CAPITOLO 3

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Capitolo 3

Maddy

Stavo uscendo dall'aula di matematica, la prima lezione era stata molto tranquilla,il professore ci aveva spiegato quello che avremmo fatto nel corso del semestre.Stavo cercando la mensa per raggiungere Jade e Alyssa e pranzare insieme. Nonfrequentavamo la stessa lezione di matematica perché avevo deciso di intraprendere il corso avanzato, loro invece quello intermedio. Ad un certo punto il mioincubo si avverò. 

«Ma guarda chi si rivede!» Nathalie era proprio davanti a me e mi bloccavail passaggio. "Ci risiamo" pensai e alzai gli occhi al cielo pregando che quellasituazione non fosse vera... ma lei era ancora lì. 

«Come stai Maddy?» chiese come se nulla fosse. Aveva una gran faccia tostaquella ragazza, ne avevo abbastanza di lei. 

«Lasciami passare!» tuonai io, la Maddy che lasciava perdere e che subiva tuttele sue cattiverie non esisteva più. Cercai di scansarla, ma la stronza mi afferrò peril polso, aveva superato il limite, non doveva toccarmi. 

«Levami subito le mani di dosso!» le dissi arrabbiatissima con uno sguardo disfida, lei mi lasciò controvoglia. 

«Calma, calma Maddy... che c'è siamo di cattivo umore?» mi chiese con il suosolito tono divertito, feci uso di tutto il mio buon senso per non strapparle tutti icapelli che aveva in testa.«Per te sono Madison. Che cosa vuoi da me?» le chiesi infastidita, ma in realtàsapevo già perché ce l'aveva con me, era una situazione al limite del ridicolo. 

«Niente di nuovo in realtà, volevo avvisarti che la guerra tra noi non è ancoraterminata» mi disse.Eccola, sempre che ritornava al solito discorso. Ora vi spiegherò che è successo... innanzitutto Nathalie è una ragazza molto ricca, alta poco più di me e con icapelli color castano chiaro. La conosco da quando eravamo alle medie, per miasfortuna. Non siamo mai state grandi amiche ma avevamo un rapporto civile.Un giorno però il ragazzo di cui lei era "innamorata" le disse che a piacergli inrealtà ero io e, ricambiando il sentimento, ci mettemmo insieme. Durò poco piùdi due mesi, eravamo piccoli e lei da quel giorno mi ha reso la vita un inferno, non riusciva a dimenticare quell'episodio. Ma cavolo erano passati tanti anni,eravamo entrambe maggiorenni, perché voleva continuare quella "guerra" comela definiva lei?! 

«Ma dove ti credi di essere? In un film Western?» le chiesi ridendole in faccia,sapevo dove colpirla e le prese per il culo non le sopportava. Mi guardò storto,non era abituata al fatto che io reagissi ad una sua provocazione, solitamentesubivo in silenzio. Ma i tempi dei permessi erano finiti. 

«La guerra l'hai sempre fatta da sola, sinceramente di ciò che fai o ciò che nonfai non mi interessa» continuai io. Lei diventò un pezzo di ghiaccio. Poi ritornòquasi in se. 

«Io non riderei se fossi in te» disse in tono poco convinto, la "guerra" in quelmomento l'avevo vinta io. Maddy 1, Nathalie 0. 

«Pensi di farmi paura?» risi e poi continuai. 

«Non ti sei stufata di farmi la guerra per una cosa successa quand'eravamo allemedie?» le chiesi in tono convinto. 

«Mi hai rovinato la reputazione!» sbottò lei, speravo stesse scherzando. Non lasopportavo più, cercai di tagliare corto. 

«Ma se sei sempre stata al centro dell'attenzione. Non è colpa mia se il tuo"ragazzo" ti ha lasciata per stare con me. E ti ricordo di nuovo che avevamododici anni, non credi che sia ora di farla finita?» ascoltata la mia domanda leimi guardò ma non rispose, si era arresa per la prima volta in vita sua. "Colpita eaffondata" pensai. La scansai e continuai la strada verso la mensa. Camminai atesta alta, ero molto soddisfatta di come avevo affrontato la situazione. 


Mi sedetti al tavolo con Alyssa e Jade, immaginai che mi stavano aspettando damolto. 

«Alla buon ora, dov'eri finita?» mi chiese Alyssa, Jade mi guardò come se avesse già capito tutto, era sicuramente più sveglia di Alyssa, per quanto le amassientrambe allo stesso modo. 

«Fammi indovinare... hai incontrato Nathalie» disse Jade, non era una domanda bensì un'affermazione.Lei riusciva a capirmi anche quando non parlavo, probabilmente la mia facciafaceva intendere tutto, ero troppo sincera per fare bella faccia e cattivo gioco. 

«Esatto! Quella ragazza ha bisogno di uno psicologo, ma uno bravo eh!» dissi ioesausta. Alyssa e Jade risero e strapparono una risata anche a me. Stare con loromi migliorava sempre la giornata. 

«No ragazze veramente, è ancora arrabbiata per quella storia delle medie» dissiincredula di tutto ciò. 

«Quanti anni saranno passati?» dissi alle mie amiche già sapendo ovviamente la risposta. "Tanti, forse troppi" mi ricordò la mia testa. 

«Facendo due conti più o meno sette anni» disse Alyssa guardandosi le ditamentre contava.«Mio Dio sette anni, mi sento vecchia!» disse Jade in tono divertito. Sette annicavolo, sette anni che eravamo amiche, sette anni passati insieme. Avevamo diciannove anni ma ci aspettavano molte esperienze da fare. Scoppiammo tutte trea ridere. 

«Cambiando discorso... Avete visto quant'è figo Mark?!» disse Alyssa con ariasognante. L'avevamo persa ed eravamo solo al primo giorno. 

«Maddy, aiutami tu! Sta così sulle nuvole da venti minuti, dopo averlo intravistoin corridoio aveva la bava alla bocca» disse Jade guardandomi, io trattenni unarisata. La mia amica era proprio cotta, sapevo che era fatta così, aveva l'innamoramento facile. 

«Aly sei cotta, anzi stracotta!» le dissi ridendo, lei mi guardò male. 

«Smettetela di prendermi in giro voi due. Anzi ho avuto un'idea brillante perpotergli parlare» ci disse. Alyssa e idea brillante equivaleva a un disastro. Levolevo un gran bene, ma sia io che Jade sapevamo che tutte le idee che avevaerano pessime. 

«Qualsiasi cosa tu abbia pensato ti dico no, assolutamente no!» dissi a bracciaconserte e in tono super convinto. 

«Concordo con lei, anche secondo me qualsiasi cosa tu abbia pensato, non farla» mi diede man forte Jade. 

«Se non volete ascoltarmi va bene, nessun problema!» disse Alyssa in tonoscocciato. Non siamo delle amiche di merda giuro, lo facciamo per il suo bene,ogni volta che decide di far qualcosa finisce sempre in un dramma. 

«Dai non è che non vogliamo ascoltarti è che le tue idee sono... come diresono... un totale fallimento fin dal principio» Jade disse l'ultima parte della frasedi fretta. Aveva perfettamente espresso anche il mio pensiero, mi aveva battutasul tempo. Alyssa mantenne il broncio. 

«Va bene dai, sputa il rospo!» dissi io esausta e anche curiosa di sapere ciòche aveva architettato nella sua mente brillante. Alyssa mi rivolse un sorrisettoimpertinente. 

«No ora mi avvalgo della possibilità di non raccontarvi nulla, ho la bocca sigillata» ci disse facendo finta di chiudersi la bocca con una chiave. Era propriouna bimba quando ci si metteva. Io e Jade ci scambiammo uno sguardo divertito,sicuramente Alyssa avrebbe gettato la spugna prima o poi e ci avrebberaccontato la sua idea.

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