CAPITOLO 23

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Capitolo 23

Caleb

Dopo aver visto la foto di me e Maddy in copertina avevo preso una decisione.Per una volta nella mia vita avevo deciso di fare ciò che mi diceva la testa masoprattutto il cuore, senza dare retta a Jaxon, a Mark o a Red. Era stata unadecisione mia, soltanto mia. Dovevo parlarle di nuovo, vederla e capire. Volevoricominciare tutto da capo. La prima volta che l'avevo incontrata mi ero comportato da vero stronzo senza un particolare motivo e lei si era comportata diconseguenza. Poi c'era stato quel bacio, quel maledettissimo bacio, di cui nonriuscivo a capire il perché. Perché l'avevo baciata? Non sapevo dare una rispostaconcreta a quella domanda, sapevo solo che era stato fantastico. In realtà nonsapevo nemmeno io cosa volessi da lei, da una parte ero abituato alla mia libertàa farmi qualunque ragazza che volessi, da una parte invece l'unica ragazza chemi intrigava veramente era lei. Dopo aver chiamato Carola, la segretaria dellaAgency Devis e averla supplicata di darmi l'indirizzo di Maddy mi ero fiondatodavanti allo stabile dove si trovava il suo appartamento. Non avevo idea di quelche le volevo dirle ma ci andai comunque. Dopo averle fatto prendere un bellospavento e aver conosciuto le sue amiche, Maddy mi aveva invitato a salire incasa sua. Davanti al suo invito non potei tirarmi indietro.


«Non è una reggia ma, per me che vivo da sola, va più che bene» disse Maddyaprendo la porta. Non aveva detto una bugia, non era grande come appartamento.Lo scrutai da fuori, non volevo invadere il suo spazio. Dopo pochi secondi disilenzio imbarazzante mi decisi a parlare. 

«Posso?» le chiesi. "Che cazzo di domande fai?!" mi chiese la mia testa. Mistavo rincoglionendo, non c'era altra spiegazione. 

«Certo che si, non ho intenzione di lasciarti sul pianerottolo, anche se te lo meriteresti per lo spavento che mi hai fatto prendere» mi disse lei scherzando. Entraiin casa a passo lento, mi guardai intorno, non ero abituato a case così piccole.Io, i miei amici e le ragazze che frequentavo solitamente, vivevamo in case cheerano il triplo e anche di più rispetto a questa. "Non tutti possono permettersi ciòche hai tu" mi ricordò la mia testa. Eh già ero proprio un bastardo fortunato, sapevo recitare e nient'altro, se non fosse per la recitazione vivrei in un posto comequesto anche io. Non era male però, un salottino accogliente con una cucina, poisicuramente dall'altra parte c'erano la sua camera e il bagno. 

«In effetti... ma dovevo pur fare qualcosa di eclatante se no non sarei stato io»le dissi distratto continuando a guardandomi intorno. 

«Accomodati pure... ehm vuoi qualcosa da bere?» mi chiese la ragazzina facendomi cenno di sedermi in divano. Era evidente che fosse in imbarazzo, io nonlo ero, ma mi sentivo strano, fuori posto. 

«Si, grazie» le dissi con un sorriso. Non volevo farle capire il mio stato d'animo,anche perché non mi capivo nemmeno io. Maddy si diresse verso il frigo, lo aprì,notai che non c'era molto dentro, forse la "scusa" delle sue amiche non era solouna scusa, probabilmente dovevano andare davvero a fare la spesa. 

«Ehm, ho acqua, ancora acqua e basta» mi disse lei voltandosi nella mia direzione. Era davvero buffa, trattenni una risata, non so come, non so perchéma quella ragazza riusciva a mettermi di buon umore in un modo o nell'altro,semplicemente con il suo modo di fare da "persona normale". 

«Mmm che scelta ardua, credo proprio che prenderò un bicchiere d'acqua» dissiio scherzando. Maddy versò l'acqua nel bicchiere e venne verso di me. 

«Ottima scelta Super Star» mi disse divertita. Non mi piaceva il soprannomeche mi aveva dato, mi ricordava che non avevo una vita come gli altri, come lasua. Io ero famoso, set cinematografici, feste, red carpet, erano alcune delle cosefrivole che caratterizzavano la mia esistenza. Maddy poi si sedette vicino a me,aveva ancora il bicchiere in mano. 

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