Capitolo 46

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Finalmente mano nella mano ci dirigiamo a lezione, e decidiamo di sederci all'ultimo banco vicino alla finestra.
Poggio distrattamente il mio zaino sul banco, mentre Derek mi afferra per la vita da dietro.
Ci sono ancora pochi ragazzi in classe e tutti sembrano ignorare la nostra presenza.
Derek ovviamente ne approfitta.
Non riesco a vederlo, ma lo percepisco alle mie spalle, il suo fiato leggero mi accarezza i capelli, la mia schiena sfiora appena il suo petto, mentre le sue mani accarezzano un lembo della mia pelle lasciato scoperto dalla maglia.
Anche questo minimo contatto ha la capacità di mandarmi a fuoco, il mio corpo è in ebollizione, la mia mente in subbuglio.
Io: "Cosa hai in mente? Ti devo ricordare che non siamo soli?" sussurro a voce bassa.
Derek: "Ti devo ricordare che non me ne frega niente" dice ad un soffio dal mio orecchio continuando la sua lenta tortura.
Infila le dita tra i miei capelli, spostandoli di lato, scoprendomi il collo.
Le sue labbra ci si posano leggere, morbide e calde.
Non riesco a trattenere un sussulto, mentre il mio desiderio accresce velocemente.
Poggio le mie dita tremanti sulla sua mano nel tentativo poco convincente di fermare le sue sconcerie.
Io: "Derek basta ora" dico riuscendo a spostarmi e a riprendere fiato.
Ogni volta che lui mi è troppo vicino perdo completamente la testa.
Il mio corpo è ancora scosso, ma cerco di non darlo a vedere, mentre con finta noncuranza mi accomodo al mio posto.
Pochi istanti dopo arriva anche il professore con la sua solita aria cupa.

Evviva!

Il suo sguardo scorre tra i presenti, circa un centinaio di ragazzi e ragazze del quarto e quinto anno,  e mi sembra che si soffermi un po' troppo su di me e Derek.
Potrebbe essere una mia impressione, ma le sue labbra si sono ridotte ad una linea retta, ed una ruga ora solca la sua fronte.
Per mia fortuna la lezione procede senza intoppi anche se noiosa da morire.
La mia mente però è troppo occupata a pensare al resto della giornata, alle sorprese che ho in serbo per il compleanno di Derek.
Quando il suono dell'ultima campanella rompe il silenzio il mio corpo viene pervaso da un brivido.

Finalmente!

Io e Derek siamo i primi ad alzarci dai posti, ed in men che non si dica ci troviamo a correre per i corridoi  della scuola.
Arriviamo davanti alla mia moto ed è proprio lì che decido di dargli il primo regalo.
Mi fermo difronte a lui senza dire nulla rovistando nello zaino alla ricerca dell'oggetto.
Gli occhi di Derek mi scrutano curiosi, in silenzio.
Quando finalmente gli passo due biglietti distoglie lo sguardo dal mio per poter leggere cosa c'è scritto.

"National basket assoc. presenta il match tra Golden State Warriors e i Chicago Bulls.
7 Novembre 18:30"

Io: "Allora?"
Derek: "M-ma come? Dove li hai trovati? Erano esauriti ovunque!"
Io: "Eh eh non svelerò il mio segreto"
Derek: "Posso dire che il ragazzino che è in me sta letteralmente impazzendo"
Io: "Sapevo di giocare facile sul basket"
Derek: "Ma immagino non siano finite qui le sorprese non è vero?"
Io: "Oh cosa, sei diventato intelligente tutto insieme?" gli dico scoccandogli una linguaccia.
Derek: "Vedo che sono due biglietti..." borbotta pensieroso.
Io: "Ehm si, immagino sia scontato il perché"
Derek: "Ah si? Hai pensato anche alla mia amante?" mi dice lui con un sorrisino insolente.
Io: "Se con amante intendi mio fratello allora si, in caso contarlo sei nei guai sappilo".
Derek: "In realtà stavo pensando di donare l'altro biglietto a qualcuno di più sexy"
Io: "E chi sarebbe, di grazia?"
Derek: "Visto che mi obblighi a festeggiare il mio compleanno, ti costringerò a vedere ben due ore di questa imperdibile partita di basket" dice guardandomi di sottecchi fiero dalle sue lunghe ciglia nere.
Io: "Ma lo sai che non ci capisco nulla, è uno spreco dare il biglietto a me sul serio!"
Derek: "Non ho intenzione di andarci se tu non verrai con me" afferma deciso, lo sguardo nel mio.
Io: "Ok ok facciamo come dici tu!" dico alzandomi le braccia al cielo in segno di resa.
Sul suo volto non tarda ad arrivare un sorriso soddisfatto.
Io: "Bene ora che dici di andare un po' al loft così ci facciamo che so... una bella doccia e ci cambiamo?"
Derek: "Ai tuoi ordini capo" dice prendendo la mia mano e facendo intrecciare le mie dita con le sue

La mia ancora || Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora