale compassione.
Derek: "Io non ne avevo idea".
Io: "Come avresti potuto? Non lo sa nessuno e devo ammettere che non parlo molto della mia vita specialmente con te".
Derek: "Ora capisco perché non sei riuscita a reagire prima, ti è sembrato di rivivere le sensazioni che provasti quella sera".
Io: "Proprio così".
Rimanemmo in silenzio ancora per qualche minuto fin quando finalmente arrivammo a destinazione.
Io: "Mi dispiace".
Derek: "Di cosa esattamente?" il suo sguardo ancorato ai miei occhi.
Io: "Di aver rovinato questa bella serata" dico incapace di sostenere il suo sguardo.
Abbasso il volto fissando gli occhi sul mio vestito.
Derek: "Non l'hai rovinata tu" dice posando due dita sotto al mio mento, forzandomi ad alzare il capo, per incastonare i nostri sguardi.
Io: "Si invece, se avessi reagito... se fossi riuscita a reagire..."
Derek: "Ehi, ti ho già detto che non è colpa tua.
Non puoi fartene una colpa, hai avuto paura, ed è umano averla.
Chiunque avrebbe reagito come te, non devi incolparti di nulla, hai solo avuto paura".
Io: "Ma io..."
Derek: "Io nulla signorina, ora entriamo in quella dannatissima casa, e ci godiamo il resto della nostra serata" dice scendono dalla vettura ed aiutandomi ad uscire a mia volta, dopodiché mi prende la mano dolcemente e la stringe nella sua.
Ci incamminiamo lungo il vialetto, verso l'entrata dell'edificio.
Io: "Sei insopportabile, lo sai?".
Derek: "Se con insopportabile intendi irresistibilmente bello, dolce, gentile e affascinante, si direi proprio che lo sono".
Io: "Sai perfettamente che non intendevo quello".
Derek: "Oh si certo come no" dice facendomi l'occhiolino.






~ANGOLO AUTRICE ~
Eccomi gente 🙂
Questa settimana sono riuscita a pubblicare due capitoli, ho un sacco di idee in questi giorni.
Spero vi stia piacendo la storia, non sono ancora sicura di quanti capitoli avrà ma probabilmente più di 30.
Ci vediamo al prossimo capitolo💕
~Fede✨

La mia ancora || Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora