CAPITOLO 51

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CAPITOLO 51

Maddy

L'incidente di Caleb era stato un fulmine a ciel sereno, chi avrebbe mai pensato che mi sarei trovata in un corridoio di ospedale a piangere e a pregare che il mio ragazzo sopravvivesse dopo quella vicenda. La mia vita da quando lui era entrato a farne parte era sempre instabile, scostante, tutto era cambiato a volte in meglio, altre in peggio, insomma le montagne russe erano di sicuro più lineari della mia vita. Non era passato tanto tempo da quando l'avevo conosciuto, solo pochi mesi anche se a me sembrava di conoscerlo da tutta la vita. Credo fosse per la situazione ma in quel momento non stavo minimamente pensando al fatto che avesse baciato Megan, non pensavo al male che mi aveva fatto perché nel male del momento stavo cercando di trarre il lato positivo delle cose per non crollare. In quel corridoio bianco candido mi passarono per la mente tutti i momenti vissuti insieme, il nostro primo incontro, il servizio fotografico, il nostro primo bacio, la nostra prima volta, la sua dichiarazione... e poi il buio, speravo fosse un brutto sogno da cui prima o poi mi sarei svegliata ma non fu proprio così. Mia madre mi raggiunse, i miei amici non erano ancora arrivati ma speravo con tutta me stessa di vederli apparire davanti a me al più presto, avevo bisogno di loro, Caleb aveva bisogno di noi. Le lacrime avevano smesso di rigarmi il viso, avevo pianto talmente tanto che mi sentivo gli occhi gonfi, pesanti, stanchi... 

 «Tesoro, ascolta. Qui i medici sono molto bravi vedrai che si risolverà tutto per il meglio» mi disse mamma con tono rassicurante, ma le sue parole non servirono a farmi stare meglio. 

 «Non posso crederci che sia successo davvero. Mi chiedo come mai fosse su quella strada. Dovevo rispondere alle sue chiamate, anche solo per mandarlo al diavolo... non me lo perdonerò mai» dissi in tono rammaricato. Ancora una volta avevo seguito la testa e anche se non ero la diretta colpevole dell'incidente in parte mi sentivo responsabile. 

 «Non è colpa tua, avevate litigato, eri arrabbiata» bloccai mia madre prima che continuasse a ripetermi che ero innocente, che non avevo fatto nulla di male. Non volevo sentire ragioni né da lei né da nessun altro. 

 «Questa non è una buona scusa, per l'ennesima volta ho fatto si che prendesse il sopravvento il mio maledettissimo orgoglio. Io lo amo, non voglio perderlo» l'ultima frase mi uscì con tono rotto. Ero a pezzi, senza Caleb non era lo stesso, non sarebbe mai stato lo stesso. L'unico desiderio che mi passava per la mente, ma soprattutto, ciò che voleva il mio cuore, era lui, indipendentemente da tutto quello che aveva fatto. Non mi servivano spiegazioni, ne gesti plateali, avevo deciso di perdonarlo. Anzi, l'avevo già fatto. 

«Non lo perderai, Caleb è un ragazzo forte. Combatterà per lui e anche per te» mi disse mamma dopo qualche minuto di silenzio poggiandomi un bacio sulla testa. 


Un'eternità passata in un silenzio assordante, poi la mia attenzione fu catturata dalla voce di Mark che nel giro di tre secondi si piazzò davanti a me. 

 «Lui dov'è?» chiese affannato guardando prima me e poi mia madre. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, la camicia sbottonata, il suo petto, a causa dei respiri che stava facendo, si muoveva velocemente. Non l'avevo mai visto così fuori di se. Dietro di lui Red con uno sguardo perso nel vuoto, sembrava triste e rassegnato, le mie amiche invece avevano occhi inespressivi e mi fissavano come se potessi rompermi o smaterializzarmi da un momento all'altro. 

 «Ragazzi dovete stare calmi, Caleb è in sala operatoria, l'hanno soccorso dopo l'incidente e l'hanno portato qui. Ha perso molto sangue, l'incidente gli ha comportato un trauma cranico» le parole di mia madre, fecero zittire i miei amici che erano già senza parole. Dopo lo shock Red parlò. 

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