CAPITOLO 29

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Capitolo 29

Caleb

Dopo ciò che era successo con Maddy avevo deciso di abbandonare la festa,subendo per i giorni seguenti l'ira di Jaxon. Non mi interessava più di nulla,me ne stavo a casa da una settimana ormai, bevevo per dimenticare ma non eraquella purtroppo la soluzione al mio problema. Avevo perso quella che forse erala persona che poteva rendermi felice, felice per davvero, me l'ero lasciata scappare così da vero coglione quale ero. Esattamente così mi sentivo, un coglionetotale. Avevo perso tutto per cosa?! Per una scopata con Olivia... una ragazzainsignificante che valeva zero in confronto alla ragazzina. Ancora più sbagliataquella sera fu la decisione di eliminare il numero di Maddy. Non avevo più mododi contattarla e questo mi faceva incazzare ancora di più.


Stavo steso a letto, mi girava la testa, non so per quanti giorni ancora sarei statoin quelle condizioni, non avevo la minima voglia di fare nulla. Al diavolo i mieiimpegni di lavoro, al diavolo Jaxon, al diavolo anche Mark e Red. Il mio miglioreamico era diventato anche amico di Maddy e delle sue amiche, in tutta quellasituazione aveva deciso di prendere una posizione neutra, non stava né dalla miaparte né dalla sua, era un po' come la Svizzera. I miei pensieri furono interrottiproprio da lui che fece irruzione nella mia stanza. 

«Senti, devi alzarti e darti una ripulita» mi disse Mark togliendomi le copertedi dosso e gettandole a terra. A quel gesto un improvviso senso di freddo mipervase. La mia stanza era un macello, lo capii da come il mio amico si stavaguardando intorno disgustato, sembrava quasi che stesse per vomitare. 

«Esci dalla mia stanza, non mi alzo da qui, i tuoi tentativi sono inutili» dissicercando di scandire bene ogni singola parola, ma con tutti gli alcolici che avevobevuto non era facile. 

«Tra poco arriverà Jaxon se ti trova così non so che dirà» mi disse serio. Jaxon,perché doveva sempre rompermi i coglioni? Dovevo andare ad una riunione perl'uscita del film, ma non ci sarei andato, mi sentivo uno straccio. 

«Non me ne fotte un cazzo di ciò che dirà Jaxon» dissi affondando ancor dipiù la testa sul cuscino. In quel momento l'ultimo dei miei pensieri era il lavoro, l'unica cosa che mi importava era trovare un'idea per rimediare al casino cheavevo combinato con Maddy. Dovevo assolutamente dirle ciò che pensavo e checosa mi aveva spinto a comportarmi così. Ero un ragazzo incasinato, ne eroconsapevole, ma volevo che lei mi accettasse per quello che ero come aveva fattola prima volta che ci eravamo conosciuti. La ragazzina non aveva avuto nessunapretesa su di me, ero stato io a cercarla, sentivo che avevo bisogno di una personacome lei al mio fianco. 

«Sei ubriaco marcio, ci aveva detto di tenerti d'occhio, merda!» imprecò Markurlando cercando di sistemare la mia stanza. Tirò su delle lattine di birra e lebottiglie vuote di Bourbon che stavano sul pavimento. 

«Non è ancora in piedi?» chiese poi Red entrando nella stanza. La mia guardiadel corpo mi scrutò con attenzione e con aria sconcertata, la sua espressione nonmi piacque per niente, se avesse potuto mi avrebbe preso a calci in culo e nonavrebbe avuto nemmeno tutti i torti.«Andate fuori dalle palle tutti e due, ho un gran mal di testa» dissi massaggiandomi le tempie. Mark e Red non mi diedero retta. Maledizione! Perché nessunomi ascoltava una volta tanto?! 

«Ci credo» si limitò a dire Red contrariato, riferendosi al mio mal di testa.Aveva tentato di non farmi bere ma con scarsi risultati, non gli avevo dato retta.«Io devo andare all'università, ho un esame da dare» ci informò Mark, porgendo le lattine e le bottiglie vuote a Red che se ne stava in piedi vicino alla porta. 

«Vai pure ci penso io» disse la mia guardia del corpo dandogli una pacca sullaspalla con fare amichevole. In tutto quel trambusto mi venne in mente un'ideaper incontrare Maddy. Sarei dovuto andare all'università con Mark, anche leisarebbe stata sicuramente lì. Presa consapevolezza di ciò che dovevo fare, scattaiin piedi e me ne pentii subito dopo perché ebbi un capogiro. A quel punto mirimisi seduto sul letto prima di cadere a terra. 

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