CAPITOLO 37

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CAPITOLO 37

Caleb

Mancava un giorno a quella maledettissima festa, Maddy non era ancora convinta di voler venire, ma avrei fatto qualunque cosa perché lei cambiasse idea.Dovevo inventarmi qualcosa. Quel giorno eravamo a casa mia, lei se ne stavadistesa tranquilla sul divano con la testa poggiata sulle mie gambe, mi sentivoin pace e questo grazie alla consapevolezza del fatto che almeno dentro casa nonpotevamo essere scoperti. 

«Devo proprio venirci a questa festa?» mi chiese la ragazzina per la milionesima volta da due settimane a questa parte. La guardai con un sorriso, mi facevatenerezza vederla così insicura, ma non capivo di che cosa avesse paura. L'unicacosa che preoccupava me invece era la presenza di Megan, sicuramente non sene sarebbe stata zitta e buona conoscendola. 

«Credimi ragazzina ti direi di stare a casa, ma farci vedere insieme una voltaper tutte va solo a nostro favore» le spiegai sincero. Era la verità, Jaxon era uncoglione ma, come ormai sapete bene, il suo lavoro lo sapeva fare e non avevatutti i torti quando aveva detto che era giunta l'ora di farci vedere pubblicamentecome coppia. Alla festa ci sarebbero stati anche dei giornalisti, proprio loro eranoi primi a dover capire che io stavo facendo veramente sul serio con Maddy.«Mmm spero che sia come dici tu, non ne sono molto convinta» mi rispose intono pensieroso, per tutta risposta le massaggiai i capelli. In cuor mio sapevo chenon era abituata a tutto questo, ma stare con me purtroppo comportava affrontareserate del genere e glielo avevo spiegato più di una volta. 

«Smettila di essere pessimista, sei stupenda nessuno avrà da ridire nulla» dissiper tranquillizzarla. Maddy a quel punto si sedette normalmente sul divano e miguardò negli occhi.«Immagino che ci sarà anche Megan giusto?» chiese d'un tratto dopo aver pensato bene alle parole da usare. Alzai gli occhi al cielo, immaginavo che prima opoi me l'avrebbe chiesto.«Potrei dirti di no ma sarebbe una bugia» dissi cercando di essere un po' ironico, ma in realtà quella situazione era tutt'altro che ironica. Maddy nascose latesta sul mio petto, sembrava una bambina indifesa, in quel preciso momento decisi che l'avrei protetta da tutto e da tutti. 

«Altro motivo per non venire» disse sulla mia maglia. Sentivo il suo cuorebattere forte. Dovevo architettare qualcosa per farla stare più tranquilla. Non socome ma, dopo un paio di secondi, mi venne un colpo di genio... dovevo portarecon noi anche i nostri amici, così si sarebbe sentita più a suo agio. La spinsi indietro per le spalle in modo che potesse guardarmi in faccia. 

«Ti sentiresti più a tuo agio se ci fossero anche le tue amiche?» le chiesi senzadistogliere lo sguardo dal suo, i suoi occhi si illuminarono, poi tornò seria. 

«Che hai in mente?» mi chiese Maddy in tono curioso inclinando la testa dilato. Sorrisi, ormai aveva imparato a conoscermi e sapeva benissimo che avevoin mente qualche cosa. 

«Aspetta un secondo e lo vedrai» le dissi baciandola sulle labbra, poi mi staccaida lei e mi alzai in piedi per andare a recuperare il cellulare. Dovevo parlare conJaxon. La mia ragazza per tutto il tempo mi guardò con una scintilla di divertimento nello sguardo, i miei tentativi di convinzione stavano dando i loro frutti, enon potevo essere più contento di così. Composi il numero di Jaxon che risposequasi subito. 

«Ciao Cal, c'è qualche problema?» mi chiese palesemente confuso dalla miachiamata. Non ero solito telefonargli se non quando c'era un problema, ma stavolta si trattava solamente di una richiesta. 

«No, nessun problema, volevo solo avvisarti di un cambio di programma»spiegai guardando Maddy che se ne stava seduta in divano attenta ad ogni miasingola parola. 

«Chissà perché ma so che non mi piacerà» mi disse il mio agente dall'altro capodel telefono, a quelle parole non riuscii a trattenere una lieve risata. 

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