"E se tutto quello per cui sto lavorando andasse in fumo?"
Questo è il pensiero che occupa la mente di Madison Collyn da quando ha conosciuto Caleb Graham. Lei è sempre stata una ragazza umile a cui non interessa apparire per quel che non è. Lui inv...
Quella sera non riuscivo a dormire, era passata un'ora o forse di più da quando mi era arrivato il messaggio di Caleb, non avevo il suo numero ma ero sicura che fosse quello stronzo, nessuno mai mi aveva mai chiamata ragazzina, a parte lui. Dopo una lotta tra il sentimento e la ragione decisi di prendere il telefono. Lessi nuovamente il messaggio, ci misi dieci minuti buoni prima di decidere che cosa fare...
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Mi dava veramente sui nervi, ci mancava solo che iniziasse a fare il saccente, non bastava che fosse presuntuoso. Non lo sopportavo proprio, o almeno mi piaceva pensarla così. Faticavo a capirmi, dentro di me sapevo che c'era qualcosa in lui che mi attraeva, ma non capivo che cosa. "Forse perché è il ragazzo più bello che tu abbia mai visto?" mi disse la mia maledettissima testa.
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Ero riuscita a farlo stare zitto finalmente. Non riposi più, non c'era più altro da dire. Dopo qualche secondo di tentennamento rimisi il telefono sul comodino e appoggiai la testa sul cuscino nella speranza che arrivasse il sonno. Dopo nemmeno cinque minuti il cellulare squillò di nuovo.
«Ma che vuole da me questo» imprecai ad alta voce. Di controvoglia lessi il messaggio.
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Ed era vero, avevo ripromesso a me stessa che non ci sarebbero stati drammi nella mia vita, volevo laurearmi, trovare un buon lavoro, quello era il mio unico piano. Non avevo tempo da perdere con una persona come lui. Dopo il servizio non ci saremmo più incontrati, lui sarebbe tornato alla sua vita di sempre e io alla mia, non capivo perché insisteva tanto a parlare con me, in fin dei conti io non ero nessuno mentre lui era Caleb Graham. Quando pensavo a tutto ciò mi sembrava assurdo.
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Eccolo che ricominciava, mi aveva già chiamata con quel aggettivo poco piacevole quando eravamo alla Agency Devis. Ma chi si credeva di essere?! Mala domanda che facevo a me stessa era "Perché continui a rispondergli?" bella domanda pensai, non sapevo darmi risposta. Che casino...
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"Forse..." sicuramente qualcuno glielo aveva detto o forse no considerando ilfatto che tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi.
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Non rispose più.
«Che razza di idiota!» imprecai ad alta voce. Mi aveva fatto piacere che miavesse scritto, ma non l'avrei mai ammesso ad alta voce.
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Quella notte sognai degli occhi blu penetranti che mi osservavano, erano bellissimi, lui era bellissimo, mi sembrava di essere entrata in uno dei romanziche leggevo. Mi appariva tutto così assurdo e irreale, non sapevo come sarebbeandata a finire. Non c'era nulla, non ci sarebbe mai stato nulla, ma probabilmenteil mio inconscio e il mio cuore non mi avrebbero dato retta.