Capitolo 28
Caleb
Era passata più di un'ora da quando ero arrivato a quella maledettissima festa enon ne potevo già più. Andai alla reception a chiedere se c'era una camera disponibile al piano di sopra, volevo starmene tranquillo, da solo, lontano da tutto quelcasino. Raggiunsi Red per avvisarlo, a vederlo non aveva tutta l'aria di divertirsi.
«Io me ne vado di sopra» gli dissi, lui mi guardò non sorpreso dalla mia affermazione. Sapeva bene che le feste, soprattutto di quel genere, non mi piacevano.
«Ti sei già stufato?» mi chiese divertito. Ma che cosa c'era di divertente volevocapire io, andarmene non potevo, l'unica soluzione era trovare un posto appartato e cosa di meglio di una stanza lontana da tutta quella folla?
«Proprio così» dissi secco mostrandogli la chiave della stanza che avevo preso.Non vedevo l'ora di tornarmene a casa e di togliermi quel trucco ridicolo dallafaccia, che festa stupida Halloween.«Va bene amico io ti copro le spalle qui giù, se dovesse arrivare Jaxon ti chiamo»mi disse la mia guardia del corpo. Era un'idea ottima la sua, Jaxon mi avrebbefatto una testa grande come una casa se avesse saputo che avevo abbandonatola festa, anche se tecnicamente non la stavo proprio abbandonando ma evitando.Avevo la testa che mi pulsava, forse avevo esagerato con l'alcol.
«Va bene, mi trovi nella stanza numero sette» informai Red. Il sette mi piacevaproprio come numero.
«Perfetto, mi raccomando non fare cazzate e basta bere per sta sera, hai giàdato» si raccomandò lui. Il suo lavoro era guardarmi le spalle e non dirmi checosa dovevo fare o non fare, per quello c'era già Jaxon.
«Ma chi sei, mio padre? Smettila di rompere le palle, sciogliti un po'» dissidandogli una pacca sulla spalla. La sua espressione non mi piacque per niente, avolte faceva paura.
«Vai, ci vediamo dopo» tagliò corto Red. Io raggiunsi le scale di vetro e saliifino al piano di sopra. Finalmente quella musica assordante non poteva raggiungermi lì. Attraversai un corridoio con tanto di tappeto rosso e aprii con la chiavela porta della stanza, non era grandissima ma la cosa positiva è che c'era unletto, potevo farmi una bella dormita senza che nessuno mi rompesse i coglioni. Mi buttai sul letto, avevo deciso di dimenticarmi della ragazzina, era la cosamigliore, per lei e per me , non potevo darle ciò che meritava, dovevo farmi daparte anche se questo mi costava molto. Presi il telefono, fissai la nostra ultimaconversazione e poi eliminai il suo numero dalla rubrica, così non avrei mai piùavuto la tentazione di scriverle, era già un gran passo avanti. Mi appisolai pensando a quei suoi occhi scuri, al suo modo di fare e alla sua voce inconfondibile.
Dopo quello che mi sembrò troppo poco tempo mi svegliai di soprassalto sentendo qualcuno alla porta che stava bussando. Chi era? Guardai l'ora sul cellulare,erano passati solo venti minuti da quando ero salito in quella stanza.
«Red se sei tu vattene» dissi rimanendo disteso a letto, non avevo intenzione dialzarmi per nessun motivo, ma dato che non sentii risposta mi alzai seccato.
«Se è uno scherzo giuro che ti ammazzo» dissi convinto credendo che si trattasse di Red. Era solito farmi degli scherzi assurdi, ma non era proprio serata.Afferrai il pomello dorato e aprii la porta... No, non era Red e lei che ci facevalì? Era vestita da diavolo, non le stava male come costume, la squadrai da capo apiedi, ci mancava solo questa.
«Tu?!» chiesi sorpreso di vederla, lei mi guardò con il suo solito sorrisetto impertinente.«Sorpresa!» disse. La ragazza che mi stava davanti era Olivia, una ragazza cheaveva recitato con me un anno prima in alcune scene di un film. Avevamo avutouna storia di puro sesso e nient'altro. Era una bomba, ma sinceramente non miera mai fregato nulla di lei, me la tenevo buona solo per farci una scopata quandomi andava.
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SO SPECIAL
ChickLit"E se tutto quello per cui sto lavorando andasse in fumo?" Questo è il pensiero che occupa la mente di Madison Collyn da quando ha conosciuto Caleb Graham. Lei è sempre stata una ragazza umile a cui non interessa apparire per quel che non è. Lui inv...