CAPITOLO 50
Caleb
Le parole di Jaxon mi avevano turbato nel profondo, aveva agito contro il mio interesse, Megan era stata sua complice, ma come avevano potuto? Non avvisai nemmeno i miei amici del fatto che avessi lasciato la festa e non avevo avuto nemmeno il tempo di spiegare loro i motivi per cui dovevo assolutamente vedere Maddy e all'istante. Anche se il motore della mia auto era potente mi sembrava di stare sempre allo stesso punto, dovevo raggiungere la ragazzina era quello il mio obbiettivo. Sapevo che stavo superando di molto il limite di velocità imposto ma non me ne fregava nulla, in quel momento pensavo solo a lei e al fatto che forse con quella versione dei fatti avrei potuto riaverla finalmente con me. La strada era poco illuminata non so quanto mi mancasse per arrivare a casa di Maddy ma speravo poco, ricordavo la strada molto bene però e quello era sicuramente un punto a mio favore. La mente era in subbuglio, il cuore ancora di più, le emozioni passavano da rabbia, a delusione, a felicità per il fatto che non ero del tutto colpevole, ma solo vittima di una trappola ben architettata. Dopo qualche minuto distolsi lo sguardo dalla strada deserta e presi il cellulare per chiamare la ragazzina, ma nel tentativo di tirarlo fuori dalla tasca della giacca mi cadde e cercai di recuperarlo. Dopo quel momento ricordo solo di essere stato catturato da un bagliore accecante di fronte a me, poi il rumore di un clacson. I miei riflessi non erano pronti a quello che stava per succedere, non ebbi il tempo di fermare o far sterzare la macchina che tutto si fece buio. Non saprei come spiegarlo ma la mente si spense completamente non so per quanto tempo, tutto mi sembrava silenzioso e buio, non vedevo nulla, mi sentivo impotente, non sentivo il corpo... ero io, la mia mente e il vuoto più totale.
Dopo quella che mi sembrò un'eternità passata in un mondo inesistente iniziai a sentire delle voci lontane, poi il dolore mi pervase, forse era la testa, forse le gambe, non riuscivo a capirlo ma stavo male. Mi parve di sentire il suono delle sirene di un'ambulanza, poi i passi veloci di qualcuno sull'asfalto. Cercai di capire che cosa mi fosse successo...
«C'è un ferito a terra, portate una barella» sentii la voce di una signora o almeno così mi parve. «Mi sente? Mi risponda!» la voce era sempre più vicina.
«La sento, la sento» dissi io in preda al panico.
«Non risponde, non reagisce... ha perso molto sangue, portiamolo via, presto!» disse ancora la donna.
«Sono Caleb Graham, devo andare dalla mia ragazza» dissi ancora, ma nessuno sembrava ascoltarmi. Poi pensai e ripesai... il cellulare, il bagliore della luce, il clacson, il dolore... Avevo fatto un incidente.
Maddy
La sera della prima di Caleb era arrivata ma invece di essere al suo fianco come avevamo programmato ero seduta sul divano di casa mia con mia sorella. Hope non aveva fatto domande sul perché mi trovassi lì invece che altrove, ma sapevo che da un momento all'altro avrebbe ceduto al suo istinto indomabile di fare domande. Mia madre si stava preparando per andare al lavoro, io ero pronta per la maratona della serie che per fortuna piaceva anche a mia sorella, qualcosa in comune dovevamo pur averla.
«Ragazze io vado, ci vediamo domani mattina» ci disse mia madre avviandosi alla porta. Indossava già la sua uniforme bianca, ero sicura che se avessi indossato un capo del genere mi sarebbe stato piuttosto male ma a lei donava molto. La guardai sorridendo, la ammiravo moltissimo, io non ce l'avrei mai fatta a fare un lavoro del genere, non avrei mai potuto sopportare di vedere tante persone tra la vita e la morte come faceva lei lavorando nel reparto di terapia intensiva.
«Va bene, buon lavoro» le dissi prima che aprisse la porta per uscire. Hope sfoderò il suo sorriso a trentadue denti, sapevo che cosa voleva chiederle.
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SO SPECIAL
ChickLit"E se tutto quello per cui sto lavorando andasse in fumo?" Questo è il pensiero che occupa la mente di Madison Collyn da quando ha conosciuto Caleb Graham. Lei è sempre stata una ragazza umile a cui non interessa apparire per quel che non è. Lui inv...